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Wimbledon story 2008-2023: l'avvento di Nadal, i record di Djokovic, l'Italia nella storia

Ultima parte del nostro viaggio nella storia di Wimbledon. Ci sarà spazio anche per i grandi momenti azzurri: il Career Grand Slam di Sara Errani e Roberta Vinci, la finale di Matteo Berrettini nel 2021, la semifinale di Jannik Sinner nel 2023

di | 01 luglio 2024

A Wimbledon si assiste alla quiete prima della tempesta. Federer raggiunge, senza cedere nemmeno un set, la sesta finale di fila a Wimbledon. Nadal lascia un set a Gulbis al secondo turno, poi le briciole a Murray e alla sorpresa Schuettler in semifinale. Il 6 luglio 2008 la storia del tennis è pronta a scrivere una pagina indelebile. L'ha raccontata su SuperTennis Luca Marianantoni. "L'avvio è tutto per Rafa, come il secondo set che lo spagnolo recupera da 1-4. Federer annulla due match point nel tie-break del quarto, poi sul crepuscolo della sera, dopo aver mancato la palla del 5-3 (12 su 13 le palle break fallite dallo svizzero), Roger finisce nelle fauci di Rafa che conquista una finale indimenticabile. Dopo 65 partite vinte di fila sull'erba, di cui 40 a Wimbledon, Roger china la testa a un Nadal straripante e incontenibile. E' la prima doppietta Roland Garros-Wimbledon da Borg 1980".

Nadal esulta quando intorno è già buio. Nel suo libro auto-biografico Rafa ha raccontato come sia riuscito ad arginare il tentativo di rimonta dello svizzero. "“Quando Federer ha questi momenti di tennis assolutamente straordinario, l'unica cosa che puoi fare è cercare di stare calmo e aspettare che la tempesta passi. Non puoi permetterti di demoralizzarti; devi tenere a mente, o meglio devi convincere te stesso, che lui non potrà mantenere quel livello per sempre, che se resti sereno e ben focalizzato sul tuo piano di gioco e continui a provare a stancarlo e a cercare di non farlo star tranquillo, prima o poi lui calerà. La sua forza mentale s'indebolirà e tu avrai le tue possibilità”. Nadal è il primo spagnolo nell'albo d'oro del torneo. Wimbledon entra nel futuro.

Wimbledon: Federer-Nadal, la fotostoria

FEDERER  SUPERA SAMPRAS

Lo fa ancora più chiaramente il 17 maggio del 2009 quando viene inaugurato il tetto retrattile sul Centrale. Il 29 giugno 2009, alle 17.19 ora locale, Amelie Mauresmo esegue il primo servizio "indoor" nella storia di Wimbledon. Quel giorno è in programma anche la sfida tra Andy Murray e Stan Wawrinka che si gioca sotto le luci incorporate nel tetto, Vince lo scozzese 6-3 al quinto set. Stringe la mano all'avversario alle 22.39 ora locale: in quel momento è il match concluso più tardi nella storia del torneo.

Nel 2009 si gioca anche quella che allora è la semifinale più lunga in singolare femminile, la vince Serena Williams 67 75 86 su Elena Dementieva che un anno prima aveva bollato la finale tra Serena e Venus come "una decisione di famiglia". Frase sibillina interpretata come un'accusa a papà Richard di pre-determinarne l'esito. E' anche l'anno della finale maschile con più game fino a quel momento mai vista a Wimbledon. La vince Roger Federer 57 76(6) 76(5) 36 16-14 su Andy Roddick e conquista così il 15mo titolo Slam in singolare. Diventa il campione più titolato di sempre nei major superando il record di Pete Sampras, presente nel Royal Box insieme a Bjorn Borg e Rod Laver. 

LE 11 ORE DI ISNER-MAHUT

Ma in termini di lunghezza ogni altra partita impallidisce di fronte a Isner-Mahut del 2010, edizione caratterizzata dal ritorno all'All England Club dopo 33 anni della Regina Elisabetta II. Il match, distribuito su tre giorni, è ormai entrato nella storia. Il primo giorno, lunedì, si giocano i primi quattro set. Il secondo si va avanti fino al 59-59 nel quinto set.

