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Jannik è il primo italiano a vincere l'Australian Open nella storia del torneo. In finale rimonta due set di svantaggio e piega Daniil Medvedev
di Alessandro Mastroluca | 28 gennaio 2024
Vincere il primo Slam è un'emozione che non si dimentica. Farlo recuperando due set di svantaggio, ribaltando la finale da sotto 36 15, e diventare il primo italiano di sempre nell'albo d'oro dell'Australian Open rende l'emozione un pezzo di storia. E' quello che è riuscito a fare Jannik Sinner, che ha sconfitto Daniil Medvedev 36 36 64 64 63.
Al primo match point, Sinner risolve la sua prima finale Slam col diritto lungolinea. Il suo colpo. Sembra impossibile, ma è successo davvero. Dopo quasi 48 anni, l'Italia torna ad avere un campione Slam in singolare. Dopo l'ultimo punto, Sinner cede all'emozione. Si lascia cadere a terra poi salta la balaustra e si arrampica in mezzo allo staff, alla squadra, alla sua famiglia in giro per il mondo. Quella famiglia con cui condividere un giorno storico per il tennis italiano.
Sinner ha completato la finale con 14 ace a 11 e 5 doppi falli a 3. Ha messo in campo meno prime e ottenuto in percentuale meno punti, ma ne ha ricavati il 54% contro il 45% del moscovita con la seconda. Ha messo a segno 50 vincenti a 44 e chiuso la finale con otto gratuiti in meno. Significativo il vantaggio negli scambi brevi, 72 punti a 68, e ancor di più in quelli lunghi, 41 contro 34.
Il primo punto lo vince Medvedev, risposta in diagonale vincente contro la seconda. Il primo di Sinner in una finale Slam matura grazie a un diritto lungolinea che cambia ritmo allo scambio e forza Medvedev all'errore. Il primo ace chiude il primo game.
Il moscovita tiene ai vantaggi nel suo primo turno di battuta, Jannik inizia i primi due da sotto 0-15. Come contro Hurkacz, Medvedev sta più vicino al campo in risposta. Sinner, non sempre reattivo quando l'avversario gli risponde forte e profondo contro la seconda, è chiamato alla prima sfida: salvare tre palle break di fila (1-1 0-40) in un game in cui non gli entra la prima.
Forte di due ace a game nei primi due turni di battuta, Medvedev allunga 3-1. Il numero 3 del mondo ha chiaramente impostato la partita con l'obiettivo di alzare il ritmo e di mettere pressione da dietro già dai primi colpi per neutralizzare i cambi in lungolinea di Sinner. L'altoatesino nel primo set serve la prima nel 50% dei casi al centro da sinistra e la seconda quasi solo al corpo: una strategia che non aveva pagato contro Medvedev a Rotterdam. Proprio la varietà delle direzioni al servizio, e la quantità crescente di discese a rete, gli ha permesso di batterlo per la prima volta a Pechino. Quella vittoria, ha spiegato più volte, ha rappresentato il cruciale momento di svolta che gli ha dato consapevolezza e sicurezza.
L'azzurro, sempre in rincorsa nel primo set, cancella due set point consecutivi al servizio (3-5 15-40). Medvedev però se ne procura un terzo, anche grazie a un attacco poco robusto di Sinner, e stavolta lo trasforma. L'ottavo errore dell'azzurro, un rovescio lungolinea largo, chiude il set. Un set in cui il moscovita ha servito l'86% di prime in campo e messo a segno 14 vincenti a 5.
Australian Open, un diritto di Jannik Sinner (Getty Images)
E' comunque una partita di difesa, quella di Sinner. Non comanda di ritmo, non ha spazio né tempo per manovrare o rallentare. Si gioca alle condizioni del numero 3 del mondo: il suo coach Gilles Cervara non può che applaudire.
Il primo vero squillo del Sinner-mode arriva nel momento in cui tutto potrebbe cambiare, sulla palla break del possibile 2-0 Medvedev nel secondo set. L'azzurro comanda lo scambio, affonda con il diritto lungolinea poi schiaccia al volo di diritto. Esultano Vagnozzi e Cahill, prendono fiducia i tifosi italiani che alzano le bandiere tricolori alla Rod Laver Arena. E' un game in cui le tensioni si raggomitolano, in cui le paure e le ambizioni si mescolano e si concretizza il primo taglio di luce, il primo spiraglio di un colpo di scena. Sinner salva quattro palle break e si tira fuori da un gioco da 16 punti: lo schiaffo al volo finale è una specie di sorriso per lui e i tifosi italiani che sognano l'impresa.
Il break però è solo rimandato di poco. Alla quinta occasione, Sinner prova a uscire dai suoi schemi e azzarda una palla corta. Il piano non funziona: Medvedev, che nei primi due set ha vinto 12 punti su 19 discese a rete (contro le 8 di Jannik), taglia il campo, chiude e sale 2-1. Il gap si allarga fino al 5-1. Sinner, che per tutto il torneo ha controllato lo spazio attraverso il dominio dei tempi di gioco, subisce il ritmo dello scacchista Medvedev.
