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Safiullin, l'antipersonaggio: "Sinner? Proverò a metterlo in crisi"

Roman Safiullin è una specie di russo di riserva. Laddove Medvedev, Rublev, Khachanov sono le sicurezze, lui si sta scoprendo sorpresa. Con i quarti di Wimbledon che adesso diventano un punto di svolta importante in una carriera per la verità già decollata da qualche tempo a questa parte

09 luglio 2023

Roman Safiullin è una specie di russo di riserva. Laddove Medvedev, Rublev, Khachanov sono le sicurezze, lui si sta scoprendo sorpresa. Con i quarti di Wimbledon che adesso diventano un punto di svolta importante in una carriera per la verità già decollata da qualche tempo a questa parte.

“Non ho ancora realizzato – dice – di aver raggiunto i quarti di finale a Wimbledon, alla mia prima volta nel main draw. Non ho mai giocato molto su erba, dunque non avevo aspettative. A Londra l'erba è diversa rispetto ad altri tornei, per esempio Halle e Maiorca, dunque bisogna capire come adattarsi”.

Il prossimo rivale? Jannik Sinner, per una sfida che non è un inedito. “Contro Jannik ho già giocato in ATP Cup e fu la mia prima volta contro un top 10. Per me quel match fu molto difficile, ma qualche problema glielo avevo creato, dunque spero di trovare il modo di metterlo in difficoltà anche stavolta”.

La crescita di Safiullin è stata frenata da tanti problemi fisici. “Gli infortuni? Il più serio l'ho avuto alla spalla, quando ero junior, dopo gli Australian Open. Ci volle parecchio tempo per rientrare, ma subito mi ritrovai con un altro problema, stavolta alla caviglia. Qualcuno riesce a recuperare più in fretta, altri hanno bisogno di più tempo, e io sono tra quelli”.

 

Roman parla poco e sta benissimo nei panni dell'antipersonaggio, un po' sulla scia di Aslan Karatsev. “Dovrei cambiare hotel adesso? E perché mai, dove sto mi trovo bene, non mi pare il caso. Anche se non è un cinque stelle, il letto è comodo e sto bene. Davvero, perché mai dovrei cambiarlo? Il premio per i quarti? Non ho ancora guardato l'importo dell'assegno, ma immagino che sia tale da potermi permettere qualche investimento sul mio team. Detto questo, mi auguro di fare ancora meglio in futuro. Ma per adesso non ho ancora uno sponsor per l'abbigliamento”.

Intanto, mentre lui sta scrivendo la propria storia, non disdegna nemmeno di ricordare quella altrui. “Quando entriamo è bello vedere la storia di questo torneo attraverso i vincitori. Quando ero bambino lo guardavo in tivù, ricordo le vittorie di Federer, ma anche di Rafa. Bellissimi momenti, un'emozione giocare dove hanno giocato loro. Essere top 100? Sicuramente è qualcosa che può dare fiducia, può aiutare a credere maggiormente in se stessi. Spero di continuare su questa strada”. 

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