Nel corso di questa seconda giornata Isner polverizza anche il record di ace messi a segno in un singolo match che apparteneva a un altro colosso, il croato Ivo Karlovic (211 centimetri di statura) con 78: lo statunitense avrebbe chiuso il match con 113 ace (Mahut a sua volta ne ha realizzate 103). Il terzo giorno, dopo 11 ore e 5 minuti di gioco effettivo, Isner gioca il rovescio lungolinea vincente che conclude una partita impossibile da equagliare 6-4 3-6 6-7 7-6 70-68. 

DJOKOVIC, TRIONFO DA SOGNO E NUMERO 1

Nel 2011 due nuovi campioni illuminano il Centrale più prestigioso del mondo del tennis. Nel torneo femminile trionfa la prima mancina nell'albo d'oro dal 1990, la prima giocatrice nata negli anni Novanta a conquistare uno Slam. Si chiama Petra Kvitova. Outsider, seppure n. 8 del seeding, la ceca ha affinato le qualità del suo tennis, già molto competitivo su erba sin dall’anno precedente, quando, a Church Road, era giunta in semifinale (persa con Serena). All’inizio del 2011 all’All England Club esplode con un tennis pressoché perfetto, fatto di grande coordinazione e anticipo, tantissimi vincenti, ma soprattutto con un dritto devastante e un servizio micidiale. Tant’è che in finale domina in due set nientemeno che Maria Sharapova, giunta in finale senza concedere un set. La ceca interrompe così la striscia di vittorie delle Williams, a Londra, dal 2007 al 2010.

Nella finale maschile Novak Djokovic realizza due sogni di bambino in pochi giorni. E' già sicuro di diventare il nuovo numero 1 del mondo prima di scendere in campo per la finale. E' già sicuro di scavalcare Rafa Nadal, proprio il suo avversario nella sfida per il titolo. Il serbo trionfa 64 61 16 63 e per la prima volta alza il trofeo che da bambino ritagliava dai giornali e incollava su sagome di cartone allenandosi a sollevarlo davanti allo specchio.

LA PRIMA FINALE "INDOOR"

L'anno successivo, per la prima volta, una finale a Wimbledon si disputa con il tetto chiuso. Andy Murray, primo britannico arrivato così avanti dal 1938, lancia la sfidas a Roger Federer. Lo svizzero però vince 46 75 63 64 ed eguaglia Pete Sampras e William Renshaw con sette trionfi a Wimbledon. "Ci sto andando più vicino" dice Murray in lacrime. Ha più ragione di quanto possa immaginare. Batterà Federer su quello stesso campo tre settimane dopo al torneo olimpico. E un anno dopo alza finalmente il Gentlemen's Singles Trophy, la coppa in argento dorato con il piccolo ananas in cima. E' il primo britannico a riuscirci in singolare maschile dal 1936. In finale ha piegato Novak Djokovic, da giovane suo grande amico. E gli altri due Fab Four? Nadal ha perso al primo turno contro il belga Steve Darcis, Federer al secondo contro Sergiy Stakhovsky: si ferma così a 36 la sua striscia di quarti di finale consecutivi negli Slam. In quel 2013 succede anche che la francese Marion Bartoli vinca il suo primo titolo Slam alla 47ma partecipazione, un record, e che i gemelli Bob e Mike Bryan diventino la prima coppia a detenere il titolo in tutti i quattro Slam in doppio maschile.

IL CAREER GRAND SLAM DI ERRANI-VINCI

Nel 2014 Nick Kyrgios, allora numero 144 del mondo, firma una delle più grandi sorprese della storia recente a Wimbledon. Al secondo turno salva nove match point contro Richard Gasquet, poi sorprende Rafa Nadal in quattro set. E' il primo giocatore fuori dai primi 100 a battere un numero 1 in uno Slam dal 1992. A sorpresa, esde anche Serena Williams al terzo turno, battuta da Alize Cornet: non perdeva così presto a Wimbledon dal 2005. Le finali incoronano Novak Djokovic, che nega la gioia dell'ottavo titolo a Roger Federer al termine di un duello durato cinque set e quattro ore, e Petra Kvitova.

