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A Riad, Coco lotta per il tennis Usa contro l’Europa sorridente di Sabalenka e Paolini. Anche per… domani!

Le WTA Finals propongono una sfida nella sfida, con il Vecchio Continente che detta legge nelle top 10 e nei successi stagionali e propone fra le atlete più positive Aryna e Jasmine. E in rampa di lancio ci sono tante altre figlie dell’ex Unione Sovietica e non solo

di | 31 ottobre 2024

La gioia di Coco Gauff (Getty Images)

La gioia di Coco Gauff (Getty Images)

Certo, sono 8 contro 8, le prime del mondo della stagione alle WTA Finals di Riad, ma dietro le quinte e sul campo della comunicazione globale c’è anche il derby fra Europa e Stati Uniti che vale tantissimo. Perché, scorrendo la classifica delle protagoniste in Arabia Saudita, ci sono 5 rappresentanti del Vecchio Continente (la 1 Sabalenka, la 2 Swiatek, la 4 Paolini, la 5 Rybakina, e la 8 Krejcikova), 2 statunitensi (la 3 Gauff, la 6 Pegula), più la cinese Zheng (7). Le europee occupano le prime due posizioni del ranking e questa superiorità sulle rivali è evidenziato - ed avvalorata - dal fatto che quest’anno di sono aggiudicate i 4 Slam, esaltando il predominio dei successi sul WTA Tour rispetto alle statunitensi con un chiaro 33-14.

Nel lotto non ci sono super-star, è vero, anche se la bielorussa Sabalenka, ha solo la sfortuna di non rappresentare un paese più solido e importante perché obiettivamente ce la mette tutta per brillare in campo come fuori, sempre contenta, sempre col sorriso aperto in faccia, sempre disponibile a calarsi nel ruolo di ambasciatrice del suo sport. In assoluto, varrebbe sicuramente di più la tanto gettonata Coco Gauff, erede designata delle sorelle Williams, che però almeno al momento è indietro nella costruzione di una numero 1 del mondo credibile, continua e indiscussa. 

Come invece sono state la polacca Iga Swiatek che, al di là delle pause, e del suo personaggio sbiadito, s’è comunque porta a casa due Majors, e la wonder woman Aryna, la tigre di Minsk, che s’è presa gli US Open, mentre Wimbledon è andato all’ennesima rappresentante della prolifica scuola ceca, Krejcikova. 

Tutta la gioia di Jasmine Paolini (foto Getty Images)

Tutta la gioia di Jasmine Paolini (foto Getty Images)

VIVA JASMINE
Ahinoi, il mercato avrebbe disperatamente bisogno del personaggio giovane e frizzante, magari di un paese come l’Italia. Tanto che, gli straordinari risultati di Jasmine Paolini, col titolo a Dubai, le due finali Slam e l’oro olimpico di doppio, oltre a valere lo storico - e impensabile un anno fa - numero 4 del mondo, hanno rappresentato per il tennis donne un importantissimo soffio d’aria pura, condito da sorrisi e voglia di esserci di cui c’era straordinariamente bisogno. 

Dopo qualche storia negativa nella gestione delle ragazze e troppe tensioni sul campo delle protagoniste che si traducono in clamorosi alti e bassi nel breve (nella partire) e nel lungo (nella stagione). Come personaggio, la straordinaria allieva di Renzo Furlan vale triplo perché gioca un tennis vario ed efficace, e perché porta ai vertici un'atleta dai mezzi tecno-fisici non eccezionali, aprendo quindi la strada e dando una speranza alle tantissime che, altrimenti, si potrebbero sentirsi tagliate fuori.

Jessica Pegula e Coco Gauff (Getty Images)

Jessica Pegula e Coco Gauff (Getty Images)

DELUSIONI
Pur già premiata con un titolo e una finale Slam fra gli 8 titoli conquistati, con l’ascesa al numero 2 del mondo, la Gauff ha compiuto 20 anni appena il 13 marzo. Ma ha già incassato qualche cocente delusione, soprattutto nelle aspettative che aveva riposto su e stessa che, per via di una crescita tecnica complicata dal dritto e delle troppe pressioni dello show business a stelle e strisce, non si sono ancora realizzate compiutamente. La posta in ballo è troppo alta: il ricco mercato nordamericano non chiede la nuova Capriati o la nuova Evert, ma la nuova portacolori delle teenagers afroamericane, una attrice che dovrebbe possedere formidabile potere mediatico per diventare formidabile megafono e indispensabile guida.

Non solo come atleta ma anche come amica, esempio, educatrice. Ruolo che Jessica Pegula, bianca e ricca, salita alla ribalta tardi dopo l’esperienza universitaria non è pronta a sostenere, anche per un gioco intelligente ma non così robusto. Come hanno dimostrato i risultati suoi e della lottatrice Danielle Collins. E come hanno confermato le altre yankees, dalle speranze ormai tramontate come Stephens e Keys.

Un'espressione buffa di Amanda Anisimova (foto Getty Images)

Un'espressione buffa di Amanda Anisimova (foto Getty Images)

Diana Shnaider si sistema la bandana (foto Getty Images)

Diana Shnaider si sistema la bandana (foto Getty Images)

NEW AGE
Se la Gauff non esplode come previsto, nel futuro prossimo del tennis Usa ci sono le redivive Kenin, Townsend ed Anisimova e l’emergente Shnaider, solida, ma non così forte. Più le altre ventenni ancora acerbe Krueger e Montgomery, e  il poker di 22-23 anni, Stearns-Volynets-Baptiste-Parks, che non fotografa esattamente il sogno americano. Insomma, sommi fenomeni non si stagliano all’orizzonte a stelle e strisce. E, a guardare l’albo d’oro degli Australian Open juniores, dalla Townsend del 2012, hanno vinto solo europee e una coreana, la situazione migliora al Roland Garros, che però da 5 anni parla solo Europa e a Wimbledon, dove negli ultimi 4 anni il bilancio è 2-2, proprio come a New York.

Ma, c’è un ma, fra le stelline emergenti del tennis mondiale sembrano già pronte al grande salto il prossim’anno la 17enne russa Mirra Andreeva e sua sorella, la 20enne Erika, la 19enne ucraina Dayana Noskova, la 21enne danese Clara Tauson, la rediviva 21enne inglese Emma Raducanu, la 22enne Marta Kostjuk, la 23enne Olga Danilovic. 
Un altro valido motivo per Coco Gauff di far sue le WTA Finals per prendere coraggio per sé e tutto il tennis americano.


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