-
Slam

Italiani d'Australia: una storia da leggere alla rovescia

Per tanto tempo, soprattutto nello Slam australiano, abbiamo ritenuto un successo un approdo ai quarti di finale, persino agli ottavi. Mentre le ultime stagioni hanno definito nuovi criteri di grandezza. Grazie a Sinner ma non soltanto

di | 29 dicembre 2024

Sinner e Medvedev alla premiazione dell'Australian Open 2024 (Getty Images)

Sinner e Medvedev alla premiazione dell'Australian Open 2024 (Getty Images)

Analizzare la storia italiana nel primo Slam della stagione significa fare un percorso alla rovescia. Perché se il Major di Melbourne è riuscito solo dopo tanti anni a mettersi al livello di Roland Garros, Wimbledon e Us Open, la migliore prestazione tricolore proviene addirittura dall'edizione più recente. Nel 2024, Jannik Sinner ha compiuto l'impresa che mai a nessun altro proveniente dallo Stivale – giocatore o giocatrice – era riuscita: trionfare down under.

Nella rimonta su Daniil Medvedev, Jannik ha cambiato la sua carriera cominciando a costruirsi la strada che lo avrebbe portato al numero 1 del mondo. Una serie di traguardi che ha totalmente modificato la nostra percezione del mondo del tennis. Per tanto tempo, soprattutto nello Slam australiano, abbiamo ritenuto un successo un approdo ai quarti di finale, persino agli ottavi. Mentre le ultime stagioni hanno definito nuovi criteri di grandezza. 

Pensiamo a Matteo Berrettini, che nel 2022 riuscì a prendersi la semifinale eliminando Alcaraz, Carreno Busta e Monfils prima di cedere a Rafa Nadal in quattro set. Pensiamo di nuovo a Sinner, che quello stesso anno si fermò ai quarti contro Stefanos Tsitsipas, nel momento più travagliato nel percorso da ottimo giocatore a fenomeno. Quello dei quarti era stato – prima di Berrettini – un traguardo inarrivabile per molti. Per esempio per Andreas Seppi e Fabio Fognini, autori di prestazioni importanti ma sempre con limite agli ottavi, raggiunti quattro volte ciascuno: per Andreas tra 2013 e 2018 (con tanto di successo su Federer nel 2015), per Fabio tra 2014 e 2021.

20220116_Caratti.jpg

Tornando ancora più indietro, si arriva all'inizio degli anni Novanta, con le imprese di Omar Camporese e Cristiano Caratti. Omar giocò il torneo dello Slam più bello della carriera a Melbourne, dove raggiunse gli ottavi (sconfitto da Ivan Lendl) nel 1992.

Ma la sua vera occasione risale all'anno precedente, quando si era fermato al terzo turno al termine dell'incontro che ancora oggi simboleggia la sua carriera: di fronte a Boris Becker, in procinto di diventare numero 1 del mondo, il bolognese rimontò due set di ritardo – rifilando pure un 6-0 al tedesco – per poi cedere col punteggio di 14-12 al quinto. Fu la partita più difficile per il tedesco, che quel torneo lo avrebbe poi vinto superando in finale Ivan Lendl in quattro set.

Quella stessa edizione vide inoltre la splendida cavalcata di Cristiano Caratti: entrato nel torneo come numero 101 Atp, il 21enne piemontese ne uscì da eroe, con un quarto di finale che tuttavia portava con sé pure qualche rimpianto, vista la sconfitta in 5 set di fronte al McEnroe meno forte, Patrick. 

20220531_Adriana_Serra_Zanetti.jpg

Negli ottavi ci era arrivato pure Renzo Furlan nel 1996, mentre per tornare ai primi risultati significativi degli azzurri down under bisogna andare al periodo precedente all'Era Open, quando si giocava al Kooyong Stadium e quando la superficie era l'erba naturale. Nel 1935 il protagonista fu Giorgio De Stefani, nel 1957 fu Nicola Pietrangeli: entrambi arrivarono ai quarti di finale arrendendosi rispettivamente a Fred Perry e Malcolm Anderson.

Se passiamo alle donne, i risultati nel complesso sono meno brillanti, anche in questo caso con tante eccezioni piuttosto recenti. La prima a tagliare il traguardo dei quarti di finale fu Adriana Serra Zanetti, la piccola modenese che sorprese tutti nel 1992, eliminando nel percorso anche Silvia Farina e cedendo poi a Martina Hingis. Proprio la Farina – a lungo migliore azzurra in quegli anni – trovò invece come limite gli ottavi, raggiunti peraltro nelle due ultime partecipazioni, 2004 e 2005, con quest'ultima edizione che la vide affiancata da Mara Santangelo. Identico risultato – ma tra 2001 e 2002 – per la napoletana Rita Grande, così come per Raffaella Reggi tra 1989 e 1990.

Un piccolo cambio di passo arrivò con le nostre Fab Four, a partire dal 2006, anche se fu meno evidente rispetto a quello vissuto sulla terra di Parigi. Francesca Schiavone raccolse nel complesso un quarto di finale (nel 2011) e due ottavi, con l'impresa del successo su Svetlana Kuznetsova per 16-14 al terzo come momento clou. Per Flavia Pennetta un quarto (nel 2014) e un ottavo, per Sara Errani un quarto nel 2012, per Roberta Vinci quattro terzi turni. Per finire, ecco Jasmine Paolini, capace di approdare agli ottavi nel 2024 dopo quattro primi turni di fila. L'Australia è sempre stata lontana, ma ormai anche la terra dei canguri non è più un tabù, bensì luogo di conquista.

Jasmine Paolini in azione all'Australian Open (Getty Images)

Jasmine Paolini in azione all'Australian Open (Getty Images)

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti