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Eubanks, la fede e quel servizio a U che esplode. Come l’amore per l’erba

Dal successo di Maiorca, il gigante Usa di 201 centimetri non si ferma più. Nel nome di Donald Young, dell’amicizia e di tanti ripensamenti

di | 10 luglio 2023

Wimbledon, il servizio di Christopher Eubanks (Getty Images)

Wimbledon, il servizio di Christopher Eubanks (Getty Images)

A ripensarci adesso che la sua carriera e la sua vita sono cambiate radicalmente con i quarti a Wimbledon, la realtà di un mese fa sembra lontani anni luce, insieme all’SOS che ha spedito alla campionessa Slam, Kim Clijsters,  l’amica VIP conosciuta al World TeamTennis. “Ero un po’ frustrato, e le ho detto: ”L'erba è la superficie più stupida su cui giocare a tennis. Perché stiamo giocando a tennis - uno sport in cui abbiamo bisogno che la palla rimbalzi - su una superficie molto irregolare? Non ti ci puoi muovere”.

Il trampoliere USA di 2.01 dal servizio potente che fa una curva a U nell’aria e atterra ingestibile di là del net aveva appena iniziato la stagione sul verde al Challenger di Surbiton perdendo al secondo turno contro il 139 del mondo Rodionov. Le successive esperienze di Stoccarda ed Halle non l’hanno aiutato granché: pur superando le qualificazioni, ha perso al primo turno del tabellone contro Gasquet e Hurkacz, sempre più perplesso: “Dove vai trovi un’erba diversa, e devi riadattarti ancora”.

Finché a Maiorca, a casa Nadal, ha vinto il primo titolo ATP battendo specialisti come Rinderknech, Lloyd Harris e Mannarino. Replicando l’impresa di aprile a Miami nel quarto turno di Miami, quando aveva rotto il tabù top 100, per poi arrendersi solo a Medvedev. La seconda svolta l’ha fatto volare dal numero 77 al 43 ATP e gli ha dato la fiducia per insistere ai Championships, contro Monteiro, Norrie e O’Connell, entrando quindi nei top 40. “Sono molto diverso da quel messaggio alla mia amica Kim, ora come ora sto davvero amando l’erba”. Una crescita costante, un po’ come al College dove solo al terzo anno è diventato una forza dominante in singolare con 18 successi e 2 sconfitte ed è arrivato ai quarti NCAA, primo della scuola dopo Shelton senior, Bryan, papà-allenatore di Ben. Che è uno dei migliori amici della nuova, sorprendente, speranza afro del tennis USA.

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GLI AMICI VIP DI EUBANKS 

Tre anni fa, Eubanks ha pubblicato un video su Instagram l’attore Jamie Foxx he cercava di rispondere a uno dei suoi famosi servizi e ne veniva letteralmente travolto. Dalla gag è nata un’amicizia, con tanto di messaggi social. “Il sangue, il sudore e le lacrime e il vero duro lavoro hanno dato i loro frutti al mio buon amico @chris_eubanks96 il tennis è la tua passione, il mio amico continua a crescere e congratulazioni per entrando nei primi 100 giocatori del mondo!”, gli ha recapitato la star del cinema a Miami.

È incredibile amico. È davvero, davvero fantastico “, gli ha risposto Christopher: “Sì, è diventato un amico molto, molto intimo, qualcuno che posso chiamare se voglio solo parlare un po’ della vita”. Eubanks è uno simpatico: è molto amico di Coco Gauff. Tuttavia, ha captato l’attenzione di Naomi Osaka: “Per me è un po’ strano, la guardo solo come mia amica, anche se è un’icona così globale e la portata che ha è davvero incredibile. Sono onestamente onorato di poterla chiamare amica”. E con le due amiche del cuore del tennis Usa, Madison Keys e Sloane Stephens è sempre pronto a fare gag ed esibizioni durante i tornei.

