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Infinita Errani: “Dopo Parigi mi sentivo svuotata, ma abbiamo già nuovi sogni da realizzare"

Sara torna a vincere un match a NY dopo 9 anni: "Contentissima". E sulla medaglia d'oro: "Ci tenevo a farla vedere a tutti... e ci ho anche dormito"

di | 27 agosto 2024

Corre da un lato all’altro del campo. Si arrabbia, si esalta, si ‘schiaffeggia’ le gambe arrivate per una volta in ritardo sulla palla, respira e ragiona. Gioisce.
 
Uno pensa, dopo aver realizzato il sogno dell’oro olimpico magari Sara Errani sarà un po’ scarica e appagata. Macché, basta guardare il modo in cui ha ribaltato il match d’esordio degli Us Open 2024, guardarla negli occhi, ammirare la sua foga agonistica e una fame di tennis che non si placa mai per essere prontamente smentiti. “In realtà – racconta – vincere la medaglia d’oro è stata una gioia talmente intensa, indescrivibile, che ci è voluto un po’ prima di ritrovare le motivazioni. Una cosa del genere ti riempie talmente tanto che dopo Parigi sia fisicamente sia mentalmente mi sentivo ko, svuotata. Quando raggiungi un tuo sogno e provi emozioni così forti, ritrovare poi delle motivazioni e le energie non è semplice. A Cincinnati sono arrivata stanchissima, non riuscivo a muovermi e mi sentivo pesante. Essermi riposata per due giorni e aver fatto una settimana di allenamento mi ha aiutato. Mi rendo conto che gli anni si fanno sentire ma il team mi sta aiutando e anche a Jas ho chiesto di stuzzicarmi un po’ su qualche obiettivo”.
La spagnola Bucsa è poco appariscente ma il suo tennis è fastidioso e Sara ha dovuto gettare il cuore oltre la rete per riuscire a portarla a casa: “Nel primo set ho fatto tanti errori stupidi – l’analisi del suo match d’esordio - non stavo neanche servendo male ma facevo troppi errori da fondo, che mi infastidivano molto. Dal secondo set ho iniziato ad essere più solida e lei ha iniziato a sbagliare di più. Nel terzo set è stata una lotta, nell’ultimo punto stavo per vomitare, non sono neanche riuscita a esultare. Ad un certo punto mi sono anche detta ‘pensa che stupida se mi faccio male e non posso fare il doppio’. Ci sarà da gestire anche questo aspetto, non sarà facile ma sono contentissima di questo 2° turno”.
 
Sara è alla 12.ma partecipazione nel main draw degli Us Open - torneo nel quale ha disputato una semifinale in singolare e ha ottenuto un successo in doppio nel 2012 - ma qui una vittoria le mancava da nove anni: “Sentire queste cose mi fa sentir vecchia – dice sorridendo - ; sono emozioni speciali anche perché in questi anni è accaduto un po’ di tutto e non sono mancate delle difficoltà. Comunque, questa stagione è stata molto positiva anche in singolare, fino a Gaiba ho vinto molte partite e il ranking lo rispecchia. Anche oggi ho fatto una buona partita contro una avversaria tosta e oltretutto su campi non facili per me, ma è andata bene”.

Un'esultanza di Sara Errani (foto USTA)

Mentre corre e si dimena, delizia il pubblico con volée e demi-volée di altri tempi: “Il tennis di oggi è solo pallate – spiega - purtroppo il circuito va in quella direzione e il gioco al volo è sempre più raro. A me piace fare le volée e ci provo, anche se il fisico non è più quello di una volta. Le più giovani, invece, tendono solo a tirare forte e non si avvicinano mai alla rete. Non a caso tutte quelle che le giocano meglio sono più in là con gli anni, io, la Maria, la Mattek, la Hsieh. Contro la nuova generazione di giocatrici faccio più fatica, non sempre riesco a sporcare il gioco come vorrei, ma ci provo”. E ci prova divertendosi.
 
Nel secondo turno se la vedrà con la statunitense Caroline Dolehide: “Non ci ho mai giocato – spiega – la studierò un po’. Spinge molto e serve bene. E’ un’ottima doppista, ci abbiamo giocato, anche se ovviamente è difficile fare un paragone”.
Si parla di Us Open e del prossimo turno, ma tutti sono curiosi di sapere dov’è la medaglia d’oro: “L’ho lasciata a casa – racconta – . In realtà l’avrei voluta portare ma mi hanno sconsigliato, l’avrei dovuta lasciare in hotel e non si sa mai.. Da quando l’abbiamo vinta per giorni non l’ho lasciata… l’avevo sempre in tasca, mi faceva piacere farla vedere alle persone che mi sono accanto. E poi ci ho anche dormito”, ammette ridendo.
 
Sara, la ragazza che realizza i sogni, ha già in mente il prossimo sogno da realizzare? “Il primo è qualificarci per le Finals di doppio – conclude - , ci penso spesso per trovare le energie e le forze necessarie. E poi uno Slam, perché no. Non dico che sarà semplice ma ci si prova. La prossima Olimpiade? Al momento direi che è impossibile, quattro anni sono lunghi”.
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