Sono quasi le due di notte a Melbourne, il pubblico presente nella Rod Laver Arena tributa un lunghissimo applauso a Simone Bolelli e Andrea Vavassori. In questo momento l’esito della finale - oltre tre ore di lotta, intensa, equilibrata e ricca di episodi - brucia. L’adrenalina si scioglie nel rimpianto: “E’ stata una delle finali più combattute che io abbia mai giocato - prova a sorridere Simone durante la premiazione - . Non siamo riusciti a prendere il trofeo neanche questa volta, ci riproveremo il prossimo anno. Per noi rimane comunque un grande inizio di stagione… la vittoria ad Adelaide e ora questa prestigiosa finale”. “Abbiamo fatto un ottimo lavoro – aggiunge Vavassori – e siamo solo a inizio anno. Dobbiamo essere contenti e continuare così”.
L’analisi del match si sposta nella mixed zone del Melbourne Park; sono quasi le tre di notte quando gli azzurri si presentano ai microfoni dei giornalisti: “Ora c’è solo una grandissima amarezza – dice il tennista bolognese - ci siamo andati vicini. In campo eravamo carichi, abbiamo vinto un primo set pazzesco, poi abbiamo avuto delle chance nel secondo ma nei momenti chiave loro hanno giocato bene e non c’è molto da recriminare. E’ stato un ottimo match, ce l’abbiamo messa tutta; cercavamo il titolo, alla terza finale Slam e la seconda qui, volevamo vincere. Non ci siamo riusciti, andiamo a casa con le orecchie basse ma proviamo a vedere il bicchiere mezzo pieno… stiamo giocando bene è un inizio anno bellissimo. Ora cercherò di dimenticare in fretta questa partita e proverò a guardare avanti”.