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Slam

Cobolli che peccato. Ma questa sconfitta è l'annuncio di un grande futuro

Flavio Cobolli sfiora la vittoria contro Holger Rune in uno dei match più intensi di questa edizione del Roland Garros

di | 30 maggio 2024

Flavio Cobolli al Roland Garros (foto Getty Images)

Flavio Cobolli al Roland Garros (foto Getty Images)

Una sconfitta che fa male oggi, e farà benissimo più avanti. Flavio Cobolli va solo vicino a fermare Holger Rune, numero 13 del mondo. Ma dice alla Francia e al mondo che è un top player a cui manca solo un po' di esperienza e d'abitudine per prendersi le soddisfazioni che il suo modo di stare in campo già oggi indica come raggiungibili. Rune vince 64 63 36 36 76(7), ma Cobolli può rimpiangere un paio di errori sulle palle break non sfruttate nel nono gioco del quinto set. Può solo applaudire, però, il finale di Rune che da sotto 2-6 al tie-break del quinto set tira fuori l'orgoglio e la stoffa del campione quando conta di più.

Eppure il match inizia con ben altre premesse, più in linea con il divario di classifica (13 Rune, 53 Cobolli). Rune costruisce meglio il gioco nei primi due set. Il break nel primo game del match è un annuncio chiaro. Più continuo in spinta più efficace con i colpi di inizio gioco, il danese ottiene un evidente vantaggio quando inchioda Cobolli nell'angolo sinistro. Il romano gioca in salita anche il secondo set. Subisce il break del 3-4 proprio prima dello stop per la pioggia, e al rientro Rune vince otto punti di fila.

Un recupero di diritto in allungo di Flavio Cobolli (foto Getty Images)

Il terzo set, però, è un'altra storia. Rune cala un po', Cobolli entra più deciso e convinto in risposta e firma il sorpasso al terzo game. Ora gioca sciolto, il romano. Servizio e diritto gli consentono di imprimere il suo ritmo fin dall'inizio. Ci mette anche personalità: vedere per credere l'ottavo game in cui salva cinque palle break, prende più rischi e sale 5-3. L'effetto benefico si fa sentire, al secondo set point, in risposta, piazza un diritto diagonale da applausi e allunga la partita.

La tendenza si conferma nel quarto. Rune, trascinato nella lotta, fa più confusione. Cobolli nel calore della battaglia si esalta. Il danese sale 3-2 ma non vince più un game, mentre il romano infila ace, servizi vincenti, stop volley da applausi e un passante lungolinea di rovescio sul set point  che è insieme messaggio e dichiarazione di intenti. Gioca il punto più importante con il colpo che più gli ha dato problemi nel match e lo vince.

Manca però un bivio importante, ovvero non sfrutta una palla break, nel primo gioco del quinto set. Lo manca per merito di Rune che gioca un gran diritto e si salva. Poi ne salva anche una, ancora più importante (2-3 30-40). Il campo 14, quando ormai è scesa la sera, torna a riempirsi. I tifosi scaldano l'atmosfera.

Cobolli, che serve sempre per secondo, sente il break, la grande occasione, davvero vicina nel nono game. Sfumano tre palle break di fila, e due per demeriti suoi, per due errori di rovescio, in risposta e nello scambio. Il game procede poi per nove minuti. Cobolli rimpiangerà il diritto rigido che gli avrebbe potuto garantire una quarta palla break. Ma resta concentrato, nemmeno una chiamata di fallo di piede sul 4-5 lo destabilizza. E' invece Rune a innervosirsi, protesta, chiede l'intervento del supervisor. Cobolli non si scompone. Lo tiene lì, punto dopo punto, e sul 5-5 40-30 (servizio Rune) vince il più duro, bello e intenso del match, un duello da 28 colpi senza risparmio. E' il preludio al tie-break che decide tutto, che scatta dopo 3 ore e 36 minuti.

Il pubblico sembra aver scelto Flavio, che prima del tie-break ha vinto due punti in più. Ed è subito mini-break, attacco e stop volley in campo aperto. Rune si sgonfia e va sotto 5-0 poi 6-2 (grandissimo passante di Cobolli, la volée smorzata del danese muore sul nastro). Ma quando pensi che sia finita, direbbe Antonello Venditti, romano e romanista come Flavio, è proprio allora che comincia la salita. Sì, perché Rune non sbaglia più, e non solo, ci mette anche due rovesci lungolinea sulla riga da campione. E da campione vince. 

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