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Bolelli / Vavassori fissano gli obiettivi 2025: “Il n° 1 e rendere il doppio sempre più popolare”

Dopo il titolo di Adelaide hanno aperto con un netto successo la loro campagna agli AO: “Un anno fa eravamo gli underdog, e poi…”.

di | 15 gennaio 2025

Simone Bolelli e Andrea Vavassori (Fotogramma da video SuperTennis)

Simone Bolelli e Andrea Vavassori (Fotogramma da video SuperTennis)

Un anno fa eravamo gli underdog, adesso…”. 365 giorni dopo, altri orizzonti. Simone Bolelli e Andrea Vavassori arrivano nella Interview Terrace del Melbourne Park leggeri e soddisfatti, il loro Australian Open è iniziato con un bel successo. Il ghiaccio è rotto, inoltre in valigia c’è già un trofeo… Adelaide, il quarto titolo di coppia. “Lì abbiamo giocato quattro match molto buoni – racconta Bolelli - negli ultimi due turni ci siamo salvati per un pelo ma siamo stati bravi a rimanere lì e a lottare. Nel doppio le cose possono girare in pochi secondi, con quelle regole, 40 pari e punto secco, due punti e può cambiare tutto. Lo sappiamo e ci abbiamo sempre creduto. Avevamo giocato Adelaide come preparazione per gli Australian Open, ma ovviamente aver vinto ci ha dato tanta fiducia. Abbiamo fatto delle belle partite, ci siamo allenati bene e oggi lo abbiamo dimostrato contro una coppia solida”.
 
L’obiettivo – aggiunge Vavassori - era fare tante partite, ma aver vinto, superando tra l'altro due tra le coppie più in forma del circuito, ci dà grande energia per iniziare la stagione. Inoltre, abbiamo superato la maledizione Arevalo / Pavic, lo scorso anno ci hanno fatto penare parecchio!”.
 
12 mesi fa il bolognese e il torinese avevano sfiorato il successo arrivando a sorpresa in finale, preludio ad una seconda finale Slam, alla Top 10, alla qualificazione alle Finals, alla Coppa Davis: “Eravamo gli underdog – raccontano - , poi quelle vittorie e quel risultato hanno cambiato la stagione. Ora arriviamo con una consapevolezza diversa, e anche gli avversari entrano in campo guardandoci da un’altra prospettiva; sanno che dovranno fare un’ottima partita per impensierirci. Il nostro obiettivo è diventare la coppia numero 1 del mondo. Il nostro livello di gioco attuale è molto alto e cercheremo di portarlo sempre in campo; vinceremo e perderemo, il tennis è così, ma sappiamo che potremo sempre puntare al titolo. La nostra consapevolezza ora è quella”.
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Vavassori da qualche giorno è ufficialmente nel Players Advisory Council dell’ATP, in qualità di ‘ambasciatore’ dei doppisti. La sua strategia è la stessa del campo... all'attacco: “Cercherò di spingere per cambiare le cose – spiega con determinazione - . Il mio primo focus è far si che si faccia un lavoro più mirato anche sul marketing del doppio. E’ giustissimo mantenere la priorità sul singolo, ma anche il doppio ha molto da dare. Se ci fosse una visione di marketing e una strategia per poterlo vendere meglio, e se si riuscisse a far conoscere i protagonisti e le loro storie, credo si riuscirebbe a renderlo sempre più popolare. Oggi i social media hanno un ruolo importantissimo, possono essere un mezzo prezioso per far conoscere la nostra specialità, le nostre storie… e vi assicuro che ci sono davvero belle storie da raccontare”.
 
Il doppio – prosegue Vavassori – offre cose diverse rispetto al singolo e le innovazioni potrebbero sostenerci; la comunicazione tra i due giocatori, ad esempio, ipotizzando l’uso dei microfoni in panchina.... Ce ne siamo resi conto lo scorso anno; la Federazione, attraverso i suoi social FITP e SuperTennis, ci ha dato una spinta molto forte e abbiamo avvertito subito l’affetto del pubblico. A Roma quasi non potevamo camminare… In giro per il mondo, invece, questo non accade; non ci conoscono e non conoscono neanche le altre coppie. C’è una storia incredibile dietro questa specialità, oltre 100 anni, e coppie che hanno fatto grandi cose. Bisogna tornare ai fasti del passato”.
 
Bolelli lo supporta: “E’ stato fatto un enorme passo in avanti, almeno per quel che riguarda l’Italia - spiega – ; a Roma e a Torino abbiamo sentito la vicinanza dei tifosi, abbiamo avvertito il cambiamento. Ma si può fare ancora molto e questo potrebbe essere il momento giusto, il tempismo è fondamentale”. “I broadcaster – conclude il torinese – chiederanno sempre il singolo, ma va considerata anche l’offerta onsite, quello che accade nei tornei; gli appassionati vengono all’evento per vedere le partite, certo, ma anche per le vibes e per scoprire nuovi giocatori e nuove storie, e il doppio, così come il misto, le legends e il wheelchair sono fondamentali. Ho visto partite di doppio e doppio misto da tutto esaurito, e ho visto singoli con pochi spettatori. Per l’evento ci deve essere un pacchetto completo, e solo se fai conoscere le storie dei protagonisti permetti al pubblico di appassionarsi”.
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