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Krejcikova: il ricordo di Jana, il sogno-Wimbledon e un Centrale di…Lego!

La ceca, già regina Slam al Roland Garros del 2021 e due volte campionessa di doppio all’All England Club, è l’ennesima rappresentante di una scuola di talenti. E punta ad imitare le sue celebri connazionali: Navratilova, Novotna, Kvitova e Vondrousova che sono ripartite da Londra con il “Venus Rosewater Dish”

di | 12 luglio 2024

Un intenso primo piano di Barbora Krejcikova (foto Getty Images)

Un intenso primo piano di Barbora Krejcikova (foto Getty Images)

Sono passati più di tre anni dal match-point cancellato a Sakkari nella semifinale sulla terra parigina, la prima in uno Slam della sua carriera. E da quando, 48 ore più tardi, avrebbe sollevato il suo primo - e finora unico - trofeo Major superando Pavlyuchenkova. Punta a lasciare la bandiera ceca sul trono di Wimbledon Barbora Krejcikova. La 28enne di Brno non ha dubbi di essere oggi una giocatrice migliore rispetto a quella che ha vinto la “Coupe Suzanne Lenglen” il 12 giugno del 2021. “Ho dovuto migliorare tutto e sviluppare il mio gioco perché anche le altre lo stavano facendo - dice -. Sono sicuramente migliorata sulle superfici veloci. È fantastico che si veda che io ho fatto dei progressi e che abbia la possibilità di giocare un’altra finale”.

Non è un personaggio/copertina Barbora ma a tennis ci sa giocare, ennesimo prodotto di una scuola, quella ceca, da sempre fucina di talenti. Arrivata fino al n.2 WTA, a febbraio del 2022 (e addirittura in vetta al ranking di doppio, ad ottobre del 2018), questo 2024 fin qui era stato tutt’altro che esaltante in singolare a causa di diversi problemi fisici (un po’ meglio in doppio, giocato con la tedesca Laura Siegemund dopo il “divorzio” dalla compagna di tanti successi fin da junior, la connazionale Katerina Siniakova: le due dovrebbero tornare a fare coppia per i Giochi di Parigi).

La grinta di Barbora Krejcikova (foto Getty Images)

Il 2024 di Barbora - “Prima del torneo ho avuto un periodo difficile - racconta -. Mi sono ripromessa che avrei cercato di godermi tutto di più. Del resto ho già ottenuto molti buoni risultati, voglio solo divertirmi piuttosto che essere stressata dal tennis e dalle prestazioni. Alla fine credo di essere riuscita a farlo. Mi sto godendo questo momento molto più di quanto non abbia fatto tre anni fa. All’inizio della stagione sui prati non avrei mai immaginato che in quattro settimane avrei potuto raggiungere una finale a Wimbledon, che avrei potuto essere una giocatrice diversa. Ma sono felicissima di essere riuscita a lottare contro tutto”.

La stagione della 28enne di Brno, iniziata appena dentro la top ten, era partita bene con i quarti a Melbourne (fermata da Sabalenka lanciata al trionfo bis), i primi in uno Slam in due anni: poi tra un infortunio alla schiena, una complicata forma influenzale ed una pessima stagione sul “rosso” la ceca ha finito per arrivare alla vigilia dello Slam british con un bilancio di 7 vittorie (ora salite a 13) e 9 sconfitte.

Un rovescio Radwanska style colpito da Barbora Krejcikova (foto Getty Images)

Il percorso sui prati di Church Road - A Wimbledon, dove ha già trionfato due volte in doppio (2018 e 2022), Barbora, n.32 del ranking e 31 del seeding, ha esordito superando dopo una battaglia durissima la russa Kudermetova (n.38 WTA), quindi due tie-break per sbarazzarsi della qualificata statunitense Volynets (n.69 WTA), mentre il ritiro a metà del secondo set della spagnola Bouzas Maneiro (n.83 WTA), protagonista all’esordio dell’eliminazione della campionessa uscente Vondrousova, le ha permesso di tirare il fiato: negli ottavi ha eliminato in due set l’altra statunitense Collins, n.11 del ranking e del seeding, quindi ancora un successo in due set tirati sulla lettone Ostapenko (n.14 WTA), 13esima testa di serie, ed in semifinale la vittoria in rimonta sulla kazaka Rybakina, n.4 del ranking e del seeding, campionessa nel 2022.

Proprio contro la giocatrice - Rybakina - con il 90,5% di vittorie nel main draw di Wimbledon (miglior percentuale nell’Era Open dopo Ann Jones e Steffi Graf), Krejcikova ha confermato esattamente quello che era accaduto nei loro confronti precedenti: per la terza volta ha perso il primo set, ma poi ha vinto in rimonta.

La felicità di Barbora Krejcikova (foto Getty Images)

Jana sempre nel cuore - E dopo la vittoria in “semi” ancora una volta, commossa, ha ringraziato Jana Novotna, la ceca specialista del serve-and-volley vincitrice a Wimbledon nel 1998 (ma finalista anche nel 1993 e nel 1997), che l’ha allenata dal 2014 al 2017, l’anno in cui è scomparsa a causa di un cancro alle ovaie. “Io e lei abbiamo parlato delle sue partite - dice ancora Krejcikova nella conferenza stampa post-partita - certo è passato un po' di tempo dall’ultima volta che lo abbiamo fatto, quindi non so dirvi esattamente quello che ci siamo dette…. Spero che sia orgogliosa di quello che ho fatto”.

Sì perché quando Barbora stava facendo il passaggio da junior a “pro” lei e i suoi genitori erano andati a trovare Novotna a casa sua per chiedere consigli. E Jana non solo glieli aveva dati ma era addirittura diventata il suo coach.

Tutta la gioia di Barbora Krejcikova (foto Getty Images)

Un Centrale di…mattoncini colorati - La 28enne ceca il Centre Court lo conosce bene, avendo vinto qui due titoli di doppio nel 2018 e nel 2022 con Katerina Siniakova. Ed ora che si sta rapidamente costruendo una reputazione “erbivora” anche in singolare sta pensando di realizzarne uno tutto suo, anche se in versione Lego, il suo modo preferito per passare il tempo durante i ritardi per pioggia.

Ultimo step, Paolini - Si sono incontrate solo una volta, al primo turno delle qualificazioni dell’Australian Open 2018, quando entrambe erano classificate fuori dalla top 100: Krejcikova ha vinto quel match 62 61. “Ad essere sincera, non ricordo la partita - dice la ceca -. È passato molto tempo. È stato un grande viaggio per entrambe raggiungere la finale di Wimbledon". Quel che è certo è che per l’ottava volta in otto anni, ci sarà un nome diverso sul “Venus Rosewater Dish”.

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