LUNGA TRAFILA

Quando racconta la sua ascesa, Eubanks rivede la sua Atlanta, in Georgia: “Avevo un fratello maggiore che giocava a tennis, papà era coinvolto anche lui e quando ho raggiunto l’età in cui potevo correre e far oscillare una racchetta, me ne ha messa una in mano. Così ho seguito la trafila dai tornei locali a quelli juniores. Sono stato estremamente fortunato a crescere dove c’erano tanti giocatori che hanno attraversato le prove che ho dovuto superare anch’io e mi hanno davvero aiutato. Jarmere Jenkins è stato a lungo sparring-partner di Serena, è ora allenatore nazionale USTA, e Donald Young è stato come un fratello maggiore dai 15 anni”.

Tennis, ma anche valori spirituali: “Mio nonno, il padre di mia madre, ha avviato quella che oggi è una chiesa battista piuttosto importante, a Memphis. E’ morto prima che io nascessi, ma la nostra è sempre stata una famiglia molto credente, anche se io per via del tennis se vincevo il sabato dovevo saltare la funzione della domenica. Ma la fede è dentro di me, mi ha aiutato e mi aiuta, e la porto in tutti gli ambiti della vita, anche nel tennis: se ho fiducia, se continuo a fare quello che dovrei fare, funzionerà. E una convinzione che mi da tranquillità”. 

Un sorridente Christopher Eubanks a Wimbledon (Getty Images)

ROVESCI

Invece con gli studi è andata diversamente: “Ho iniziato con ingegneria industriale, poi ho capito che non ero neanche lontanamente così intelligente e sono passato al business management”.

Anche se l’obiettivo era comunque un altro: “Ho sempre detto che volevo diventare un tennista professionista”. E, stranamente, l’ha fatto col rovescio a una sola mano: "Se potessi ricominciare, forse oggi lo farei con due, ho passato così tanti anni a combattere con le palle sopra la mia spalla, rendendomi conto di quanto fosse difficile giocare il rovescio con una sola… A due è molto più funzionale, ma dai 13 anni lo faccio a una sola. Esteticamente, è bello, e quando vedi Roger (Federer), Stan (Wawrinka) o Gasquet noti subito una certa eleganza e un talento che spiccano di più rispetto a chi lo tira a due mani. Anche se in fondo, quel che conta, non è la bellezza ma l’efficacia”.

Eubanks controfigura di Ashe

“In Citizen Ashe”, il docu-film su Arthur Ashe, ha fatto da controfigura al suo eroe. Che, crescendo, ha avvicendato come idolo tennistico con Roger Federer.  Finché l’oggi non ha preso il sopravvento. Dopo la partita di Wimbledon contro Norrie - “La vittoria più importante della mia vita” -, dopo il nuovo salto di qualità, dopo la nuova iniezione di fiducia, i complimenti di Miami del numero 3 del mondo, Medvedev, sono suonati diversi nella testa di Eubanks: “Ha una specie di tennis totale. Non ha paura di niente. Ci prova e basta. Colpisce molto, molto velocemente e va a rete non appena ne ha l’opportunità, ha un grande servizio. Quest’anno, dopo molto tempo,  è riuscito a trovare qualcosa che non credo avesse prima: la costanza, la continuità, il taglio degli errori, l’efficacia dei colpi-base”.

Con gli applausi dell’ultima vittima, l’eroico O’Connell: “Per tutto il match tutto si è deciso sulla sua racchetta io non ci ho potuto fare niente. Ci avevo giocato un anno fa in Corea, ma questo Eubanks non sbaglia più e gioca un tennis incredibile”. E pensare che dopo il Covid aveva comunicato al manager: “Da 200 del mondo non mi diverto per niente, se non sblocco la situazione entro poco, farò dell’altro nella mia vita”. Un po’ come l’erba che gli era indigesta: “Penso che pian pianino sta crescendo dentro di me. Anzi, posso anche dire che è la mia miglior superficie”.

 

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