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Dopo la rimonta di Wimbledon contro Arnaldi, l’eroe afroamericano ha fatto una profonda autocritica sugli avversari coi quali ha perso da un anno in qua, quand’era top 10. Contro l’amico spagnolo dovrà attaccare come fece agli US Open 2022
di Vincenzo Martucci | 05 luglio 2024
“Nell’ultimo anno ho perso contro dei pagliacci”. A Wimbledon, Frances Tiafoe concorre al premio la dichiarazione del torneo, che gli torna pericolosamente indietro come un doppio boomerang: come atto di autocritica molto pesante, come atto denigratorio verso i colleghi. Per salvarsi ha una sola possibilità: battere oggi Carlos Alcaraz ai Championships come due anni fa ha battuto Rafa Nadal agli Us Open, ancora contro uno spagnolo, ancora con l’unica arma dell’attacco ad oltranza, del rischio più estremo, del ritmo più forsennato, del match da “o la va o la spacca”. In palio, per l’afroamericano di personalità che più trascina il suo popolo e tantissimi teenagers con un’attitudine scanzonata e arguta, c’è il primato nel clan dei giovani yankees, nel quale ogni giorno alza la testa uno nuovo, ma dove nessuno riesce a svettare per davvero. Nel gruppo e tantomeno al vertice. Con mamma America che ancora aspetta l’erede dei numeri 1, Agassi & Sampras.
SCINTILLA
Frances è un passionale, uno da passioni e reazioni violente, un agonista nato, un guerriero vero, che ha bisogno di sempre maggiori motivazioni. Nel Tempio, a dargli la scintilla è stata la frustrazione e la rabbia dei due set a zero che stava subendo da parte di Matteo Arnaldi, l’ennesimo italiano giovane che si butta nella lotta ma si sta costruendo armi giuste ed esperienza, soprattutto su una superficie alternativa come l’erba, ed intanto strappa scalpi vip, come quelli di Andrey Rublev, Arthur Fils ed Ugo Humbert. Poteva accettare ancora la situazione, poteva arrendersi e trovare altre scuse, Tiafoe, invece ha reagito, ha cambiato decisamente passo, cioé ritmo, accelerando i tempi così tanto da farli perdere all’italiano, firmando la sua prima rimonta da due set a zero sotto e dando una svolta alla stagione, dopo aver vinto solo due volte due match di fila in un torneo ed essersi stabilizzato a cavallo dei top 30. Lui che ha legittime ambizioni da top 10.
CONFESSIONE
“E’ brutale. E’ tutto alti e bassi. Questa settimana, esattamente dodici mesi fa, ero 10 del mondo e ora sono a malapena testa di serie, da un anno perdo contro dei clown… Odio dirlo, ma sono onesto: sto avendo una brutta stagione, un po’ ovunque, ho dato il gioco per scontato e mi sono sentito un po’ troppo a mio agio, ho smesso di divertirmi e mi sono ritrovato in una posizione strana. Mi sono anche dimenticato cosa facevo per vincere. Ho iniziato a dubitare di me stesso. Ma così è il tennis. Come qualsiasi altra cosa: niente è sempre pesca e panna: dipende da quanto velocemente puoi uscirne”.
Prima soluzione: “Chiedere aiuto a Dio, agli amici e alla famiglia, e lavorare sul luogo oscuro della mente che abbiamo tutti, ricominciando a divertirmi sul campo”. La filosofia spiccia è ovvia, ma vincente: “C’è sempre la luce in fondo al tunnel. O provi a trovarla con piccole vittorie o continui a dispiacerti per te stesso e continui a fare la vittima. E’ lì che le cose diventano sempre più oscure, sempre più oscure”.
