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Avanti due set a uno e 3-2 nel quarto set, il carrarino non vince più un game e incassa contro Luca Van Assche la quinta sconfitta in sette partite al quinto set
di Alessandro Mastroluca | 17 gennaio 2024
Si smarrisce troppo presto, Lorenzo Musetti, che cede 63 36 67(5) 63 60 contro Luca Van Assche dopo essere stato avanti 3-2 nel quarto set. Da quel momento, però, non ha vinto più un game. Finisce così il suo Australian Open, contro il francese ordinato, intelligente, completo ma battibile. Battibile proprio con le migliori qualità di Musetti, il cambio di ritmo, la varietà, e magari con quelle accelerazioni di diritto con cui ha fatto malissimo al francese: solo che ha fatto ricorso a questa soluzione, a questi schemi, troppo poco. A lungo, in più momenti del match, di fatto quelli decisivi, si è visto il Musetti palleggiatore che non prende rischi, che accetta lo scambio regolare e si mette sul terreno migliore per l'avversario.
“E’ stato un match molto duro e lottato sin dall’inizio - ha detto l'azzurro -. Non sono partito bene al contrario del mio avversario; poi sono riuscito a trovare il ritmo e le soluzioni di gioco per contrastare il suo tennis che oggi, onestamente, per oltre tre ore e mezzo è stato di livello molto alto. Sicuramente i complimenti vanno fatti anche al mio avversario. Peccato, perché dopo aver vinto il 3° set in maniera così complicata, con un tie break importante, giocato bene e con le scelte giuste fatte nei momenti giusti, era sicuramente un momento positivo per me".
"Peccato non aver preso il largo nel 4° set quando ho avuto l’occasione di farlo. Lì, nel finale del 4° e a inizio 5°, ho avuto un po’ di sfortuna… purtroppo è un periodo in cui la fortuna non è dalla mia parte… ma prima o poi girerà. Da quel momento in poi lui è stato bravo a non concedere più nulla e, con merito, ha preso il largo. Io, al contrario, non sono più riuscito a essere sufficientemente solido da dargli fastidio”, ha detto ancora il 21enne di Carrara, come ci riporta Francesca Paoletti, inviata a Melbourne. “Non so se giocherò a Montpellier. Di sicuro poi farò tutta una tirata fino a Indian Wells, andrò a Marsiglia, Rotterdam, Dubai e poi vedremo”.
La partita di Musetti si trasforma presto in una corsa a a inseguimento. Van Assche estrae il meglio del suo tennis razionale nel primo set. Musetti, invece, mette in campo solo il 45% di prime e fatica a passare dalla difesa all'attacco. Il francese lo attacca sul rovescio, il carrarino palleggia tanto, troppo, e solo raramente innesca il cambio di ritmo o crea le condizioni per l'accelerazione di diritto.
Musetti si accende di fatto a metà del secondo set. Guadagna campo, fiducia, audacia. E gli audaci finiscono premiati anche dalla fortuna, vedi il nastro che ammortizza una sua frustata di diritto lungolinea sulla palla break e lo aiuta a salire 4-2. Crescono anche i decibel dei cori per l'azzurro dalle tribune, fino a questo punto rimasti in sordina rispetto agli incitamenti per il francese, che scende al 37% di prime in campo. Musetti li soddisfa, i suoi tifosi, e mette il ricamo finale: palla corta di rovescio sul set point e inizia un altro match.
Il terzo, purtroppo per Musetti, inizia come il primo. Guardando giocare Van Assche capisci perché abbia scelto di studiare matematica all'università: gioca lineare ma profondo, ha un tennis che si sarebbe detto percentuale. Risponde bene, di rovescio ha un bel timing e tiene bassa la palla. Non prende rischi eccessivi, sbaglia poco ma sarebbe riduttivo chiamarlo solo un difensore.
E' il classico giocatore che soffre quando deve incontrare ogni volta una palla diversa per altezza, profondità e peso. Musetti sa pennellare e poi nascondere il disegno, ma fa e disfa. Troppo spesso, troppe volte.
Subisce un break (1-3), lo recupera (2-3), poi nel sesto game salva tre palle break, con tre grandi prime di servizio a sostenerlo. Per due volte, poi, con successo, Musetti serve per allungare il set, che procede al tie-break. L'azzurro lo risolve con il back anomalo che lo porta 5-3 e il gran passante di diritto che lo porta due set a uno sopra.
Qui però la partita cambia ancora, e non in meglio per Musetti. Van Assche dalla metà del quarto set aumenta la velocità dei colpi e delle risposte, prende l'iniziativa mentre l'azzurro difende senza spingere. Dal 3-2 nel quarto set, poi, la china di Musetti vira inesorabilmente verso il basso, verso il rimpianto e la sconfitta.