Sembra frustrato dalla distanza fra le intenzioni e la resa, come chi scopre che l'immagine sulla confezione non corrisponde al prodotto reale. Qualche segnale di progresso matura nella parte finale del set. Sinner recupera un break di svantaggio (2-5) e nell'ultimo game del set ha anche una chance per rimettere in pari il parziale. Medvedev, però, lo inchioda in palleggio e poi affonda con il diritto dal centro nell'angolo destro. Il moscovita si annulla un set point con il secondo doppio fallo del match, ma alla seconda occasione completa il secondo 6-3.
Prima dell'impresa, il numero 1 d'Italia aveva recuperato solo una volta uno svantaggio di due set, al terzo turno dell'Australian Open dell'anno scorso contro Marton Fucsovics. Contro Medvedev la missione appare ai limiti dell'impossibile, ma tra la fine del secondo set e l'inizio del terzo qualcosa cambia. Il servizio e globalmente il tennis di Jannik guadagnano efficacia, 32 a 26 il bilancio nel terzo set negli scambi brevi in favore di Sinner, che serve meno al corpo ma mira agli angoli: tre volte su quattro da sinistra cerca il rovescio del moscovita.
Il ritmo di Medvedev al contrario si fa meno forsennato. Non per caso si restringe il divario in favore del russo, in campo come atleta neutrale, negli scambi lunghi che richiedono oltre cinque colpi (da 26-13 a 13-12 in favore del numero 3 del mondo).
Il pubblico che si augura di vedere lotta e spettacolo gradisce. L'evento ha richiamato leggende dello sport come Rod Laver, a cui è intitolato lo stadio, e Ken Rosewall, e stelle del cinema come Eric Bana e Simon Baker, l'attore australiano famoso in Italia per il suo ruolo di protagonista nella serie "The Mentalist".
E alla fine Sinner si prende il break che vale il set al decimo game: una risposta da applausi crea le condizioni, l'errore di diritto di Medvedev (il 15mo gratuito complessivo del set) fa il resto.
Rispetto al secondo set, Sinner percorre quasi 200 metri in meno e riduce gli scatti (da 18 a 9). Gioca più vicino al campo, anche grazie alla velocità del diritto in top-spin che, in media, cresce sistematicamente dal primo al terzo set mentre, parallelamente, si riduce quella di Medvedev. Il terzo set è il primo in cui, in media, il diritto dell'azzurro viaggia più veloce ed è più pesante (secondo le statistiche Infosys), e il punteggio rispecchia questa inversione di valori.
Un'esultanza di Jannik Sinner (Getty Images)
Il quarto conferma e non smentisce. Medvedev, che si fa medicare una vescica sotto la pianta del piede, rallenta ma riesce con pazienza a cancellare una chance di break nel primo e una nel secondo turno di battuta. Sinner, più misurato, tiene meglio il ritmo dello scambio sulla diagonale del rovescio.
Jannik spinge ma senza forzare, mette Medvedev nelle condizioni di colpire tante volte per ottenere il punto e ogni colpo drena le enegie e erode le sicurezze del russo, che due volte in carriera prima di questa finale ha perso un match in cui era stato avanti di due set. Il manifesto di questa fase è l'accelerazione di diritto lungolinea che illumina il quinto game: anche Rod Laver applaude convinto l'azzurro.
Se poi ne dovesse servire un secondo, basta rivedere i tre ace negli ultimi quattro punti con cui chiude il settimo game e resta avanti 4-3 dopo aver salvato una palla break. Jannik estrae gli occhi della tigre, si incita sempre più spesso. La dura e la vince. Completa il primo break proprio nell'ultimo game, sul set point stampa una risposta pesante e potente alla seconda di Medvedev, poi di diritto piazza il quindicesimo vincente del set.
Un set in cui l'azzurro ha fatto la differenza al servizio, con il 77% di punti con la prima e il 73% contro il 29% del moscovita con la seconda. Il vantaggio competitivo si manifesta soprattutto nella resa negli scambi lunghi. Crea le condizioni per imporsi in ogni condizione: vince un punto in più, infatti, in quelli che durano fino a quattro colpi (17 a 16) ma significativamente cinque in più in quelli che vanno oltre i 9 (14-9). In questi mette a segno tre vincenti in più e commette due errori in meno.
Australian Open, Jannik Sinner esulta (Getty Images)
Il quinto set si trasforma nell'attesa di un colpo da ko. Sinner dà il primo vero colpo di acceleratore del set nel quinto game, in risposta: Medvedev si butta avanti con poco, ne viene sistematicamente respinto con perdite, 0-40.
E alla seconda occasione la Rod Laver Arena si colora di bianco, rosso, verde e arancio, dopo tre ore e 33 minuti di partita. Tre volte il numero perfetto. Tre indizi che diventano una prova. Sinner sale 4-2, e lo stadio prende i colori del sogno azzurro. I colori di Jannik Sinner, perché oggi siamo tutti un po' carota boys.