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Krejcikova, trionfo per Jana: “Il giorno più bello della mia vita”

Nella conferenza stampa dopo il successo a Wimbledon, Barbora Krejcikova torna sul suo rapporto con Jana Novotna, l’ex coach scomparsa troppo presto. “So cosa significasse Wimbledon per lei: mi direbbe di essere molto fiera di me. Come ho fatto a vincere il torneo? Ancora non me ne capacito”

13 luglio 2024

Uno Slam l’aveva già vinto, tre anni fa a Parigi. Ma Wimbledon è Wimbledon, così nella personale classifica di Barbora Krejcikova la vittoria ai Championships ha già scalzato quella al Roland Garros. Questo è il giorno più bello della mia vita – ha detto – e sto giocando il mio miglior tennis di sempre. Sono fiera di come ho saputo gestire la finale, impegnandomi al massimo in tutti gli aspetti, sia nel gioco sia dal punto di vista mentale. Continuo a non avere idea di come sia riuscita a vincere questo torneo, anche perché ho dovuto affrontare tante avversarie di livello sin dal primo turno. Ho cercato di pensare partita per partita, e via via mi sono sentita sempre meglio. Non so come sia successo, ma eccomi qua”.

A conti fatti, la differenza con Jasmine Paolini l’ha fatta un game, il settimo del break decisivo. Ma anche la capacità della ceca di gestire alla perfezione i momenti chiave. “Sicuramente l’abitudine a giocare le finali Slam, data da doppio e doppio misto (ne ha vinte otto, ndr), mi ha aiutato. È stato un vantaggio. Ho iniziato la partita alla grande, poi nel secondo set Jasmine è salita di livello. È come se si fosse lasciata un po’ andare, superando lo stress e giocando più libera. Ho comunque avuto delle occasioni, ma non sono riuscita a prenderle. Nel terzo siamo riuscite entrambe a tenere i nervi salvi, io ho solo cercato di lottare su ogni palla con la convinzione che prima o poi un’occasione sarebbe arrivata. È successo, e l’ho colta”.

Barbora ha chiuso al termine di un decimo game del terzo set da 16 punti, il più lungo dell’incontro, al terzo match-point e dopo aver salvato (da campionessa) due palle-break. “Sul 5-4 – ha spiegato – sapevo che non sarebbe stato facile chiudere la partita, ma avevo la convinzione di potercela fare. Ho iniziato bene quel game (30-0, ndr), ma Jasmine è rientrata subito. Rispondeva molto bene, quindi mi sono detta solamente di cercare di mettere in campo più prime palle possibile, e cercare di giocare con coraggio. Dopotutto, se non avesse funzionato ci saremmo trovate sul 5-5, il match sarebbe comunque stato ancora vivo. Mi sarei fatta trovare pronta anche in quel caso”.

Buona parte della conferenza stampa della campionessa è stata incentrata sul suo rapporto con Jana Novotna, la sua ex allenatrice (e campionessa di Wimbledon) scomparsa prematuramente. “L’unica cosa che ho continuato a pensare – ha detto Barbora – è che mi manca tanto. Vedere il mio nome nel tabellone delle vincitrici vicino al suo è stato molto emozionante. Credo che sarebbe fiera di me, anche perché Wimbledon per lei era un torneo speciale. La sogno spesso, nei sogni ci parliamo. Cosa vorrei dirle oggi? Nulla, preferirei ascoltare ciò che lei direbbe a me. Mi direbbe che è estremamente fiera di me, e molto molto contenta”.

Vincere qualsiasi Slam – ha detto ancora – è un risultato incredibile, quindi lo è anche vincere qui. Ma non posso dire che il mio sogno da bambina fosse di vincere questo torneo. Ho ritrovato un piccolo quaderno di quando ero bambina, nel quale scrissi che il mio sogno era di vincere il Roland Garros. Le mie ambizioni nei confronti di Wimbledon sono cambiate quando ho conosciuto Jana Novotna, che mi ha raccontato un sacco di aneddoti su questo torneo, su quanto era stato difficile per lei riuscire a vincerlo e su che tipo di emozioni aveva provato nel riuscirci. Da allora ho iniziato a vedere Wimbledon come il torneo più importante del mondo”.

“Cosa penso del fatto che i successi in doppio non ricevano le stesse attenzioni del singolare? Sono due specialità diverse. Per me è un risultato incredibile vincere uno Slam in qualsiasi categoria, ma capisco che agli occhi dei media e degli appassionati il singolare abbia un altro valore. Mi piacerebbe che il divario fosse minore, ma non c’è molto che io possa fare”.

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