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Miguel Lamperti, il veterano del padel per eccellenza, suggerisce la novità: e se venisse eliminata la possibilità di servire la seconda palla? La possibile innovazione ha senso: il gioco non cambierebbe granché visto che viene già utilizzata pochissimo, ma la mossa limiterebbe le infrazioni oggi difficili da punire
di Marco Caldara | 17 gennaio 2025
L’esperimento è avvenuto in un evento in Argentina, con in campo alcuni professionisti del circuito Premier Padel, e i feedback sono stati positivi. Perché anche se il professionismo vero e proprio è per certi versi soltanto all’inizio, non è detto che il gioco non possa già evolversi, per incontrare necessità nuove. Il tema è la seconda palla di servizio, dunque la possibilità di abolirla che peraltro si è talvolta discussa (senza seguito) anche nel tennis, per togliere un vantaggio diventato via via sempre più importante. Nel padel lo è meno, ma ha comunque il suo impatto, a maggior ragione a livello amatoriale nel quale in molti riescono a raccogliere tanti punti direttamente col servizio, utilizzando bene angoli, traiettorie e velocità. Non è una colpa (anzi), ma l’essenza del padel è un’altra e il servizio è nato – e cresciuto – come semplice azione di inizio gioco, da effettuare senza grandi pretese, giusto per dare il la allo scambio.
Dunque, perché non riportarlo alle origini eliminando quella che di fatto è una possibilità di sbagliare senza perdere il punto? Ad appoggiare la novità c’è persino Miguel Lamperti, il veterano per eccellenza che ha vissuto tutte le epoche del gioco e nell’anno dei 47 è pronto a iniziare l’ennesima stagione da professionista. Normalmente, i più anziani dovrebbero essere i più ancorati alle tradizioni, invece Lamperti la pensa diversamente e guarda avanti. La sua proposta è arrivata in aggiunta a quelle di Paquito Navarro, il quale già a fine 2024 aveva suggerito tre possibili idee per migliorare da subito l’esperienza di giocatori e appassionati. “Visto che al momento la questione servizio non è risolvibile – ha detto Lamperti –, io cambierei urgentemente la regola togliendo la seconda palla”.
Nel suo tweet, Lamperti ha toccato quello che può essere il tema chiave nell’introduzione della novità. Infatti, l’abolizione della seconda palla di servizio non servirebbe tanto a ridurre i tempi morti, in quanto nella stragrande maggioranza dei casi i giocatori servono con una percentuale di prime superiore al 90%, dunque l’utilizzo della seconda è davvero raro (e dunque non così necessario).
Ma la questione chiave è un’altra: l’abolizione della possibilità di avere una seconda opportunità obbligherebbe – naturalmente – i giocatori a ridurre i rischi nella prima palla. Dunque, indirettamente, permetterebbe di limitare l’abitudine ormai sempre più diffusa di impattare il servizio il più in alto possibile, spesso superando la linea della cinta (limite da regolamento), così da poter dare più forza alla palla e rendere più complesso il compito del ribattitore. Visto che, in assenza di uno strumento che dica con precisione dove è avvenuto l’impatto, per gli arbitri è complesso intervenire, non è raro vedere giocatori che provano a sfruttare la situazione a proprio favore, sicuri (o quasi) di restare impuniti.
L’eliminazione della seconda di servizio sarebbe un modo per ridurre le infrazioni, limitando la possibilità dei giocatori di correre rischi. Favorirebbe la ricerca di più precisione e meno potenza, e aggiungerebbe una possibile incognita in più al gioco, perché specialmente nelle situazioni più delicate qualche doppio fallo (ops, fallo) ci scapperebbe. Oggi succede con una rarità tale da fare notizia, ma basterebbe gran poco per abituarsi.