E' un'edizione storica, quella del 2014, per l'Italia. Sara Errani e Roberta Vinci sono infatti le prime italiane a iscrivere il proprio nome nell'albo d'oro dei Championships. Non solo. Battendo 61 63 in finale la francese Mladenovic e l’ungherese Babos, completano il Career Slam. 

Italiane da erba: la storia recente

WIMBLEDON 2016: SERENA WILLIAMS EGUAGLIA STEFFI GRAF

Un anno più in là, nel 2015, si celebra un altro "Serena Slam". A dodici anni dalla prima volta, Serena Williams vince di nuovo tutti i quattro major in fila, anche se non nella stessa stagione. La serie, iniziata allo US Open 2014, termina a Wimbledon dopo una serie di vittorie contro ex numero 1 del mondo (Venus Williams, Victoria Azarenka e Maria Sharapova) e una finale vinta in due set su Garbine Muguruza. Nell torneo maschile terzo titolo per Novak Djokovic, che rimonta due set di svantaggio negli ottavi a Kevin Anderson e in finale batte ancora Federer.

Serena è di nuovo al centro dell'attenzione nel 2016. Raggiunge infatti i 22 titoli Slam in carriera in singolare: eguaglia così il record nell'era Open di Steffi Graf. Nel percorso verso il settimo trionfo a Wimbledon, cede solo un set. Poi torna in campo anche in doppio con Venus, e per la sesta volta trionfano in doppio.

Nel torneo maschile Djokovic perde, decisamente a sorpresa, al terzo turno contro Sam Querrey dopo 30 vittorie di fila all'All England Club. Federer cede invece in semifinale a Milos Raonic, battuto poi in finale contro Andy Murray che, dopo tre finali Slam perse di fila, vince il suo secondo Wimbledon in carriera.

2018, LE SEMIFINALI RECORD

Federer salta tutta la seconda parte del 2016 per un'operazione al ginocchio. Torna nel 2017, vince prima l'Australian Open poi ancora una volta a Wimbledon, per la prima dal 2012, e senza perdere nemmeno un set. E' un'edizione per i record, quella del 2017. Nel torneo femminile, infatti, Garbine Muguruza nega a Venus Williams in finale il suo primo titolo Slam in singolare dal 2008. Al Roland Garros, quello stesso anno, aveva sconfitto Serena. E' dunque la prima giocatrice a battere le due sorelle Williams in finale in uno Slam.

Serena perderà in finale anche nel 2018, ma l'esserci arrivata a dieci mesi dalla nascita della figlia Olimpia è un grande successo. Il torneo maschile rimane unico: si concentrano nella stessa giornata, infatti, le due semifinali più lunghe nella storia del torneo. Kevin Anderson, che ha eliminato Federer nei quarti, batte Isner 26-24 al quinto set dopo sei ore e 36 minuti. Poi Djokovic impiega altre cinque ore e 15 minuti per eliminare Nadal. Senza storia la finale, vinta dal serbo.

LA STORICA FINALE DEL 2019

Di storia ne ha eccome, la finale del 2019, la prima decisa al tie-break del quinto set, giocato sul 12-12.  La vince Djokovic 7-6 1-6 7-6 4-6 13-12 dopo quattro ore e 57 minuti, la più lunga nella storia del torneo, contro Federer che ha avuto due match point consecutivi sull'8-7 nel quinto set. Il serbo ha vinto meno punti complessivi (204 contro i 218 di Federer). Ha realizzato meno colpi vincenti (solo 54 contro i 94 dell’avversario) e commesso meno errori.  Ma è diventato il primo giocatore a vincere tre tie-break in una finale Slam, e il primo dopo 71 anni a conquistare una finale a Wimbledon dopo essere stato a un punto dalla sconfitta. Non succedeva dal 1948 quando Bob Falkenburg batté John Bromwich salvando 3 palle match.

