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A nemmeno 19 anni, la mancina Claudia Jensen ha già assaggiato la top-10 e a fianco di Jessica Castellò punta a lottare stabilmente per i titoli. Il successo ad Acapulco le ha lanciate e ha ribadito l’enorme talento dell’italo-argentina, ormai fra le certezze del circuito femminile a suon di sorrisi e serenità
04 aprile 2024
Che Claudia Jensen fosse uno dei talenti più cristallini del mondo del padel, almeno negli ultimi 3 anni, ce ne eravamo accorti un po’ tutti. Ma che a neanche 19 anni fosse già in grado di battere le migliori giocatrici del mondo, forse in pochi se lo aspettavano. Oggi Jensen e la compagna Jessica Castellò si sono fatte strada fino a diventare a tutti gli effetti una coppia di vertice consacrata dalla vittoria del P1 di Premier Padel ad Acapulco, la prima a certi livelli per entrambe. Grazie al titolo, Claudia è stata top 10 solo per qualche giorno, ma anche se la settimana successiva ha smarrito una posizione ciò che conta è che sia stabilmente nell'élite del padel mondiale. Il ritorno – stabile – nelle prime 10 del mondo è solo questione di tempo.
Fisico minuto ma tenuta atletica invidiabile, la mancina Jensen è una giocatrice di destra di grande talento: non ha colpi definitivi ma sa fare tutto, soprattutto difendere con ordine e un’intelligenza tattica sorprendente per una diciottenne. Con Castellò aveva già giocato lo scorso anno, racimolando una serie di buonissimi risultati (su tutti la finale nell’Open del Cile e la semifinale ad Abu Dhabi), prima di accoppiarsi con Veronica Virseda nella seconda metà dello scorso anno. Erano insieme nell’ultimo Master Final targato World Padel Tour, dove sono uscite subito contro Brea e Gonzalez. In quel momento le “Superpibas” erano inarrestabili, ma la rivincita è arrivata ad Acapulco, dopo aver superato Triay/Fernandez e prima di trionfare agevolmente in finale, battendo Virginia Riera e Sofia Araujo.
Nata a Madrid e figlia di genitori argentini, prima di scegliere l’albiceleste Claudia ha difeso anche i colori italiani, come peraltro continuano a fare i suoi fratelli Cristian ed Enzo, discreti giocatori (il secondo in particolare) che hanno disputato l’ultimo BNL Italy Major di Roma, grazie a una wild card della FITP. Tutto merito della cittadinanza ereditata dalle origini della nonna paterna, che fino a 6 anni ha vissuto a Tornareccio, meno di 2.000 anime in provincia di Chieti.
A differenza delle giocatrici di padel del passato – e di molte del presente – che al padel ci sono arrivate dopo una formazione in altri sport (tennis per primo), Claudia è praticamente nata con la pala. “Prima di imparare a camminare – ha raccontato – ero già su un campo da padel. Stavo sempre al club che gestivano i miei genitori”. Dove faceva anche la tennista, ma diventare padelista era un’idea che la affascinava di più. Senza dimenticare la ginnastica ritmica, che oggi le ha fornito diversi mezzi per essere così rapida e leggera sul campo.
È anche così che la ragazzina ormai esperta, visto che frequenta stabilmente il circuito maggiore già da quattro anni, ha fatto sembrare anziane Bea&Brea, a detta di tanti le future dominatrici del padel mondiale. “Sono brava – ha aggiunto – anche grazie alle basi di tennis, che mi hanno dato tanto”. Il resto gliel’ha insegnato la famiglia: Jensen si porta dietro una disciplina che le ha permesso di diventare grande molto in fretta. Ad alti livelli ha iniziato con Sandra Bellver, che è più vecchia di lei di 14 anni. Un'esperienza che le ha permesso di diventare la parte “matura” della coppia con Veronica Virseda, carattere assai complicato da gestire che Jensen ha “domato” nel migliore dei modi.
“Claudia? La nostra forza è capirci senza parlare, a volte anche senza guardarci”, ha dichiarato la valenciana Castellò, che nel pieno della sua carriera si sta ritrovando, dopo la partnership con un altro carattere difficile come quello di Aranzazu Osoro. Capelli biondi, tanti sorrisi (spesso dopo i punti) e serenità: la ricetta semplice di Claudia Jensen per essere già una campionessa.
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