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Sul mitico Centre Court Jannik, ottavo favorito del seeding, mai così avanti in uno Slam, cede in tre set a Nole, già sette volte vincitore su questi prati. Il serbo giocherà domenica la 35esima finale Slam, la nona sui prati di Church Road
di Tiziana Tricarico | 14 luglio 2023
Un Nole in versione Mary Poppins, ovvero praticamente perfetto sotto ogni punto di vista. Almeno per i primi due set. Nel terzo lui è un filino calato l’altro - “Uno dei leader nella new generation” (definizione proprio di Djokovic nell’intervista sul campo)- ha tirato fuori il suo tennis migliore, anche se non è bastato per allungare la partita, nonostante due set-point. Per battere questo Nole che dice che “i 36 anni sono i nuovi 26” ci vuole un po’ di collaborazione da parte sua. E notoriamente lui non è un tipo collaborativo.
Termina in semifinale - la prima per lui a livello Slam - la corsa di Jannik Sinner a Wimbledon, terzo Slam stagionale che si sta avviando alle fasi decisive sull’erba dell’All England Club di Londra. L’altoatesino era il terzo azzurro nella storia al penultimo atto dei “The Championships” dopo Nicola Pietrangeli (1960) e Matteo Berrettini (2021), ed il più giovane ad essere riuscito nell’impresa.
Sul mitico Centre Court il 21enne di Sesto Pusteria, n.8 ATP ed ottavo favorito del seeding, ha ceduto 63 64 76(4), dopo una battaglia di oltre due ore e tre quarti, al serbo Novak Djokovic, n.2 del ranking e del seeding, sette volte vincitore su questi prati. Per Nole è la 35esima vittoria del 2023 a fronte di sole 4 sconfitte ma è imbattuto nei Major: a Wimbledon giocherà la nona finale, la 35esima in uno Slam.
Potrete seguire la semifinale Sinner-Djokovic su SuperTennis, in chiaro, stasera alle 21.
The streak continues...@DjokerNole defeats Jannik Sinner 6-3, 6-4, 7-6(4) to reach his ninth #Wimbledon final pic.twitter.com/mAGLUmVhOr
— Wimbledon (@Wimbledon) July 14, 2023
E sono grandi numeri quelli del fuoriclasse di Belgrado: 11 ace e nessun doppio fallo, il 58% di prime in campo con il 75% di punti ottenuti ed il 60% dei punti vinti con la seconda. Due sole palle-break (altrettanti set-point nel decimo gioco del terzo set) concesse ed annullate: 33 vincenti a fronte di 21 gratuiti. Resta il rammarico per l’altoatesino che pure ha chiuso con ben 44 vincenti ma anche con 35 errori non forzati.
Mai nella storia di Wimbledon c’era stata una “semi” con una differenza d’età tanto marcata (14 e 86 giorni). Il match. Il 36enne fuoriclasse di Belgrado aveva battuto Jannik in entrambe le sfide precedenti, disputate al primo turno del Masters 1000 sulla terra di Monte-Carlo nel 2021 e proprio a Wimbledon nei quarti dello scorso anno recuperando due set di svantaggio. Piove e quindi si gioca con il tetto chiuso, quindi indoor.
Subito una “slittatina” per Jannik nel primo punto della partita, come se l’erba fosse un po’ umida: nonostante questo, nel game d’apertura del primo set l’altoatesino si procura con personalità due palle-break che Nole annulla. In compenso, nel gioco successivo, tre errori di fila di diritto confezionano il break per il serbo (2-0) che poi lo conferma (3-0). Nel quarto game un diritto incrociato di Sinner sulla palla-break termina largo di un soffio e Djokovic sale 4-1. L’ex numero uno del mondo amministra il vantaggio e nel nono gioco, con tre ace di fila ed una prima vincente, si assicura il 6-3 in una frazione nella quale mette a referto 9 vincenti contro 3 gratuiti (13 contro 6 il bilancio per l’azzurro, ad ulteriore riprova che nel tennis i punti non sono tutti uguali…).
