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Nel giovedì sera londinese, erano pochissimi gli occhi senza lacrime sul Centre Court, addobbato a festa per celebrare la carriera di una leggenda del nostro sport, con tanto di picchetto d’onore di ex fuoriclasse...
05 luglio 2024
Quello andato in scena sul Centre Court di Wimbledon non è stato un normale match di doppio, ma un’autentica celebrazione. Una delle ultime occasioni di vedere in azione uno dei migliori giocatori al mondo: Sir Andy Murray.
Alla fine i fratelli Murray hanno perso il loro match in due set contro la coppia australiana formata da Rinky Hijikata e John Peers, con il punteggio di 7-6 6-4. Non sono però mancati sprazzi di bel tennis per Andy, che è tornato a giocare solo recentemente dopo un'operazione alla schiena e che, proprio a causa dei postumi dell’intervento, ha dovuto rinunciare alla passerella d’onore in singolare. Il 37enne scozzese sarà dunque contento di aver superato indenne l’incontro prima di fare coppia con Emma Raducanu per il confronto di “misto” che lo attende.
Nel giovedì sera londinese, erano pochissimi gli occhi senza lacrime sul Centre Court, addobbato a festa per celebrare la carriera di una leggenda del nostro sport, con tanto di picchetto d’onore di ex fuoriclasse della racchetta e campioni ancora in attività, tra cui l’avversario di mille battaglie Novak Djokovic.
Murray, anche lui in lacrime, ha avuto il giusto, commovente commiato dopo l’incontro e ha riflettuto sul fatto di aver giocato proprio oggi, per la prima volta in carriera, al fianco del fratello Jamie, titolare di 7 Grand Slam nella specialità di coppia: "È stato davvero speciale. Non abbiamo mai avuto la possibilità di farlo”, ha detto prima di dedicarsi ai giornalisti in una affollatissima conferenza stampa post-match.
“La partita - ha spiegato Andy - è stata dura. Fisicamente è stato difficile per me ma abbiamo fatto una discreta figura. Sono stato fortunato a poter giocare questo match speciale anche se sarebbe potuto andare un po' meglio”.
Non ha dubbi, l’ex numero 1 al mondo, sull’emozionante tributo che gli è stato dedicato: “È stato davvero bello. Quando hanno mostrato il video mi girava la testa. È difficile in quei momenti perché ci sono molte persone che vuoi ringraziare e a cui rivolgerti. È stato emozionante. Sai che stai arrivando alla fine di qualcosa che hai assolutamente amato fare per così tanto tempo. È stato molto bello che molti giocatori siano rimasti. Ovviamente ho buoni rapporti con i ragazzi britannici che erano lì, ma c’era anche chi, nonostante avesse giocato oggi, ha voluto rimanere nonostante l'ora tarda”.
Il tre volte campione Slam ha anche commentato la presenza in tribuna della famiglia: “Non sapevo che sarebbero venuti. Quando stavamo aspettando di entrare in campo nello spogliatoio, ho visto su uno dei televisori che i miei figli erano lì, seduti accanto a mia moglie. È stato bello. Erano presenti solo a un'altra partita che ho giocato, a Nottingham l'anno scorso e io non sapevo nemmeno che fossero lì. Anche se penso che il mio secondo - perdonatemi ma preferisco non chiamarli per nome - ha fatto fatica perché era ben oltre l'ora di andare a letto (sorride, ndr)”.
E a chi gli chiedeva come avrebbe voluto essere ricordato… “Trovo che sia abbastanza difficile rispondere a queste domande perché non penso che spetti a me giudicare il mio operato. Ci sono cose nella mia carriera di cui sono davvero orgoglioso. Di certo non ho fatto tutto al meglio. Sono stato un giocatore tutt'altro che perfetto ma, indipendentemente dagli alti e bassi, che si trattasse di vincere tornei, delle sconfitte dolorose, di un’operazione o di una battuta d'arresto, ho saputo lavorare ogni giorno con la stessa dedizione, etica del lavoro e passione, che ho avuto il giorno prima. Ho fatto del mio meglio, è di questo che sono orgoglioso”.
Sul suo ritiro dalle competizioni, ha commentato: “Sono pronto per smettere perché non posso più giocare al livello che vorrei. Certo, mi piacerebbe farlo per sempre, ma anche oggi che ho disputato solo una partita di doppio in cui fisicamente non si è molto impegnati, ho avuto diversi problemi. Le mie velocità di servizio e il resto del mio gioco sono lontanissimi dal mio livello abituale. Quest'anno è stata dura con la caviglia, poi l'intervento chirurgico alla schiena, e ovviamente l'anca. Se sapessi che il mio corpo è in grado di supportarmi, continuerei a giocare perché non c'è niente di questo sport che odio. Mi piace viaggiare, amo la competizione, allenarmi, cercare di migliorare, tutte queste cose. Ma so che è arrivato il momento per dire basta”.
Per chiudere: “Sono felice che sia finita. Ovviamente cercherò di godermi il doppio misto. Dovrebbe essere divertente. Poi ho in programma una vacanza con la famiglia e le Olimpiadi. E questo è tutto”.
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