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Il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi ospite nello studio di SuperTennis a Flushing Meadows parla del momento del tennis italiano e traccia le linee guida per lo sviluppo futuro. Tra le promesse, il potenziamento dei tornei WTA 125 in Italia
03 settembre 2024
“Siamo la nazione leader nel tennis maschile ma dobbiamo lavorare più di prima perché il nostro sia un ciclo di medio-lungo periodo. Il fatto che in questo momento non ci siano superpotenze è un punto a nostro favore. Dobbiamo crederci e lavorare ancora più di prima. Dobbiamo combattere e cercare di vincere, in campo e fuori”. Così il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi
L’obiettivo, dunque, è dare ulteriore continuità alla crescita organica di tutte le componenti del movimento tennistico nazionale alla base della sua rielezione alla presidenza della Federazione Italiana Tennis e Padel per il quadriennio 2025-2028. "Rispetto alle altre volte, è ancora di più un successo di sistema. Non è mai stato un successo personale, ma in passato semmai è stato il successo di una classe di dirigenti all'inizio un po' matti perché all'inizio questa federazione era un carrozzone un po' disastrato. Oggi parte dei voti sono di Jannik, parte di Jasmine, c’è qualcosa di Matteo, della Errani, degli altri ragazzi. C'è l'apprezzamento per la buona gestione delle grandi manifestazioni. E c'è questo sistema che è positivo, che coinvolge insegnanti di tennis, le scuole tennis, le società sportive, la televisione SuperTennis, il settore tecnico. Credo che anche l'esito di questa votazione sia stata coerente con quanto sta succedendo nel tennis italiano. Negli ultimi mesi ho girato l'Italia dal nord al sud e ho registrato una soddisfazione, un benessere generalizzato di cui questo risultato, il 97% di consensi in un'assemblea mai così affollata come questa volta, sia la conseguenza di questo clima positivo”.
Binaghi ha dato merito al lavoro dei capitani delle nazionali di Coppa Davis e Billie Jean King Cup, Filippo Volandri e Tathiana Garbin, a Magnelli, Rianna e al settore tecnico tutto. “Sono bravi e fortunati perché hanno a che fare con ragazzi straordinari" ha detto.
Il presidente ha nuovamente ringraziato per il messaggio di Jannik Sinner che ha svelato durante l’Assemblea di Salerno in cui è stato rieletto al vertice della FITP. “Ho trovato questa lettera qualche settimana fa, mi ha lasciato a bocca aperta perché un giocatore che arriva numero 1 del mondo a 23 anni magari non ha tempo per pensare di: dividere i meriti che sostanzialmente sono suoi con altre entità; di individuarle in modo così netto; e di scrivere dieci righe. Meglio di così era difficile scriverle".
Nelle parole di Sinner, ha spiegato Binaghi, "viene raccontata la nostra storia, quello che abbiamo fatto per far evolvere il sistema da iper-negativo a super-positivo. C’è il nostro presente, perché parla da campione del mondo e noi grazie a lui, a Jasmine e agli altri siamo a livello individuale come sistema in vetta al tennis mondiale. E c'è una condivisione totale sul futuro. Quello che lui dice in generale è quello che io sto dicendo da tempo al nostro mondo. non dobbiamo fermarci, non possiamo perdere nemmeno una di quelle occasioni che questa situazione ci genera ogni giorno. Le altre nazioni ci studiano, vengono a studiarci, ci fanno domande, parlano con i nostri professionisti. Chi si ferma, in uno sport iper competitivo, è morto”.
Apprezzamenti come quello arrivato dalla direttrice dello US Open Stacey Allaster, dunque, non sono affatto casuali ma la testimonianza di un lavoro partito da lontano e con ottimi risultati. Il presidente Binaghi, inoltre, ha ancora una volta difeso Sinner dopo il “caso” della positività al Clostebol per cui è stato assolto e non squalificato. Una vicenda su cui proprio oggi è arrivato il commento di un campione come Rafa Nadal, che si è schierato dalla parte dell’azzurro. “Jannik è riuscito a mantenere, a 23 anni, un rendimento così alto in questi quattro mesi avendo sulle spalle un peso e una responsabilità grossi, la paura che la notizia potesse diventare di dominio pubblico che la vicenda potesse avere conseguenze più gravi. Con questo torneo abbiamo cominciato un anno nuovo”.
Uno degli aspetti su cui si è basata la crescita di sistema del tennis italiano al maschile è la quantità di tornei, a tutti i livelli, che anche il coach di Jasmine Paolini, Renzo Furlan, ha indicato come un fattore. “Abbiamo chiesto a Sergio Palmieri di occuparsi personalmente del settore tornei. Potenzieremo i tornei “Challenger” femminili di alto livello perché ci manca quella quantità di giocatrici tra le Top 100 e Top 200 che invece abbiamo tra i maschi, e la qualità dietro la Paolini l’abbiamo solo saltuariamente”.
La progettualità è la dimostrazione di una prospettiva sempre rivolta al futuro. “Nel tennis maschile siamo i più forti ma dobbiamo porre le premesse perché questo sia un ciclo di dominio da parte del nostro Paese. Ci sono due dati incoraggianti: uno è il fatto che abbiamo un’età media dei nostri migliori giocatori più bassa degli altri; l’altro è l’incidenza del campione. Jannik Sinner, che pure è il numero 1 del mondo, ha ottenuto una percentuale di punti, sul totale di quelli che hanno i nostri giocatori in top 100, inferiore rispetto a quella di Alcaraz tra i top 100 spagnoli e Djokovic tra i 100 serbi. E non dobbiamo dimenticare il caso di nazioni come la Svizzera che sembrava irraggiungibile per vent'anni, ma non avendo probabilmente creato sistema ora è praticamente scomparsa”.