Passaggio a vuoto di Jannik nel terzo game del secondo parziale dove si ritrova sotto 0-40, innervosito dalla capacità del suo avversario di rispondere SEMPRE: annulla le prime due palle-break ma sulla terza è ancora il diritto a tradirlo (2-1). Nel terzo punto del gioco successivo il giudice di sedia, il britannico Richard Haigh, dà il “quindici” a Sinner (punto disturbato) perché Djokovic ha urlato un po’ troppo nel colpire la palla: “Stai scherzando?”, gli chiede il serbo ma poi “abbozza”.
Dopo aver mancato l’opportunità del 3-1, Nole offre la palla del contro-break all’azzurro che però sotterra in rete il diritto: il serbo becca anche un “warning” per aver violato la regola dei 25 secondi (ad Haigh la personalità non manca di sicuro) e poi riesce ad allungare sul 3-1. Nel settimo game l’azzurro risale da 15-40 evitando il doppio-break (4-3) ma non può impedire a Djokovic di chiudere 6-4 con l’ace numero sei.
Nella terza frazione ancora problemi per l’azzurro nel terzo gioco: sotto 0-40 annulla la prima palla-break al termine di uno scambio asfissiante che la metà basta, la seconda con un ace, la terza con una prima vincente e poi con il secondo ace del game sale 2-1. E ritrova motivazione per non mollare. Nell’ottavo game, avanti 4-3, Sinner non chiama un “falco” su una palla che pizzica la riga e che potrebbe mandare Nole indietro 0-30 sul suo servizio: per sua fortuna non lo sa. Ad ogni modo continua a tenere con disinvoltura i propri turni di battuta e sale 5-4. Nel decimo gioco il serbo concede le prime due palle-break del match che sono anche altrettanti set-point: sulla prima Jannik spedisce il rovescio incrociato in corridoio sulla seconda invece il diritto, innervosendosi.
Intanto Novak trova il tempo di polemizzare con il pubblico (un po’ poco british nell’occasione a dire il vero) ma intanto con il quarto punto consecutivo agguanta il 5 pari siglato da un diritto al volo. E’ il tie-break a decidere, con il serbo che ha vinto gli ultimi 14 giocati. L’azzurro prende un mini-break di vantaggio (2-0) ma lo restituisce commettendo il secondo doppio fallo dell’incontro e dal 3-1 si ritrova 3 pari. Nel nono punto Nole si prende un altro mini-break (5-4), Sinner caccia in rete un altro diritto (6-4) e poi con il rovescio in rete dell’azzurro chiude per 7 punti a 4, centrando la sua nona finale a Wimbledon, la 35esima in uno Slam. Chapeau!
Il tennista allenato da Simone Vagnozzi e Darren Cahill era alla terza partecipazione al tabellone principale dei “The Championships” ed ha migliorato i quarti dello scorso anno quando si era arreso a Djokovic dopo essere stato in vantaggio per due set a zero. Proprio su questi campi Sinner 12 mesi fa ha vinto i suoi primi match sull’erba.
Quest’anno ha battuto nettamente prima l’argentino Juan Manuel Cerundolo, n.111 del ranking, e poi l’altro argentino Schwartzman, n.98 ATP: al terzo turno contro Halys, n.79 del ranking, non ha giocato al massimo - cedendo un set - ma non serviva. Ed anche negli ottavi contro il colombiano Galan, n.85 ATP, è sembrato un po’ “trattenuto”, ma nonostante tutto ha chiuso in tre set, così come nei quarti contro l’esordiente russo Safiullin, n.92 ATP, al quale ha concesso il secondo set del torneo. Contro Djokovic, n.2 del ranking e del seeding, con un’esperienza enorme di sfide Slam, ci ha provato, creandogli grossi problemi nel terzo set. Un’altra lezione da imparare, e la prossima volta andrà meglio.