Federer e Djokovic la sfida dei re

BERRETTINI PRIMO ITALIANO IN FINALE

Nel 2020 non si gioca a cuausa del lockdown per la pandemia da Covid-19. L'anno successivo c'è ancora il nome di Djokovic nell'albo d'oro alla voce "campioni". In finale ha battuto Matteo Berrettini, primo italiano arrivato così avanti ai Championships. Ripercorriamo allora, con Tiziana Tricarico, il suo percorso. "Non è certo un esordio facile per Matteo, “atteso al varco” dopo il trionfo al Queen’s. [Matteo] non delude le aspettative imponendosi in quattro set sull’argentino Guido Pella, n.59 ATP, uno che sull’erba ci sa giocare. Quindi supera senza patemi il lucky loser olandese Van de Zandschulp, n.139 ATP, lo sloveno Bedene, n.64 ATP, ed il bielorusso Ivashka, n.79 ATP (...). Il numero uno azzurro diventa il quinto italiano nella storia a conquistare un posto tra i migliori otto ai “The Championships” dopo Uberto de Morpurgo (1928), Nicola Pietrangeli (due volte: nel 1955 e nel 1960 quando poi raggiunse le semifinali), Adriano Panatta (1979) e Davide Sanguinetti (1998). Ma non finisce qui perché dopo 61 anni d’attesa c’è di nuovo un azzurro in semifinale a Wimbledon. Il numero uno d’Italia eguaglia Pietrangeli sui prati inglesi e centra un posto al penultimo atto di un Major per la seconda volta in carriera, dopo gli Us Open 2019, grazie al successo sul canadese Felix Auger-Aliassime, n.19 ATP e 16esima testa di serie. Bravo, anzi bravissimo Matteo, attento come sempre nei momenti chiave dell'incontro e freddo nel gestire il difficile ruolo di favorito". E fa ancora meglio. Diventa "il quarto italiano a centrare una finale Slam di singolare maschile, il primo a riuscirci in un torneo diverso dal Roland Garros. Vincere quando sei favorito non è mai semplice ma è quello che riesce a fare Matteo. Nella semifinale della parte bassa del tabellone batte 63 60 67(3) 64 il polacco Hurkacz, n.18 del ranking". 

In una domenica speciale per l'Italia, Matteo accarezza il sogno per un set, che conquista al tie-break. Ma Nole, alla trentesima finale in un Major, conquista l’85mo titolo in carriera su 121 finali disputate. Berrettini poi festeggia l'Europeo con la nazionale di calcio, che proprio la sera stessa gioca a Wembley la finale contro l'Inghilterra. Con i calciatori viaggia sul pullman scoperto una volta tornato in italia, e con loro sarà anche ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblkica Sergio Mattarella.

Berrettini 2021, un anno di emozioni forti

SINNER E ALCARAZ, IL FUTURO E' ADESSO

Nel 2022 il torneo non assegna punti per la decisione unilaterale dell'All England Club di escludere russi e bielorussi mentre ITF, ATP, WTA e tornei dello Slam si erano accordati dopo l'invasione dell'Ucraina di consentire loro la partecipazione ai tornei solo come atleti neutrali. Non assegna, ma segna l'inizio del feeling con l'erba di Jannik Sinner, sempre battuto nei quattro match giocati fino a quel momento su questa superficie. Jannik "si impone i quattro set sullo svizzero Wawrinka, n.267 ATP, in tabellone grazie ad una wild card, alla sedicesima partecipazione all’unico Slam che non è mai riuscito a vincere (vanta i quarti nel 2014 e nel 2015)". Batte poi lo svedese Mikael Ymer. Proseguiamo nel racconto, firmato da Tiziana Tricarico. "Tutto cambia al terzo turno quando con una prestazione solida, essenziale, ragionata, rispondendo alla grandissima ad uno dei servizi più potenti del circuito e senza concedere nemmeno una palla-break, l’altoatesino batte in tre set lo statunitense Isner, n.24 del ranking e 20 del seeding, semifinalista nel 2018. A “Long John” - famosissimo a Londra per essere stato il vincitore nel match del secolo, la partita di tennis più lunga della storia vinta per 70 a 68 al quinto set contro il francese Mahut nel primo turno del 2010 - non bastano 24 ace per impensierire l’azzurro. Jannik diventa così il settimo azzurro negli ottavi ai “The Championships” nell’Era Open dopo Panatta (1979), Sanguinetti (1998), Pozzi (2000), Seppi (2013), Berrettini (2019, 2021) e Sonego (2021), ed il più giovane. Ma soprattutto è il secondo italiano nella storia a raggiungere almeno gli ottavi in tutti e quattro i tornei dello Slam dopo Berrettini. Ma non gli basta. Dopo una battaglia di oltre tre ore e mezza si impone in quattro set sullo spagnolo Alcaraz, n.7 del ranking e 5 del seeding, grazie ad una prestazione in risposta clamorosa che non lascia mai tranquillo il suo avversario. E diventa il sesto italiano - il quarto nell’Era Open - a raggiungere i quarti a Wimbledon dopo De Morpurgo (1928), Pietrangeli (1955 e 1960), Panatta (1979), Sanguinetti (1998) e Berrettini (2021)". Nei quarti, per due ore abbondanti, "prende a pallate uno che ha 20 Major all’attivo. Purtroppo, però, non basta a Jannik che sul mitico “Centre Court” cede 57 26 63 62 52, in tre ore e 35 minuti di partita, al serbo Djokovic, per la 53esima volta tra i migliori otto in uno Slam".

