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Chiedimi se sono Felici: una finale che vale il futuro

Francesco Felici da Bastia Umbra, classe 2005, è il numero 2 d'Italia (e 98 al mondo) nel ranking mondiale di wheelchair, ma se parliamo di Under 18 è addirittura il secondo del pianeta. A New York, unico evento dello Slam a prevedere un tabellone Juniores per il tennis in carrozzina, Francesco si è arreso solo al britannico Dahnon Ward. Ma in fondo non è questo che conta

10 settembre 2023

US Open, Francesco Felici (Foto Brad Penner/USTA)

US Open, Francesco Felici (Foto Brad Penner/USTA)

Una settimana da sogno, in uno dei quattro tornei più importanti al mondo, fianco a fianco con le leggende. Poi la finale – da numero 1 del seeding – e una sconfitta che non fa male. Semplicemente, diventa una ulteriore motivazione per prendersi quel trofeo fra i grandi, domani. Francesco Felici da Bastia Umbra, classe 2005, è il numero 2 d'Italia (e 98 al mondo) nel ranking mondiale di wheelchair, ma se parliamo di Under 18 è addirittura il secondo del pianeta, dietro soltanto al fenomeno giapponese Tokito Oda, 17 anni e già in vetta alla graduatoria dei big. A New York, unico evento dello Slam a prevedere un tabellone Juniores per il tennis in carrozzina, Francesco partiva come numero 1 del seeding e voleva vincere.

In finale ci è arrivato con autorevolezza, battendo gli americani Majetic e Cooper, per poi arrendersi in due set al britannico Dahnon Ward (6-4 6-3 in un'ora e 13 minuti). Ma in fondo non è questo che conta. Conta il fatto che Francesco abbia potuto realizzare un primo sogno. “L'anno scorso – diceva alla vigilia – guardavo questo evento da lontano, come qualcosa di difficilmente raggiungibile. Stavolta sarà bellissimo essere presente”. Il trofeo non è arrivato, ma ci è mancato pochissimo, e in fondo Felici è ancora all'inizio del suo percorso, pur avendo già assaporato le gioie della presenza in Nazionale.

Francesco Felici allo US Open (Foto Rhea Nall/USTA)

“Il tennis – raccontava l'umbro della Tennis Training di Foligno a Supertennis per descrivere se stesso – è qualcosa che insegna ad avere a che fare con i propri errori”. Così ogni occasione è buona per evolvere, per crescere nello sport e nella vita. Quest'anno Francesco è giunto per la prima volta nei top 100 del ranking Itf grazie ad alcuni risultati di rilievo, come la semifinale a Bolton e la finale a Leuven, in Belgio (sconfitto dallo stesso Ward che lo ha superato a New York). Oltre ai successi nei Futures e in alcuni tabelloni giovanili. Agli Us Open era arrivato sull'onda dell'ottimo torneo disputato a Nottingham, semifinale nel draw principale e finale in quello Under 18. La fiducia era in crescita, e certamente aumenterà ulteriormente dopo questo risultato nella Grande Mela. Il primo approccio al grande circuito.

Le imprese di Francesco non sono passate inosservate, soprattutto nella sua zona. La sua attività internazionale ha recentemente dato lo spunto necessario per la nascita di un comitato, 'Ricominciamo da Francesco', la cui azione è espressamente volta a favorire e sostenere la partecipazione alle competizioni sportive nazionali e internazionali del giovane atleta paralimpico umbro. L’avventura a New York, inoltre, ha potuto contare sul patrocinio del Comune di Perugia e sul sostegno della Fondazione Perugia. Insomma, non è solo Felici, e del resto non potrebbe essere altrimenti, perché la sua energia contagiosa ha già conquistato tutti, al punto da essere nominato “Ambasciatore dell’Umbria nel mondo”, titolo conferitogli dalla Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei.

US Open, Francesco Felici (Foto Brad Penner/USTA)

“C'è stata tanta emozione in questi giorni di Slam – ha spiegato Francesco – così come adesso c'è tanta voglia di continuare e arrivare lontano. Ho iniziato a giocare da bambino grazie ai Master del Trofeo Kinder, poi c'è stato di mezzo tanto lavoro, con gli ultimi due o tre anni che sono stati determinanti per arrivare dove sono adesso. C'è stato un grande impegno da parte mia, ma anche da parte del mio team, della Fitp e di chi mi ha sostenuto in questi anni. La Tennis Training School è il luogo dove mi sono allenato fin dal primo giorno, ma poi devo ringraziare anche i tecnici federali e in particolare Giampaolo Coppo e Giancarlo Bonasia. Se sono qui il merito è anche loro”. Prossimo obiettivo? Tutto quello che si può immaginare, con un'attenzione particolare per le Paralimpiadi di Parigi.

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