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Un viaggio nella storia e nella geografia di Wimbledon. Dal 1922 ad oggi tutti i luoghi simbolo dell’All England Club, sede del terzo Slam stagionale
di Francesca Paoletti, da Wimbledon | 05 luglio 2023
Ecco l’All England Lawn Tennis & Croquet Club: 17 ettari di fascino e tradizione, incorniciati da piante, fiori e tre soli colori…. il verde, il viola e il bianco. Ogni angolo del Club regala una storia, una curiosità, come se il tempo si fosse fermato a quel 1922, anno in cui i Championships sono stati disputati qui per la prima volta.
Gli appassionati generalmente raggiungono Church Road con la metropolitana, Southfields è la fermata più vicina, e per questo sempre decorata ad hoc; 20 minuti di passeggiata costeggiando il parco che da sempre durante le due settimane di Wimbledon diventa queue, la coda più famosa dello sport mondiale. Poco prima di arrivare al Gate 1, l’ingresso principale per il pubblico, dai campi adiacenti di Aorangi Park ecco arrivare il pof ovattato ed elegante della pallina…. è l’inconfondibile suono di Wimbledon.
Il Campo 1 è il primo gioiello che incontrano i fan nel loro tour del Club: maestoso, moderno, e allo stesso tempo perfettamente incastonato nelle tradizioni dello Slam britannico. E’ il secondo campo in ordine di importanza, inaugurato nel 1997 e dotato, dal 2019, di un tetto.
Poco più in là sorge Aorangi Park, è la zona degli allenamenti; quattro ettari e mezzo e venti campi che i tennisti utilizzano prima e durante i Championships. Qui sorge una palestra a cielo aperto, un ristorante dedicato ai giocatori e aree relax, questo è l’unico luogo in cui i tennisti possono utilizzare anche completini colorati. Il nome tradisce le sue “origini” Maori; fino a inizio anni ’80 qui sorgeva, infatti, la London New Zeland Rugby Club, da qui il nome Aorangi, letteralmente “nuvola nel cielo”, il nome della montagna più alta della Nuova Zelanda, Mount Cook.
Un'immagine di repertorio in cui si vedono Federer e Nadal allenarsi a Wimbledon all'Aorangi Park (Getty Images)
Appena alle spalle dei campi di allenamenti, di fronte al Campo numero 1, sorge la Aorangi Terrace, meglio nota (a seconda delle generazioni) come Henman Hill o Murray Mound. Oggi, ribattezzata semplicemente The Hill, è l’area in cui gli appassionati, grazie ad un maxischermo, si immergono completamente nell’atmosfera unica di Wimbledon abbinando il tifo per i beniamini di casa ad un picnic ad alto tasso alcolico.
Costeggiando il Campo n° 18, il campo dei record per l’epica sfida di 11 ore e 5 minuti tra Isner e Mahut (22-24 giugno 2010), scendendo verso sud, si arriva di fronte al Campo Centrale.
Costruito nel 1922, il mitico Centre Court dell’All England Club è il simbolo del tennis mondiale; dotato di 15mila posti a sedere ha fatto da sfondo ad alcune delle immagini più iconiche di questo sport; ha resistito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale e con il passare degli anni si è fatto sempre più comodo e moderno, riuscendo a rispettare le tradizioni anche quando, nel 2009, fu dotato di un tetto retrattile.
Nella sua pancia c’è un albo d’oro a cielo aperto, sui suoi fianchi il busto e le ceneri del leggendario Fred Perry (re a Wimbledon nel 1934, ‘35 e ‘36), sul suo cuore è incisa la frase più suggestiva… "If you can meet with triumph and disaster / And treat those two impostors just the same" (da “If” di Rudyard Kipling).
Il Ground, con la distesa di campi che va dal numero 2 al numero 12, è l’immagine della passione per questo sport; lo scorso anno oltre 515mila persone hanno affollato questi vialetti. Tutti rigorosamente con un bicchiere di Pimm’s e una coppa di fragole con panna in mano… un’altra irrinunciabile tradizione dell’appassionato dei Championships.