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Padel

Super Italia e non solo: cosa ci lascia il mondiale 2024

La miglior Italia di sempre, col terzo posto delle donne e il quarto degli uomini, ma anche il ritorno insieme di Galan e Lebron, il battesimo di Augsburger-Libaak e altro ancora. Ecco i temi più interessanti lasciati da un’edizione intensa e avvincente dei FIP World Padel Championships

di | 05 novembre 2024

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Il grande padel conosce ben poche soste, così dopo il FIP World Padel Championships di Doha il circuito è già ripartito con due tornei P1 in Medio Oriente: ritornano le solite coppie e riparte la corsa verso le Tour Finals di Barcellona. Ma il mondiale di Doha, chiuso dalla splendida (e super intensa) finale maschile vinta di nuovo dall’Argentina contro la Spagna, ha lasciato tante indicazioni. Ecco le più interessanti.

IL RITORNO (PERDENTE) DI GALAN-LEBRON
Sembravano il duo designato per restituire il titolo mondiale alla Spagna, invece – anche se non ci sono andati lontano – hanno perso contro Tapia/Chingotto, aprendo la strada alla “remuntada” dell’Argentina. Detto ciò, è stato comunque bello rivederli l’uno a fianco all’altro, con le frizioni personali accantonate a favore della lotta per la patria. Sarà dura rivederli in coppia a tempo pieno, perché la ferita a livello umano è ancora aperta, e anche perché Galan ha comunque trovato un partner altrettanto affidabile in Federico Chingotto, il che basta e avanza a suggerirgli di non tornare sui problemi passi. Ma i Galacticos rimangono (o rimarrebbero) una signora coppia. Una menzione anche per il ritorno del duo Triay/Salazar, che nel circuito si sono dette addio e ci hanno perso entrambe. Tuttavia, in finale la capitana spagnola ha preferito affidarsi alle coppie tradizionali. Scelta che, seppur con più difficoltà del previsto, ha dato i risultati sperati.

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ITALIA TERZA FORZA MONDIALE (COL PORTOGALLO)
Ormai è difficile pensarla diversamente: nell’universo del padel, alle spalle di Spagna e Argentina, c’è l’Italia. Il divario è ancora ampio ma i risultati di Doha hanno ribadito che il nostro paese è la terza forza del padel mondiale, insieme al Portogallo. Le azzurre hanno chiuso per la terza volta consecutiva al terzo posto, con le portoghesi quarte. Mentre gli azzurri hanno chiuso ai piedi del podio (miglior risultato di sempre), battuti dai portoghesi. Sintetizzando, si può dire che i due paesi si equivalgano e per il nostro è un risultato di spessore, visto che fino a qualche tempo fa non era affatto così. Fra i due argenti agli Europei di Cagliari e i risultati colti in Qatar, il 2024 rimarrà una stagione di lusso per il nostro movimento. Come fare ancora di più? Per il momento sembra davvero difficile, ma mai dire mai.

IL BATTESIMO DI LIBAAK-AUGSBURGER
Chi segue il padel non ha certo scoperto in Qatar le potenzialità di Valentino “Tino” Libaak e Leandro “Leo” Augsburger, ma quanto fatto nella finale non ha nulla di normale, nemmeno per due predestinati come gli argentini. Perché avevano tantissimo da dimostrare, già da quando in fase di convocazioni i capitani li hanno preferiti ad altri mostri sacri della nazionale (Belasteguin su tutti), dando spazio alla linea verde. Detto ciò, da lì a pensarli in campo nel match decisivo la strada era lunga, invece non solo hanno giocato e vinto, ma l’hanno fatto in rimonta, in un match difficilissimo, mostrando più carattere di un certo Paquito Navarro che invece – ad anni 35 – ha avvertito la tensione di una responsabilità enorme. Avessero perso, si sarebbe detto che a 19 (Libaak) e 20 anni (Augsburger) non c’è nulla di strano, e che il loro momento sarebbe arrivato più avanti. Ma non hanno voluto aspettare, sfruttando l’età come arma per giocare senza troppi pensieri. In settimana, Augsburger ha chiesto ai capitani di schierarlo sull’eventuale 1-1, perché avrebbe portato il titolo mondiale all’Argentina. Bravo lui a crederci, bravi i capitani a credere in lui. Non era per niente scontato, specie con a disposizione uno come Sanyo Gutierrez che quest’anno sta faticando ma ha un’esperienza enorme e un mondiale sull’1-1 (lo scorso) l’aveva già vinto.

COKI NIETO, IL SOTTOVALUTATO
Fra i giocatori di punta che occupano il lato del “reves” non è il più potente né il più appariscente, e nemmeno un personaggio in grado di attirare particolare curiosità, perché pare il classico ragazzo normale con pochi grilli per la testa. Ma quanto è forte Coki Nieto? Il capitano spagnolo gli ha dato fiducia in finale, schierandolo accanto di Arturo Coello, e la coppia ha prodotto l’unico punto della “roja”, peraltro con un successo in meno di un’ora contro una coppia di lusso come Di Nenno/Stupaczuk. Jorge detto Coki è stato perfetto, confermando un livello ormai altissimo perché sbaglia poco e incide molto. Raramente viene considerato dai giganti, tanto che nei cambi di coppia più importanti non è mai stato coinvolto. Ma se lo meriterebbe perché è diventato proprio un signor giocatore.

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LE DIFFICOLTÀ DELLA FRANCIA
Terminare un mondiale con due settimi posti non dev’essere un risultato così esaltante, specialmente quando le ambizioni della vigilia non nascondevano l’obiettivo di conquistare almeno un podio (per non dire due). Pertanto, la Francia è la grande delusa del mondiale 2024, battuta dall’Italia nei quarti del maschile e dal Portogallo nei quarti del femminile, e poi ancora all’indomani da Brasile (uomini) e Svezia (donne). Arriveranno tempi migliori, perché la FFT è una delle federazioni che stanno investendo di più – e meglio – sullo sport della pala, usando (un po’ come succede in Italia) l’esperienza maturata nel tennis. Ma stavolta è andata decisamente male e non si può fare finta di niente.

Padel mondiale: il best of della settimana di Doha

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