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Sinner a parte, l’ultimo torneo stagionale del Grande Slam ha offerto anche altre indicazioni importanti sul momento dei circuiti ATP e WTA. Dal probabile cambio della guardia definitivo alla conferma Sabalenka, gli Usa ritrovati, l’Italia di qualità e quantità, e non solo
10 settembre 2024
La splendida vittoria di Jannik Sinner a New York ha giustamente monopolizzato l’attenzione, in Italia e no. Ma lo Us Open non ha solo ribadito il valore del numero uno del mondo, destinato a vincere ancora molto, lasciando anche tante altre indicazioni sul momento che sta attraversando il circuito. Ecco le più significative.
IL DEFINITIVO CAMBIO DELLA GUARDIA?
Era dal 2002, 22 anni fa, che nessuno dei quattro tornei del Grande Slam finiva nelle mani di uno dei Big Three: Novak Djokovic (24 titoli), Rafael Nadal (22) e Roger Federer (20). È successo quest’anno e non è un caso che a spartirsi i quattro Major siano stati Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, di gran lunga i due giocatori più forti del pianeta in questo momento, anche se Djokovic non sarà d’accordo. Il serbo ha fatto un miracolo da fenomeno a Parigi 2024, ma l’ha pagato a New York e l’impressione – supportata dalla sua carta d’identità – è che questo problema possa diventare sempre più frequente. Magari vincerà ancora qualche titolo Slam, ma per lui sarà sempre più complicato mantenere certi livelli con continuità ed è fisiologico sia così. Dunque, Sinner e Alcaraz avranno (ora sì) davanti a sé una lunga serie di occasioni.
FINALMENTE STATI UNITI: IN 4 IN SEMIFINALE
È mancata la vittoria che lo scorso anno era andata a Coco Gauff, ma per gli Stati Uniti lo Us Open 2024 rimane uno dei più felici da parecchio tempo a questa parte. Perché hanno piazzato due giocatori in finale e quattro in semifinale, ritrovando con Taylor Fritz una finale maschile che mancava addirittura dal 2009, quando Roddick perse un match a dir poco rocambolesco contro Federer sul Centre Court di Wimbledon, per 16/14 al quinto set. Fritz non è Roddick e si è visto contro Sinner, ma è un giocatore che a piccoli passi continua a crescere e, qualora ci fossero altre possibilità, potrebbe inserirsi di nuovo nella lotta per gli Slam. Bene anche Tiafoe, capace di due semifinali in tre anni, così come Pegula e Navarro. Caduta in anticipo la Gauff, eliminata proprio dalla Navarro, non l’hanno fatta rimpiangere.
SABALENKA REGINA DEL CEMENTO
Mentre a livello maschile la classifica ATP dice che il più forte è Jannik Sinner e lo Us Open ne ha fornito una conferma molto chiara, fra le donne la situazione è al contrario. Perché a guidare il ranking c’è Iga Swiatek, ma due Slam li ha vinti Aryna Sabalenka, sempre più dominatrice sul cemento. Degli ultimi quattro Major sul duro la bielorussa se ne è presi tre, e in quello mancato (lo Us Open dello scorso anno) è arrivata in finale. Una continuità di risultati che a livello femminile vale ancora di più, in un circuito che negli anni recenti ha distribuito Slam a moltissime giocatrici. Oggi la Sabalenka sarebbe una numero uno altrettanto credibile rispetto a quando lo sia Iga Swiatek, che rimane in testa grazie a quanto ha fatto fino al Roland Garros, e in particolare proprio sulla terra battuta. Ma Aryna è cresciuta anche lì e se non fosse stata costretta a saltare Wimbledon per infortunio vien da pensare che il distacco in classifica sarebbe minimo. Al 2024 restano ancora alcuni tornei importanti e sul duro la più forte è lei. Può vincere ancora.
LE DIFFICOLTÀ DI ALCARAZ (E DEGLI ALTRI)
Detto che quest’anno ha vinto comunque due Slam, peraltro su due superfici diverse, è impossibile negare che Carlos Alcaraz stia attraversando un periodo così così, per non dire complicato. A Parigi si è lasciato scippare l’oro in due tie-break, a dimostrazione di come la forza mentale di Djokovic sia ancora inarrivabile, e quanto successo negli Stati Uniti dice che ha pagato il contraccolpo a livello psicologico. Perché può capitare di sbagliare un torneo, ma non dovrebbe succedere nei Major e nemmeno andando fuori al secondo turno contro Botic van de Zandschulp. Per ritrovare un po’ di fiducia, Carlitos ha detto sì alla chiamata di David Ferrer per la Coppa Davis: basterà? Ad aiutare Sinner anche le difficoltà degli altri: Zverev aveva una chance di finale e l’ha gettata alle ortiche, Medvedev non fa più paura da un pezzo e chi sta dietro non ha – e forse mai avrà – il livello per vincere determinati tornei.
ITALIA: QUALITÀ E QUANTITÀ
Lo Us Open 2024 rimarrà quello del trionfo di Jannik Sinner, ma al nostro tennis maschile ha dato anche altro. Per la prima volta ci sono stati la bellezza di sei italiani al secondo turno, e per la prima volta ne abbiamo poi portati quattro al terzo round: Sinner più Lorenzo Musetti, Flavio Cobolli e Matteo Arnaldi. Eccetto Jannik si sono fermati tutti lì e forse si poteva fare ancora meglio, ma è la prova che il nostro tennis riesce a produrre grandissima qualità partendo dalla quantità. Tanto che nella classifica ATP di lunedì gli italiani fra i primi 50 del mondo sono addirittura sette, e il ct della nazionale Filippo Volandri può permettersi di dormire sonni tranquilli pur non avendo a disposizione a Bologna i nostri due giocatori di punta. Un lusso che fino a qualche tempo fa avremmo invidiato agli altri, mentre oggi è tutto nostro.
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