Chiudi

-
Slam

Medvedev lancia la sfida a Jannik: "Sto crescendo, ma dovrò dare il massimo"

"In più - spiega il russo - quando si arriva così avanti nel torneo, il pubblico è sempre più coinvolto e tutto diventa ancora più emozionante. Nei precedenti tornei americani non avevo trovato il mio tennis, ma ora è cambiato tutto e mi sento bene”

03 settembre 2024

20240903_Medvedev_2.jpg

Daniil Medvedev continua a macinare avversari agli Us Open. E se in Australia Nuno Borges gli aveva creato dei problemi, con il russo che vinse in quattro set, stavolta l'incontro è andato liscio dal principio alla fine.

“Per il mio avversario non è stata la giornata migliore, ma io ho giocato davvero bene. Sento che sto crescendo partita dopo partita, servo meglio e rispondo meglio. In più, quando si arriva così avanti nel torneo, il pubblico è sempre più coinvolto e tutto diventa ancora più emozionante. Nei precedenti tornei americani non avevo trovato il mio tennis, ma ora è cambiato tutto e mi sento bene”.

Molte volte si è parlato di Medvedev in riferimento alla sua mentalità: apparentemente debole (soprattutto a inizio carriera) nei suoi scatti d'ira, ma forte nella battaglia.

“Dico una cosa banale, ma nel tennis la parte mentale è decisiva, in questo senso. Penso che l'importante sia pensare sempre al prossimo step, al fatto che c'è sempre una prossima partita da giocare e un prossimo torneo da vincere. Ma per chi poi comincia a perdere di frequente, è complicato continuare a spingere a tutta. È normale avere dei cali. Chi riesce a restare concentrato sul futuro ha maggiori chance”.

20240903_Medvedev_3.jpg

Tecnicamente, il tennis del russo è completo in ogni reparto. Ma sul rapido due colpi decisivi sono sempre servizio e risposta.

“I problemi alla spalla durante il servizio mi hanno dato fastidio a lungo quest'anno, soprattutto in allenamento, perché durante il match con l'adrenalina spariva qualsiasi dolore. Ma ormai mi sento meglio, sono una cosa superata. Ora posso allenarmi regolarmente”.

“La risposta da lontano? Gilles (Cervara, il coach, ndr) me lo ha proposto e sono abbastanza sicuro di essere stato contrario all'inizio. Ma ha avuto ragione lui. Se andate a rivedere certi match che ho giocato in passato, vedrete che rispondevo poco e male, facevo pochi punti stando vicino alla linea di fondo. Poi ho cominciato a stare più lontano, sia sulla prima sia sulla seconda. E questo atteggiamento mi ha permesso di vincere tante partite perché ho potuto entrare nello scambio e giocarmelo. A volte provo a stare più vicino, per non dare riferimenti al mio avversario, ma sono occasioni rare”.

20240903_Medvedev_1.jpg

“So che gioco meglio i tornei dello Slam rispetto agli altri, ma non ho una spiegazione precisa in merito a questo. Tanto che ancora oggi, quando mi chiedono se preferisco giocare due su tre o tre su cinque, rispondo due su tre. Ma la verità è che forse negli Slam trovo maggiori motivazioni, riesco meglio a capire il mio avversario. Oppure ho delle buone scusanti per quando non ho fatto abbastanza negli altri eventi, problemi fisici o cose del genere. In ogni caso spero che il trend della mia carriera continui a essere questo”.

Ora c'è il quarto di finale con Jannik Sinner, snodo cruciale probabilmente per l'intero torneo. I precedenti dicono che Daniil ha vinto 7 volte su 12, le prime 6 in fila e poi l'ultima, nei quarti di Wimbledon.

“Contro Jannik? Abbiamo quasi sempre giocato dei match molto molto duri, eccetto un paio. E proverò a pensare maggiormente alla nostra sfida di Wimbledon, rispetto a quella di Melbourne (sorride, ndr). Ci conosciamo molto bene ormai e cerchiamo di capire cosa farà l'altro, ma poi alla fine la decisione arriva sempre sui momenti decisivi: la palla break, il set-point... Senza dubbio sono consapevole del fatto che se voglio batterlo dovrò dare il meglio di me stesso”.


Non ci sono commenti
Loading...