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Shang, la forza della leggerezza: mente sveglia e tanta corsa per sfidare Alcaraz

Australian Open: Shang Juncheng ha raccontato l'intenso programma di allenamenti in pre-season alla vigilia del terzo turno contro Carlos Alcaraz. Vincendo diventerebbe il primo cinese negli Ottavi di uno Slam dal 1938

di | 19 gennaio 2024

Il cinese Shang Juncheng all'Australian Open (Getty Images)

Il cinese Shang Juncheng all'Australian Open (Getty Images)

A 18 anni e 360 giorni, Juncheg Shang è il più giovane al terzo turno dell'Australian Open dal 2022. Il primo dopo Carlos Alcaraz, proprio il suo prossimo avversario, che all'Australian Open non è mai andato oltre il terzo turno.

Un anno dopo aver ottenuto qui la sua prima vittoria nel circuito maggiore, ed essere diventato il più giovane asiatico al secondo turno del torneo, Shang ha davanti una missione ai limiti dell'impossibile. Se dovesse eliminare Alcaraz, diventerebbe il più precoce alla seconda settimana a Melbourne dopo Nadal nel 2005 e il terzo cinese agli ottavi di uno Slam dopo Lum PaoHu (Australian Championships 1927) e Kho Sin-Khie (Roland Garros 1936 e Wimbledon 1938).

Shang è figlio di una campionessa del mondo di ping-pong in doppio misto e di un calciatore che per una stagione ha giocato anche in Spagna. "Questo mi ha dato un vantaggio quando ero piccolo. Mi piaceva giocare praticamente a tutto" ha raccontato all'ATP il cinese.

Secondo il suo ex allenatore, l'argentino Dante Bottini che ha lavorato a lungo con Kei Nishikori, il padre "è presente a tutti gli allenamenti, entra in tutte le questioni e per un coach non è sempre facile esprimere un'opinione".

Ora lo segue l'ex Top 100 argentino Martin Alund, che comunque era già nel suo staff dal 2022; c'era anche nella breve parentesi in cui lo ha allenato il cileno Marcelo Rios, l'ex numero 1 del mondo con cui si sono lasciati male con accuse reciproche di scarso rispetto.

Australian Open, Shang Juncheng in azione (Getty Images)

"Eravamo tutti d'accordo sul fatto che dovesse giocare un tennis più aggressivo - ha detto Alund -. Ma lo sapeva già, doveva solo cercare di stare un po' iù dentro il campo e comandare maggiormente il gioco".

Se Alund ha elogiato la velocità del cinese nel processare le informazioni, il cinese ha sottolineato il valore dell'intenso lavoro atletico che l'ha portato a perdere oltre cinque chili durante la pre-season. Nonostante abbia dovuto anche accorciarla di una settimana a causa dell'influenza. "Stare a casa senza fare niente è orribile - ha detto -. Ma ho pensato molto, con mio padre e il mio allenatore, a come cambiare la mia preparazione".

Shang, fermato dalla mononucleosi per due mesi nel 2023, è passato dai 78-79 chili di inizio dicembre agli attuali 72-73, ha detto Alund. E non tornerebbe indietro. "Magari per qualcun altro perdere muscolo può essere un fatto negativo - ha spiegato -, ma così mi sento più veloce in campo e più flessibile. Duro anche più a lungo".

Australian Open, un'esultanza di Shang Juncheng (Getty Images)

A questo risultato è arrivato con un'applicazione ferrea nella corsa sulla pista. "E' un lavoro che devo fare ogni giorno" ha ammesso Shang, che una volta ha percorso quasi 1.700 metri in sei minuti. Un tempo più che rispettabile, se pensiamo che il record del mondo dei 1500 metri è di poco inferiore ai 3 minuti e mezzo, e che non si tratta di un mezzofondista.

"Naturalmente adesso sono molto più leggero. Ho giocato set e partite lunghe e non mi sentivo stanco come prima alla fine - ha detto -. Nel complesso, tutto questo mi ha dato più fiducia in campo. Ora penso più a me stesso che a cercare di essere perfetto. Il mio coach me lo dice sempre: non devi cercare di tirare il vincente di fretta. Gli avversari che sono forti come te a volte giocano male come te. Anche loro hanno qualche momento no".

Dopo il primo quarto di finale ATP in carriera, a Hong Kong a inizio gennaio, Shang è pronto per stupire ancora. Contro Alcaraz oppure più in là.


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