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Vic Seixas, più anziano campione Slam, festeggia 100 anni

E' il primo centenario tra i 152 campioni Slam della storia. L'americano, nato a Philadelphia il 30 agosto 1923, ha vinto in carriera Wimbledon 1953 e i Campionati degli Stati Uniti 1954.

di | 30 agosto 2023

Il primo dei 152 campioni Slam della storia a tagliare il traguardo del secolo di vita è lo statunitense Vic Seixas che oggi compie 100 anni. Nato a Philadelphia il 30 agosto 1923, Seixas in carriera ha vinto Wimbledon 1953 e Forest Hills 1954.
Seixas è da oltre due anni anni il più longevo campione della storia, titolo che ha strappato a Budge Patty (vincitore di Parigi e Wimbledon nel 1950), il quale è morto il 2 ottobre 2021 a 97 anni e 7 mesi.
Alle spalle di Seixas, tra i campioni Slam ancora in vita ci sono Frank Sedgman 95 anni, Nicola Pietrangeli 90 anni il prossimo 11 settembre, Neale Fraser 90 anni il prossimo 3 ottobre, Ken Rosewall 88 anni, Mal Anderson 88 anni, Roy Emerson 86 anni, Rod Laver 85 anni, Fred Stolle 85 anni il prossimo 8 ottobre e Bill Bowrey 80 anni il prossimo 25 dicembre.

SEIXAS - Nato a Philadelphia il 30 agosto 1923, da mamma di origini irlandesi e padre brasiliano, il suo nome è ancora oggi legato indissolubilmente ai Campionati degli Stati Uniti, torneo che ha giocato per 28 volte (record assoluto) dal 1940 al 1969, di cui 24 di fila (dal 1946 al 1969). Solo Jimmy Connors (115) e Roger Federer (103) hanno giocato più partite di lui nello Slam di casa (102). E fino a qualche anno fa era facile vederlo nella tribuna d'onore dell'Arthur Ashe Stadium ad ammirare le imprese di Federer, Nadal e Djokovic.
Il suo stile di gioco non sembrava quello di un campione, ma le sue qualità agonistiche e le sue indiscusse doti atletiche gli hanno consentito di essere tra i migliori della sua generazione. Sopperiva alla mancanza di tocco giocando sempre in modo aggressivo, proteso verso la rete come il naufrago verso la scialuppa di salvataggio.

Tre giorni dopo aver compiuto 17 anni esordì a Forest Hills: arrivò a condurre due set, al terzo turno, contro Francis Kovacs prima di arrendersi di schianto 6-1 al quinto. Per otto anni gli furono sempre fatali i primi turni e mai approdò ai quarti di finale. Era un giocatore incompiuto e neanche tanto bello da vedere. A dargli fiducia fu il quarto di finale sulla terra di Parigi del 1950 dove mise a ferro e fuoco uno Jaroslav Drobny irrefrenabile. Un mese dopo, da testa di serie numero 12, ottenne la prima semifinale Slam della carriera in quel di Wimbledon perdendo contro il funambolico Budge Patty. Ma a Forest Hills fu ancora un calvario, che finì però nel 1951 quando conquistò una inaspettata finale. Sembrò completamente trasformato quando scese in campo per affrontare il numero 1 Dick Savitt che dominò in quattro partite senza storia. In finale però si dovette piegare allo strapotere di Frank Sedgman che gli lasciò appena sei game.
L'anno che lo consacrò fu il 1953 che iniziò con la semifinale ai Campionati d'Australia, match che perse con onore contro il grande Ken Rosewall. A Parigi raggiunse la finale e ancora una volta fu Rosewall a imporgli il disco rosso.

Ai Championships gli assegnarono la testa di serie numero 2, proprio dietro Muscles. Qualcosa era cambiato nel suo tennis; era più solido, ma fu la determinazione e la concentrazione a renderlo imbattibile. Vide le streghe nei quarti con una versione ancora troppo grezza del genio di Lew Hoad: 5-7 6-4 6-3 1-6 9-7 per l'americano; ci vollero ancora cinque set per stoppare in semifinale Mervyn Rose, ma in finale ebbe vita facile e addomesticò il danese Kurt Nielsen, il quale si rese pericoloso solo nel primo set.
Forest Hills era pronto per incoronare il suo nuovo numero 1, ma neppure la decima partecipazione portò fortuna a Seixas, battuto ancora una volta in finale da Tony Trabert.
Ma a 31 anni e 8 giorni (nel 1954), vinse finalmente il torneo tanto amato (e poi la Coppa Davis); Trabert e Hoad, che erano i favoriti, uscirono ai quarti e Vic ebbe una finale agevole contro Rex Hartwig, il quale non aveva le armi e il gioco per impensierirlo. Senza più squilli, giocò ancora fino al 1969 quando di anni ne aveva 46, senza mai passare tra i professionisti. 

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