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E' il terzo spagnolo ad arrivare in finale a Wimbledon dopo Santana e Nadal. Due set impeccabili, poi la tensione a rinviare l'epilogo di un match mai stato in discussione
14 luglio 2023
Sarà Alcaraz-Djokovic la finale della 137°edizione di Wimbledon. Lo spagnolo n.1 del mondo ha battuto 63 63 63 Daniil Medvedev e domenica sfiderà il serbo in un match che oltre al titolo metterà in palio anche la prima posizione del ranking. Dovesse essere Nole a spuntarla, la sua ottava affermazione varrebbe anche il sorpasso ai danni del murciano che, in caso di vittoria, consoliderebbe invece la sua leasdership.
PRIMO SET - Si comincia e come prevedibile sono i servizi a dominare. I primi sei game filano via lisci senza palle break con Alcaraz intenzionato a chiudere più rapidamente il punto e Medvedev in cerca della soluzione e delle risposte giuste con cui provare ad innescare lo scambio. Nel 6°game, una palla scivola via dalla tasca del russo e così ci si ritrova a giocare il punto, ma l'episodio, per quanto raro, non incrina la concentrazione del n.3 del mondo: un "challenge" e un servizio all'incrocio portano il parziale sul 3-3. Nell'8° game arriva la prima palla break per lo spagnolo: la seconda del russo è timida, Alcaraz la attacca forzando l'errore del suo rivale presentandosi al servizio per chiudere il set. Missione prontamente compiuta non concedendo lui nemmeno un punto: 6-3 Alcaraz.
SECONDO SET - Il murciano non molla la presa, insiste sul ritmo rischiando di andar fuori giri ma con un ace annulla la prima palla break del suo match. L'impressione è che Alcaraz disponga di più soluzioni per provare a entrare nel gioco altrui: discese a rete, smorzate, esplorazione costante di tutto il campo.
Nel 3°gioco Medvedev annulla due palle break. La terza il murciano se la costruisce con una volè da distanza ravvicinata, il russo accusa il colpo e pochi istanti dopo cede nuovamente il servizio. Alcaraz conferma il break e si porta in vantaggio 3-1.
Medvedev continua a cercare il modo di impensierire il servizio del suo avversario che, a differenza di Eubanks, non accenna a calare tanto nella precisione quanto nell'efficacia. Il suo, di contro, è costantemente preso di mira dal n.1 del mondo e nel 9°game arrivano altre tre palle break, questa volta valide per aggiudicarsi il secondo parziale: la terza è quella buona. 6-3 Alcaraz e finale dei Championships che ora dista solo un set.
TERZO SET - Medvedev è con le spalle al muro e Alcaraz continua a spingere sull'acceleratore tra variazioni, profondità dei suoi colpi e iniziative impreviste impedendo al russo di trovare le coordinate per decifrarne le intenzioni. Il russo inanella due doppi falli e cede il servizio sul suo primo turno di battuta. La fine match adesso sembra davvero solo una questione di tempo.
Sotto 3-0 si assiste a uno scambio di battute tra Medvedev e il suo coach, Gilles Cervara: nervosismo e rassegnazione cominciano ad affiorare. Invece arrivano due palle break, inattese, un'ultima chiamata per rientrare in partita, concessa di grazia con un doppio fallo da Alcaraz nel suo primo passaggio a vuoto dell'incontro. Breve. Perché la sua reazione è feroce e per quanto il russo si sforzi di declinarlo, il gioco a rete non fa per lui: impacciato, costretto a rincorrere e abbandonato dalla prima, Medvedev inciampa ancora mandando al servizio Alcaraz per il 5-2.
La tensione però gioca brutti scherzi, e col traguardo in vista il murciano cede alla fretta incappando in due gratuiti di troppo che gli costano un secondo break. E' Alcaraz a fare e disfare, Medvedev fallisce l'occasione di portarsi in parità per la prima volta nel set e la faccia di Cervara lascia poco spazio alle interpretazioni. Alla battuta per chiudere il match, stavolta il n.1 del mondo non trema: le risposte di Medvedev volano lunghe, ed è un passante in corsa a regalare il 6-3 decisivo allo spagnolo e con lui la finale che tutti aspettavano.