E' un torneo pieno di colpi scena, il più clamoroso per certi versi è la finale raggiunta da Nick Kyrgios. L'australiano vince la "corrida" con Tsitsipas al terzo turno, e non si ferma. In semifinale dovrebbe incontrare Nadal che nei quarti ha battuto in cinque set Taylor Fritz per quanto visibilmente infortunato agli addominali. Ma la sfida salta. 
Kyrgios è il primo australiano in finale a Wimbledon dopo Hewitt nel 2002. Come l'anno prima, Djokovic perde il primo set poi accelera e trionfa. Festeggia così il ventunesimo Slam in carriera, e stacca Federer nella classifica dei più titolati nei major.

Momenti di Djokovic-Sinner: la semifinale in 10 scatti

 

Siamo ormai alla cronaca, con l'Italia ancora al centro della scena. Matteo Berrettini, nonostante gli infortuni, centra gli ottavi di finale battendo l'amico Lorenzo Sonego (partita divisa in tre parti a causa della pioggia), Alex De Minaur e Alexander Zverev con una prestazione sontuosa al servizio, poi esce negli ottavi, sfiancato, contro Carlos Alcaraz.

Supera gli ottavi e anche il suo risultato dell'anno precedente Sinner. Mette in fila gli argentini Juan Manuel Cerundolo, n.111 del ranking, e Diego Schwartzman, n.98 ATP; il francese Halys, n.79 del ranking; il colombiano Daniel Elahi-Galan, n.85 ATP e diventa l'unico italiano per due volte ai quarti ai Championships nell’Era Open. Continua senza affrontare Top 70. Nei quarti piega in quattro set il russo Safiullin, n.92 ATP, all’esordio assoluto a Wimbledon, diventando il decimo azzurro in semifinale in uno Slam, il terzo all'All England Club dopo Pietrangeli (1960) e Berrettini (2021). Sinner si gioca l’ingresso nella sua prima finale Major contro Djokovic che fa valere la legge dell'esperienza nella semifinale con la maggiore differenza d'età fra i protagonisti nella storia del torneo (14 anni e 86 giorni). In finale, però, la storia la scrive Alcaraz. E se c'è un posto ideale per farlo è proprio il Centrale di Wimbledon, il campo-tempio a cui si accede leggendo i versi di Rudyard Kipling per cui puoi essere chiamato uomo se sai trattare trionfo e sconfitta nello stesso modo. Alcaraz ha celebrato un trionfo emblematico, di quelli per cui puoi essere chiamato campione. Ha battuto 16 76(7) 61 36 64 Djokovic, campione nelle ultime quattro edizioni, che sul Centrale di Wimbledon aveva perso l'ultima volta quando Alcaraz andava alle elementari. Il ventenne murciano alla distanza ha affermato la sua presenza scenica da campione contro il 36enne Djokovic, nella terza finale con la più alta differenza di età fra i protagonisti a Wimbledon nell'era Open. Con equilibrio e misura, sicurezza e giovanile assenza di timore, diventa il terzo spagnolo a trionfare a Wimbledon dopo Manuel Santana nel 1966 e Rafael Nadal nel 2008 e 2010. E inaugura la prossima era di un torneo come nessun altro.

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