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Il grande tennis saluta Vic Seixas scomparso a 100 anni

Da quindi anni era il campione Slam più vecchio ancora in vita. Era nato il 30 agosto 1923 a Filadelfia e in carriera ha vinto Wimbledon 1953 e Forest Hills 1954.

di | 06 luglio 2024

Il tennis piange la scomparsa di Vic Seixas, morto ieri 5 luglio a 100 anni suonati. Da quasi quindici anni era il più vecchio campione Slam ancora in vita; cento anni compiuti il 30 agosto 2023. Nato a Philadelphia il 30 agosto 1923, da mamma di origini irlandesi e padre brasiliano, è ancora oggi legato indissolubilmente ai Campionati degli Stati Uniti, torneo che ha giocato per 28 volte (record assoluto) dal 1940 al 1969, di cui 24 di fila (dal 1946 al 1969). Solo Jimmy Connors ha giocato più partite di lui (115 contro 102). E fino a qualche anno fa era facile vederlo nella tribuna d'onore dell'Arthur Ashe Stadium ad amminare le imprese di Federer, Nadal e Djokovic.
Il suo stile di gioco non sembrava quello di un campione, ma le sue qualità agonistiche e le sue indiscusse doti atletiche gli hanno consentito di essere tra i migliori della sua generazione. Sopperiva alla mancanza di tocco giocando sempre in modo aggressivo, proteso verso la rete come il naugrafo verso la scialuppa di salvataggio.

Era un superbo tennista, rispettato e temuto da tutti i suoi rivali. Come Tilden veniva da Filadelfia, come Tilden maturò tardi e come Tilden seppe vincere sia a Wimbledon che a Forest Hills. Tre giorni dopo aver compiuto 17 anni esordì a Forest Hills: arrivò a condurre due set, al terzo turno, contro Francis Kovacs prima di arrendersi di schianto 6-1 al quinto. Per otto anni gli furono sempre fatali i primi turno e mai approdò ai quarti di finale. Era un giocatore incompiuto e neanche tanto bello da vedere. A darli fiducia il quarto di finale sulla terra di Parigi del 1950 dove mise a ferro e fuoco uno Jaroslav Drobny irrefrenabile. Un mese dopo, da testa di serie numero 12, ottene la prima semifinale Slam della carriera in quel di Wimbledon persa contro il funambolico Budge Patty. Ma a Forest Hills fu ancora un calvario, che finì però nel 1951 quando conquistò una inaspettata finale. Sembrò completamente trasformato quando scese in campo per affrontare il numero 1 Dick Savitt che domò in quattro partite senza storia. In finale però si dovette piegare allo strapotere di Frank Sedgman che gli lasciò appena sei game.
L'anno che lo consacrò fu il 1953 che iniziò con la semifinale ai Campionati d'Australia, match che perse con onore contro il grande Ken Rosewall. A Parigi raggiunse la finale e ancora una volta fu Rosewall a imporgli il disco rosso.
Ai Championships gli assegnarono la testa di serie numero 2, proprio dietro Muscles. Qualcosa era cambiato nel suo tennis; era più solido, ma fu la convinzione a renderlo imbattibile. Vide le streghe nei quarti con una versione ancora troppo grezza del genio di Lew Hoad: 5-7 6-4 6-3 1-6 9-7 per l'americano; ci vollero ancora cinque set per stoppare in semifinale Mervyn Rose, ma in finale ebbe vita facile nell'addomesticare il danese Kurt Nielsen che si rese pericoloso solo nel primo set.
Forest Hills era pronto per incoronare il suo nuovo numero 1, ma neppure la decima partecipazione portò fortuna a Seixas, battuto ancora una volta in finale da Tony Trabert.
Ma a 31 anni e 8 giorni (nel 1954), vinse finalmente il torneo tanto amato (e poi la Coppa Davis); Trabert e Hoad, che erano i favoriti, uscirono ai quati e Vic ebbe una finale agevole contro Rex Hartwig che non aveva le armi e il gioco per impensierirlo. Senza più squilli, giocò ancora fino al 1969 quando di anni ne aveva 46, senza mai passare tra i professionisti. 

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