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Slam

La notte magica di Sinner: una vittoria da campione!

Jannik Sinner ha sconfitto Rublev in tre set. Ha recuperato da sotto 1-5 nel tie-break del secondo. Affronterà Djokovic, lo stesso avversario della sua prima semifinale Slam, a Wimbledon. All'Australian Open il serbo non ha mai perso una "semi".

di | 23 gennaio 2024

L'esultanza di Jannik Sinner all'Australian Open (Getty Images)

L'esultanza di Jannik Sinner all'Australian Open (Getty Images)

Sarà Jannik Sinner a sfidare il "Lupo" Novak Djokovic. Dopo le due sfide a Torino e il successo da record in Coppa Davis, Sinner entra in territorio sconosciuto a Melbourne. Sconosciuto perché mai era arrivato in semifinale all'Australian Open, sconosciuto perché mai Djokovic ha perso una semifinale nello Slam dove ha trionfato di più.

Nel primo scontro fra due Top 5 in questa edizione dell'Australian Open, Sinner ha piegato 64 76(5) 63 Andrey Rublev, che pure almeno per due set ha giocato bene come mai prima contro l'altoatesino. Sinner ha recuperato da sotto 1-5 nel tie-break, e ha scavato così la differenza nei confronti del moscovita, battuto per la decima volta su dieci nel quarto di finale di un major, per l'ottava senza vincere nemmeno un set. Decisivo il vantaggio maturato negli scambi sotto i quattro colpi, 71 punti vinti contro 57: un dato che testimonia i notevoli progressi di Sinner con servizio e risposta. 

L'altoatesino, che a parità di vincenti (32) ha commesso otto gratuiti in meno, ha firmato la prima vittoria in carriera su un Top 5 in uno Slam ed è così diventato il secondo italiano a raggiungere la semifinale a Melbourne dopo Matteo Berrettini nel 2022, il settimo a giocare almeno due semifinali negli Slam. 

Prima di lui nella storia del tennis italiano ci erano riusciti Nicola Pietrangeli (5: 1959-61, 1964 Roland Garros; 1960 Wimbledon), Matteo Berrettini (3: 2019 US Open; 2021 Wimbledon; 2022 Australian Open), Adriano Panatta (3: 1973, 1975-76 Roland Garros), Corrado Barazzutti (2: 1977 US Open; 1978 Roland Garros), Giorgio de Stefani (2: 1932, 1934 Roland Garros) e Giuseppe Merlo (2: 1955-56 Roland Garros).

LA CRONACA

Sinner inaugura la partita con un autorevole turno di battuta a zero, chiuso con un ace. E subito, nel terzo gioco, forza Rublev ai vantaggi. Il moscovita, pur penalizzato da una differenza di manualità sotto rete, risolve con il secondo rovescio lungolinea vincente del game (1-2). Nel secondo turno di battuta, Sinenr va per la prima volta sotto al servizio ma salva due palle break, la prima con uno scambio lungo in cui tiene l'avversario in difesa, la seconda con una robusta prima vincente al centro. Dall'1-2-15-40 Rublev perde 10 punti di fila. Gioca di fretta, sente di dover spingere sempre a tutta con il diritto, visto che Sinner gli è chiaramente superiore sulla diagonale del rovescio: ha più spinta, maggiori possibilità di angolare la traiettoria, di aprirsi il campo e venire avanti. Ma così di diritti ne sbaglia tre nel game che gli costa il primo break, a zero (3-2).

Nel primo set Sinner cerca il diritto di Rublev al servizio e costruisce un significativo vantaggio negli scambi risolti in 5-8 colpi (ne ha vinti il doppio, 12 a 6).

Australian Open, il rovescio di Jannik Sinner (Getty Images)

L'onda lunga prosegue a inizio secondo set. Sinner non sfrutta due palle break nel terzo gioco. La sua autorevolezza in campo non necessita di fuochi d'artificio, non si abbevera a fonti di creatività d'esplosività occasionale. Matura come la forza della tranquillità, di chi sa che rimanere nel suo senza uscire dalla zona di sicurezza e controllo gli basta. 

L'uomo che ha conosciuto le montagne e si ritrova in mezzo alla neve scivola sul piano, in una serata umida, in dominante governo dello spazio. Al contrario Rublev s'impegna e s'affanna. Sbaglia per centimetri il diritto dal centro sulla palla break del possibile 1-3, salva con un gran diritto la palla break del potenziale 3-2 Sinner, che però ha pagato soprattutto una troppo morbida risposta contro una seconda attaccabile.

Sinner inizia a toccarsi sotto i pettorali ma cancella la terza palla break del set con il sesto ace del match, il quinto da sinistra. Dopo la partita, a Eurosport, ha spiegato che non si trattava di problemi agli addominali ma una più semplice questione di "aria nello stomaco". Nella parte centrale del set sembra soffrire più dalla parte del rovescio, si poggia di più sulla palla, un po' meno quando spinge con servizio e diritto, se non in allungo. Rublev non sfrutta un'altra palla break sul 3-4, mette in fila colpi esplosivi in successione ma con poca strategia: tira sempre più forte, non gioca una partita.

Si vede che Sinner non è brillante come nel primo set, eppure riesce a prendersi due palla break nel nono gioco, il più lungo della partita. Ma il parziale rimane in equilibrio. Jannik fa il massimo con le carte che ha in mano in questa fase della partita. I coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill lo incitano, ma nei loro sguardi emerge un velo di preoccupazione.

Dopo sette game ai vantaggi su 12 e nessun break, è il tie-break a rompere l'equilibrio. Rublev lo inizia alla grande e sale 5-1 a suon di fulminanti accelerazioni di diritto. Sinner lo gioca e lo riprende da campione, aspetta che passi la sfuriata poi vince sei punti di fila.

In quei sei punti squaderna il repertorio di tenuta, lettura, potenza e pensiero veloce, completezza tecnica e lucidità. C'è la freddezza del campione, l'imprevedibilità nel passare dalla manovra al vincente spiazzante, di alternare diagonale e lungolinea. C'è il temperamento di chi non fa giocare l'avversario in sicurezza nemmeno sul 5-1 a favore al tie-break.

Andrey Rublev in azione all'Australian Open (Getty Images)

Aumentano, anche nel terzo set, le smorfie e i monologhi coreografici del moscovita, visibile segnale di una frustrazione che monta e fuoriesce. Sinner, al contrario, fa apparire il break del 4-2 come una conseguenza logica, come qualcosa di normale. Ed è questa la sua impresa eccezionale. L'impresa che vale la seconda semifinale Slam.

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