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Anche Nole applaude Jannik: “Mi ha dominato, merita la finale”

Pur deluso per una semifinale (e un torneo) non da Djokovic, il numero uno del mondo rende omaggio al match di Sinner: “Ha fatto tutto meglio di me ed è migliorato tanto, ora vince le partite che contano”. Poi sul suo tennis: “I primi due set sono stati uno shock, non ha funzionato nulla. Ma un torneo al di sotto dei miei standard non è per forza l’inizio del tramonto”

26 gennaio 2024

La delusione di Novak Djokovic all'Australian Open (Getty Images)

La delusione di Novak Djokovic all'Australian Open (Getty Images)

Ci voleva Sinner, uno splendido Sinner, per condannare Novak Djokovic alla prima sconfitta in semifinale all’Australian Open. A Melbourne ne aveva vinte 10 su 10, conquistando poi altrettanti titoli, ma stavolta per il numero uno non c’è stato nulla da fare. Sinner l’ha messo all’angolo sin dall’inizio e si è meritato la finale, come evidenziato dallo stesso “Nole” in conferenza stampa.

Per prima cosa – ha detto davanti ai giornalisti – voglio congratularmi con Sinner per il match che ha disputato e per il suo torneo sin qui. Merita di essere in finale, oggi mi ha completamente dominato. Il mio livello dei primi due set è stato uno shock: non ha funzionato nulla e questa è stata una delle mie peggiori partite in un torneo del Grande Slam. Non fa piacere giocare in questo modo, ma va detto che Sinner ha fatto tutto meglio di me. Ci ho provato, ho lottato, sono riuscito ad alzare un po’ il livello nel terzo set e ho giocato un buon tie-break, ma nel quarto set ho perso un brutto game da 40-0. Non sono felice della mia prestazione. In queste situazioni si prova a fare il possibile ed è ciò che ho fatto, supportato anche da un grande pubblico. Sono stati davvero equilibrati, supportando ugualmente entrambi i giocatori”.

Per tutto il torneo – ha aggiunto – non ho giocato nemmeno vicino al mio miglior livello. La sfida con Mannarino è stata ottima, mentre nelle altre non ho saputo tenere il livello che generalmente mostro qui in Australia. Non mi sarei comunque aspettato di giocare così male nei primi due set, ma durante l’intero torneo non mi sono mai sentito me stesso in campo. Detto ciò, la semifinale è un grande risultato anche se naturalmente da me stesso mi aspetto di più”.

Per la prima volta in carriera, Djokovic ha terminato un match in un torneo del Grande Slam senza aver avuto nemmeno una palla-break a disposizione. “Questo dato – ha spiegato – dice molto. Sinner ha servito con grande precisione ed è stato sempre molto aggressivo, togliendomi il tempo. Non ho molto di cui essere contento: non mi sono piaciuto in risposta, negli spostamenti, nel diritto, nel rovescio. Tutto sotto i miei standard. Ma lui ha dominato. Quando al servizio non devi mai fronteggiare una palla-break, questo si trasforma in un vantaggio dal punto di vista mentale, perché permette di mettere molta più pressione nei game di risposta e giocare con più libertà. Sinner l’ha fatto, giocando un match impeccabile”.

“Dove è migliorato? È sempre stato un giocatore molto veloce e aggressivo, sia col diritto sia col rovescio. Credo che il suo servizio sia cresciuto molto: è più preciso e veloce. È cresciuto nei movimenti e dal punto di vista mentale. È sempre stato un giocatore molto calmo e composto, ma credo faticasse a vincere le partite davvero importanti. Mentre ora ci riesce. Sicuramente avere al suo fianco un coach di grande esperienza come Darren Cahill, che ha lavorato con degli ex numeri uno, l’ha aiutato molto a livello mentale. Ha un grande team, sta facendo uno splendido percorso e fra due giorni avrà la sua prima opportunità per vincere un titolo Slam”.

Chiuso l’argomento Sinner, le domande dei giornalisti si sono spostate sul futuro di “Nole”, sul suo rapporto comunque ottimo con l’Australian Open e sul prossimo Major in arrivo. “Dopo una partita simile – ha spiegato – è difficile guardare il tutto da una prospettiva positiva, ma magari fra qualche giorno riuscirò ad apprezzare quanto fatto qui. Sapevo che prima o poi la striscia di successi consecutivi (30, ndr) si sarebbe interrotta, ma per lo meno ho fatto il possibile con quanto avevo oggi, e ho perso contro un giocatore che ha una grande chance di vincere il suo primo titolo Slam. Detto ciò, questo rimane per me il torneo del Grande Slam nel quale ho ottenuto di più e mi auguro di avere la chance di giocare qui almeno un’altra volta, per vivere di nuovo certe emozioni”.

Conservo ancora grandi ambizioni: per gli altri Slam, i Giochi Olimpici e tutti i tornei ai quali parteciperò. Siamo solo all’inizio della stagione. Ora vivo una situazione alla quale non sono abituato, visto che qui non avevo mai perso in semifinale o in finale. Stavolta è diverso, ma va così. In questo torneo non sono riuscito a giocare ai miei standard, ma questo non vuol necessariamente dire che sia l’inizio del mio tramonto. Staremo a vedere cosa succederà nel resto dell’anno”.

“Il Roland Garros? È ancora molto lontano per pensarci. Mancano vari mesi e manca l’intera stagione sulla terra battuta, in condizioni completamente diverse. Sicuramente, se Nadal ci sarà, a Parigi è comunque il favorito numero uno. Non importa se ha giocato poco nell’ultimo anno, sappiamo cosa è stato capace di fare al Roland Garros. Poi ci sono Alcaraz, Sinner, gli altri top players. Se guardiamo alla classifica, penso che tutti i primi cinque, dieci del mondo possano essere considerati fra i favoriti. Ma manca ancora molto: staremo a vedere come evolverà la situazione”.

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