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Fonseca e Co., il gruppo dei teenager vuole stupire a Melbourne

Fonseca e non solo: sono sei i teenager presenti nel main draw dell'Australian Open, di cui ben tre provenienti dalle qualificazioni (un evento che non si verificava da otto anni)

di | 10 gennaio 2025

Fonseca esulta in campo (Getty Images)

Fonseca esulta in campo (Getty Images)

Da Jannik Sinner a… Joao Fonseca, sullo sfondo il blu dei campi dell’Australian Open, primo Slam della stagione 2025. Se il ventitreenne di Sesto Pusteria è oggi una realtà solidissima, in quanto n. 1 al mondo, mentre il brasiliano è il volto della nuova generazione di teenager terribili che si affaccia a Melbourne Park, passando dalle qualificazioni.

Il classe 2006, campione alle NextGen ATP Finals di Jeddah qualche settimana fa, coi suoi 18 e 158 giorni, è il più giovane tennista il tabellone quest’anno. Con lui, però, ci sono ben cinque colleghi al di sotto dei 20 anni: la wildcard Nishesh Basavareddy (19 anni e 269 giorni), Jakub Mensik (19 anni e 147 giorni), Shang Juncheng (19 anni e 359 giorni), Learner Tien (19 anni e 55 giorni) e Martin Landaluce (19 anni e 18 giorni).

Gli ultimi due, proprio come Fonseca, hanno trovato il loro posto nel main draw passando dal tabellone cadetto, mentre lo status di Top-50 dà una dimensione ancora superiore a Mensik (n. 49) e Shang (n. 50).

In questo caso specifico, tuttavia, vale la pena soprattutto soffermarsi su quanto fatto vedere proprio dai tre “ragazzi” che già hanno vinto rispettivamente tre partite sui campi dell’Australian Open. Non esattamente delle sorprese, se si pensa a quanto già detto del sudamericano (n. 113), al fatto che Tien (n. 120) fosse il suo avversario nella finale in Arabia Saudita e ai Landaluce (n. 143), che ad ottobre ha vinto il suo primo Challenger in carriera, in quel di Olbia.

Fonseca e Tien in finale Next Gen

Fonseca e Tien in finale Next Gen

Un “triello” così giovane, non lo si vedeva salire dalle qualificazioni da un po’: era il 2017, infatti, quando a Wimbledon trovarono posto nel tabellone principale i diciannovenni Taylor Fritz ed Andrey Rublev, oltre al diciottenne Stefanos Tsitsipas. Insomma, facendo un raffronto piuttosto rapido, niente male per Fonseca, Tien e Landaluce, se pensiamo a dove si trovano oggi in classifica i tre giocatori più “esperti”.

Limitandoci all’Australian Open, va segnalato che, in quello stesso anno (quello della mitica finale tra Rafael Nadal e Roger Federer), in main draw c’erano ben quattro qualificati Under-20. E anche in questo caso, si tratta di giocatori che di strada ne hanno fatta parecchia: con Rublev, infatti, c’erano gli statunitensi Frances Tiafoe ed il kazako Alexander Bublik.

Un giovane Rublev nel 2017 (Getty Images)

Un giovane Rublev nel 2017 (Getty Images)

E questa volta, il destino ha fatto le cose in grande. Otto anni dopo quel 2017, sarà proprio Rublev (oggi n. 9 ATP a 27 anni) l’avversario di Joao, “il piccolo Sinner, nel giorno del suo “battesimo” nell’“Happy Slam”. Un confronto che definire affascinante è forse riduttivo, tra un Top-10 e campione Masters 1000 in carica (a Madrid) contro un diciottenne reduce da 13 vittorie consecutive tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025.

In bacheca, in appena due settimane, ha già messo un titolo, il Challenger di Canberra, con un parziale di 10-0 nel computo dei set. Nelle “quali” poi, ha perso appena 12 giochi sommati contro Federico Agustin Gomez (60 64), Coleman Wong (60 63 e Thiago Agustin Tirante (64 61).

Sulla carta, il sorteggio ha detto meglio a Landaluce e Tien, che rispettivamente affronteranno la wildcard australiana James McCabe (n. 258) e l’argentino Camilo Ugo Carabelli (n. 95). Ma in fondo, anche se dovesse andar male, per i più giovani, sarebbe tutta esperienza. E se oggi ancora può esserci qualche incertezza, la strada è tracciata e il futuro luminoso, sia per loro stessi che per il circuito ATP, grazie ad un ricambio generazionale sempre più repentino.

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