I bei souvenir del 2023 hanno aiutato, soprattutto i due titoli ATP, a partire da quello sull’erba di Stoccarda. Il problema all’anca con conseguente ritiro già al via al Queen’s gli ha regalato un’altra ruga, un altro pensiero negativo, un altro lamento, ma i successi nel Tempio, contro Arnaldi e Coric gli hanno restituito il sorriso e la speranza, come se avesse girato pagina dopo il 13-14 del bilancio stagionale vittorie-sconfitte pre-Wimbledon. Quali sono i clown cui si riferisce nella sua auto-accusa? Li abbiamo elencati: Shang, Machac, Giron, Paul, Koepfer (due volte), Tsitsipas, O’Connell, Shelton, Cachin, Coria, Rinderknech, Shapovalov, Draper, Hijikata.
SFIDA
Il problema di Tiafoe, tennista atipico, capace di grandi episodiche imprese e incapace di continuità partita dopo partita, torneo dopo torneo, è tener fede al ruolo di terzo top 10 afroamericano di sempre (dopo Arthur Ashe e James Blake), di primo ed unico rappresentante della Sierra Leone (dai genitori immigrati negli States), di “uno su mille ce la fa” del sogno americano (partendo da povero erede di un guardiano di circolo, di bambino prodigio dopo Michael Chang), di tutto talento e forza veloce a compensare centimetri e potenza.
Tiafoe non ha un gioco facile, ma ha tante armi, a cominciare della risposta, con un movimento secco, breve e fulminante come quello del servizio, che non si leggono, per continuare con la rapidità negli spostamenti, soprattutto a rete, con attacchi che sorprendono ed asfissiano l’avversario. Però, per fare lo stantuffo, come suggeriva “il ballerino del net” Stefan Edberg, “ci vogliono tante gambe e tantissima concentrazione”. E coraggio, e fiducia, e insistenza, e determinazione. Qualità che Frances qualche volta dimentica in qualche meandro della mente.
SVOLTA SPAGNOLA
Ma ritornando con la mente a quel 6 settembre 2022, contro il 22 volte campione Slam Rafa Nadal, l’eroe del tennis afroamericano ricorda che può diventare un gigante quando si presenta con la mentalità giusta di quello che non ha nulla da perdere, quando è armato di tutto punto e caricato a molla proprio come gli richiede la situazione e, non potendo sostenere lunghi scambi da fondo, deve impostare il match tutto sugli scambi brevi e tentare il tutto per tutto, rubando al mitico spagnolo l’iniziativa e quindi la possibilità di dettare i tempi di gioco.
Allora, con 49 vincenti (18 ace), la spuntò a sorpresa con l’indimenticabile 6-4 4-6 6-4 6-3.
“Ho giocato un tennis incredibile, non so nemmeno io cos’è successo”, raccontò a chi gli chiedeva di tutti quegli interventi, quasi in demi-volée, coi quali aveva esaltato il suo fantastico anticipo, rimanendo aggressivo per 3 ore mezza, mandando in sollucchero la folla di New York e qualificandosi ai quarti. Che poi diventarono semifinali dopo il successo contro Rublev, ma si fermarono lì, al quinto set, contro l’amico Carlos Alcaraz. Che ha 5 anni di meno, ma già tanti allori in più e col quale si trova a meraviglia fuori dal campo, con un confortante 1-1 nei testa a testa, avendolo battuto lo spagnolo, 17enne ed appena 119 del mondo, nel 2021 sulla terra di Barcellona.
“In campo smettiamo di essere amici”, ha già messo le mani avanti l’allievo di Juan Carlos Ferrero alla vigilia, da 3 del mondo, già 1, con 3 Slam in bacheca e il titolo di Wimbledon da difendere. “
Agli US Open giocammo un grande match, negli Stati Uniti, contro un americano. Mia io devo concentrarmi su di me, inserirmi nella realtà che vivo in quel momento, e Wimbledon non è New York, e provare a battere il prossimo avversario: così funziona il tennis. Frances è un grande giocatore e una bella persona. Si diverte sempre sul campo, è impressionante: cerca di imbastire uno show ogni volta in cui gioca- Sarà sicuramente una partita divertente da giocare e da guardare. Proverò ad usare tutte le mie armi per batterlo”.
Per i bookmakers non c’è partita: Alcaraz vincente è dato a 1.05, Tiafoe oscilla da 8.05 ad addirittura 11.
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