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Abbiamo provato in anteprima la nuova racchetta firmata dallo spagnolo n.1 del mondo, da oggi in vendita nei negozi di tutto il mondo. L’attrezzo più potente nella gamma dell’azienda austriaca si è rivelato accessibile anche a chi gioca a livello intermedio grazie a un notevole controllo e a uno “sweet spot” generoso
di Enzo Anderloni | 20 febbraio 2025
Arturo Coello, 22 anni di Valladolid, non è solo il n.1 del mondo nelle classifiche del padel (insieme al compagno di team Agustin Tapia): è anche l’emblema della potenza in uno sport dove tanti vincono solo con la pazienza. Un metro e 90 di agilità esplosiva “el rey”, come lo hanno soprannominato nel circuito, quando si tratta di chiudere il punto con la potenza è devastante.
Non stupisce dunque che Head, una volta deciso che il Sinner del padel meritava già di avere una serie di racchette con il suo nome e il suo autografo, abbia lavorato con lui per ottenere l’attrezzo più esplosivo di una collezione super ampia e articolata.
Si crea dunque un certo pathos quando si va ad aprire l’elegantissimo cofanetto nero e rosso dentro al quale viene consegnata ai primi acquirenti questa nuovissima “pala”, cui Coello ha voluto aggiungere aggressività anche sotto il profilo formale, cromatico, persino nei dettagli. Tutta nera, metà lucida metà opaca, di un’eleganza infernale, con i fori rosso fuoco, come il cordino di sicurezza, l’autografo e il logo con la coroncina stilizzata, la Coello Pro (capostipite di una collezione che comprende anche i modelli Coello Motion, Coello Team, Coello Vibe e Coello Junior) emana grande energia.
Non dubitando che a Coello vada perfettamente a genio, viene spontaneo domandarsi, avendo l’opportunità di provarla in anteprima rispetto al suo lancio mondiale previsto per il 20 febbraio 2025, se questa potenza promessa sia gestibile anche da chi un Coello non è, per quanto forte sia la sua passione per il padel e il suo campione.
L’osservazione dei dettagli, mentre ci si avvia verso il campo, mette in evidenza la grande dovizia di soluzioni tecniche adottate dagli ingegneri di Kennelbach nello sviluppo di questo loro gioiellino: sono elencate con sottili serigrafie lungo il perimetro della racchetta, a forma di diamante come tutte quelle che si propongono di offrire soprattutto potenza.
C’è l’Auxetic 2.0, cioè l’utilizzo delle fibre auxetiche (che in modo controintuitivo si ispessiscono in trazione e si assottigliano in compressione) per dare più rigidità (quindi stabilità) al cuore “a tre razze” dell’attrezzo.
Ci sono i materiali selezionati: Carbon Frame per il telaio, Carbon Hybrid HS per la superficie, Power Foam come elastomero nel nucleo.
Particolarmente importante è l’idea dell’”Optimized Sweet Spot”, ampliamento della zona di impatto ottimale, come il lavoro arricchimento della superficie, puntinata in rilievo giocando con il logo del “rey”, utilizzato per l’Extreme spin”, cioè la vocazione dell’attrezzo a imprime rotazione alla palla.
Nei primi movimenti a vuoto, insieme al fascino estetico, si coglie immediatamente il peso consistente (375 i grammi dichiarati ma ben 379 quelli del nostro esemplare posto sulla bilancia del Diagnostic Center) con un bilanciamento dichiarato a 27,2 cm dall’estremità del manico (27 cm il nostro rilevamento), dunque spostato verso la testa, a enfatizzare ancora di più le doti di spinta della “pala”, a discapito, per forza di cose, della maneggevolezza.
Non ci siamo fatti impressionare e abbiamo cominciato sin dai primi colpi ad aggredire la palla, confortati dalla sensazione di pienezza dell’attrezzo (che viene fornito con una bella protezione di serie sul profilo nella parte alta del “diamante”, ben armonizzata esteticamente).
Nei colpi a rimbalzo, la spinta è davvero notevole ma anche molto piacevole da imprimere grazie alla grande stabilità della “pala”. La palla esce bene dal piatto, veloce, profonda con un grande senso di precisione e stabilità. In questo senso si nota subito che lo sweet spot, il ‘punto dolce’ come tanti lo chiamano, la zona del piatto dove l’impatto è ottimale e non perde spinta, è molto ampia e questo è un fattore che aiuta Coello, ma ancora di più aiuta noi umani, rendendo l’attrezzo tutt’altro che proibitivo anche per chi non è un fenomeno.
Lo stesso discorso vale nel gioco al volo: l’impatto è bello pastoso, solido. La spinta va gestita con parsimonia, perché la palla viaggia forte, incisiva. Peso e bilanciamento richiedono reattività e buone qualità fisiche, ma se le si possiede gli esiti sono di grande soddisfazione.
Lo stesso discorso vale per tutti i colpi sopra la testa: quello è il mondo dove Coello è un gigante e ci mancherebbe che anche la sua pala non fosse l’attrezzo più adatto per far rimbalzare la palla verso le stelle ad ogni smash. Anche in queste azioni di gioco però si apprezza l’ampiezza dello “sweet spot”, la Head Coello Pro aiuta e perdona, se l’impatto non è proprio millimetricamente perfetto. Una gran bella notizia per tutti coloro che vorranno andare in campo “alla Coello” anche se non si chiamano Arturo.
La collezione firmata da Arturo Coello, El rey, si compone di 5 modelli. Insieme alla Coello Pro troviamo infatti Coello Motion, praticamente identica alla capostipite ma più leggera (360 grammi anziché 375) e con un bilanciamento leggermente più arretrato (26, 8 cm anziche 27,2). Proposta allo stesso prezzo (350 euro) rappresenta quel piccolo compromesso verso la maneggevolezza che in tanti potrebbero scegliere.
Poi c’è la versione Coello Team con la quale, grazie a qualche compromesso in termini di materiali (la superficie d’impatto è in fiberglass anzichè in carbonio ibridato con il fiberglass) si scende decisamente con il prezzo (220 euro). Il peso dichiarato è di 365 grammi, il bilanciamento a 27 cm.
Più abbordabili ancora le versioni Coello Vibe e Coello junior, quest’ultima dedicata ai giovane apprendisti della “pala” che sognano di diventare come Re Arturo.