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Dopo aver dominato la prima parte della stagione, Agustin Tapia e Arturo Coello hanno alzato ulteriormente il livello nella seconda, respingendo al mittente le ambizioni di Galan/Chingotto. Non perdono da 128 giorni e dopo Genova hanno vinto 30 partite di fila perdendo un solo set. Numeri degni dell’epopea di Fernando Belasteguin e Juan Martin Diaz
di Marco Caldara | 12 novembre 2024
Nel commentare il dominio della coppia Coello-Tapia, il quotidiano sportivo spagnolo AS, uno dei più importanti e letti del paese, pone un quesito: sono già meglio rispetto al duo composto da Fernando Belasteguin e Juan Martin Diaz, assoluti leader della scena per anni e anni? Il paragone fa rumore e il numero di successi non è ancora – nemmeno lontanamente – paragonabile, visto che i due argentini hanno raccolto insieme la bellezza di 158 titoli, rivelandosi inavvicinabili per anni e anni. Confrontato col loro, il percorso degli attuali numeri uno del mondo è ancora solo all’inizio, ma la superiorità rispetto agli altri è tale da iniziare a reggere il confronto.
Lo dicono le statistiche: da quando hanno deciso di unire i propri cammini professionali, ossia all’inizio della stagione 2023, il “King” e il “Mozart di Catamarca” hanno vinto 177 dei 194 incontri disputati, raccogliendo un totale di 26 titoli fra il vecchio WPT e il circuito Premier Padel: 15 nella prima stagione insieme e 11 quest’anno. Numeri di un dominio diventato ancora più netto da metà estate in poi.
Il turning point, per dirla come gli inglesi, è stata la finale del P2 di Genova, praticamente non giocata e persa con un doppio 6-1 in appena 45 minuti contro Galan e Chingotto, che grazie alla doppietta italiana (prima il Major di Roma, poi il torneo di Valletta Cambiaso) sembravano averli raggiunti se non superati. Invece, da lì in poi è cambiato di nuovo tutto perché Coello e Tapia si sono resi conto di dover fare ancora di più, trovando prima le motivazioni e poi il modo per riuscirci. Così, hanno sbloccato un rendimento che per mesi non si era mai rivelato necessario, tornando imbattibili.
Da Genova in avanti, i numeri uno hanno conquistato tutti i sei tornei disputati: fanno trenta partite vinte di fila, con un bilancio di 60 set portati a casa e uno solo smarrito, nella finale di Valladolid naturalmente contro Galan/Chingotto. È quello l’unico – piccolo – neo di 128 giorni da imbattuti, destinati ad aumentare ancora questa settimana in Kuwait dove, inutile dirlo, sono i favoriti(ssimi) per andare a prendersi un nuovo successo.
La loro capacità di reagire proprio quando gli inseguitori parevano aver trovato la ricetta per disinnescarli è stata impressionante, fondata sull’ulteriore applicazione di Tapia (che ha rinunciato alle vacanze estive per allenarsi: pare abbia funzionato piuttosto bene) e su un legame umano che si è formato in fretta e migliora settimana dopo settimana. Sono due ragazzi che hanno capito come giocare insieme sia la soluzione ideale per eccellere, ma soprattutto sono amici, si vogliono bene sul serio. Si è visto chiaramente al mondiale di Doha quando, pur col cuore a pezzi per la rocambolesca sconfitta della sua nazionale, Coello ha trovato comunque il modo per condividere la soddisfazione del compagno che li aveva battuti con l’Argentina, tributandogli un abbraccio sincero che non è sfuggito alle telecamere.
Un immagine molto tenera e carica di significato che simboleggia il legame umano fra i due, avversari per sette giorni ma poi tornati immediatamente compagni e subito capaci di vincere di nuovo. E determinatissimi a farlo ancora e ancora. Sarà il tempo a dirci se per la storia del padel la coppia Coello/Tapia avrà lo stesso impatto avuto da Belasteguin/Diaz, ma per il momento i confini – e i numeri – del loro dominio non sembrano così distanti da quelli di chi li ha preceduti.