-
Wta

Abbagnato, la siberiana di Palermo che sogna in grande

Anastasia Abbagnato, 20 anni, 517 Wta, è figlia di un siciliano e di una siberiana. Ma soprattutto è un'esplosione di entusiasmo: in campo, quando picchia ogni palla come se dovesse fare i buchi sul terreno, e fuori dal campo quando racconta del suo amore per questo sport. Amore rafforzato dall'esperienza di quest'anno al Foro Italico

di | 12 giugno 2024

L'esultanza di Anastasia Emanuela Abbagnato (Foto Sposito/FITP)

L'esultanza di Anastasia Emanuela Abbagnato (Foto Sposito/FITP)

La ragazza ha stoffa, e pure carattere. A vederla giocare diresti che è una giocatrice dell'Est, poi quando si incita palesa un accento palermitano e allora capisci che sì, è davvero una tennista azzurra. Azzurra e molto, molto promettente. Anastasia Abbagnato, 20 anni, 517 Wta, è un'esplosione di entusiasmo: in campo, quando picchia ogni palla come se dovesse fare i buchi sul terreno, e fuori dal campo quando racconta del suo amore per questo sport. Amore rafforzato dall'esperienza di quest'anno al Foro Italico: “In singolare – spiega – ma soprattutto in doppio, dove con Aurora Zantedeschi ci siamo tolte lo sfizio di vincere un match (contro Bronzetti e Noskova, mica due qualsiasi, ndr) e di perdere soltanto contro Errani e Paolini. La più bella esperienza della mia vita”.

Idee chiare, sguardo deciso, Anastasia non sembra semplicemente russa. Per metà, infatti, lo è davvero: “Per la precisione siberiana – sottolinea lei – perché mia madre Ekaterina è di Novosibirsk, anche se da tanto tempo vive a Palermo. Dove ha conosciuto mio padre, Giuseppe, palermitano doc. I miei nonni materni sono rimasti in Russia e quest'anno mi piacerebbe tornare a trovarli, anche se la situazione è quella che è...”.

Se il fisico e i tratti somatici richiamano una tipica atleta dell'Est, il cuore, quello, è tutto siciliano: “Il mio obiettivo è arrivare tra le top 10, giocare i grandi tornei. Per questo Roma mi è sembrata una favola. Io poi faccio amicizia con tutti, mi basta poco. Al Foro Italico ho conosciuto un sacco di colleghe e con alcune di loro mi ci sono pure allenata, non mi pareva vero. Lo stesso ho fatto con alcuni giocatori del torneo Atp. E ho conosciuto il mio idolo, Aryna Sabalenka, la tennista a cui mi ispiro. Poi ho giocato sul Pietrangeli, che era il mio sogno: tra pre-qualificazioni, qualificazioni e doppio ci avrò giocato 6 o 7 partite. Magari l'anno prossimo provo pure il Centrale...”.

Anastasia Abbagnato (Foto GAME)

Anastasia gioca bene a tennis e non ha alcuna paura di cercare il punto. “Il mio stile è aggressivo, sono così, non mi piacciono le mezze misure. Penso prima a me stessa, poi alla mia avversaria. Servo bene, il rovescio lo sento più sicuro ma faccio più vincenti col diritto. Ora faccio anche qualche palla corta e grazie al doppio alleno il gioco di volo”.

Anche se poi in realtà la ragazza sa pure difendere, mettendoci per adesso più cuore che tecnica. “L'obiettivo – continua – è proseguire nel lavoro. Dopo essere andata via dalla Sicilia, mi sono fermata per un po' ad Anzio coi fratelli Piccari, mentre adesso mi alleno alla Galimberti Tennis Academy di Cattolica, dove trovo tanti atleti con cui posso confrontarmi. Mi pare l'ambiente ideale, anche se a volte la nostalgia della Sicilia si sente, soprattutto si sente il distacco da mia madre, a cui sono legatissima”.

Roma era il primo Wta della carriera: “Non avevo mai giocato nemmeno un Wta 125, figuriamoci l'emozione. Quando è finita mi sono sentita abbastanza triste, perché stare lì era davvero un sogno. Ma tornare nel circuito Itf alla fine non è stato così traumatico: anzi, il Foro Italico mi ha dato una spinta in più per crederci ulteriormente. Mi rendo conto che ci sono quasi, per arrivare dove voglio. Ci sono tanti tornei in Italia, ci sono tante occasioni per crescere in fretta”.

Anastasia Abbagnato e Aurora Zantedeschi (foto Fioriti/FITP)

Anastasia parla 5 lingue, e anche questo la aiuta a coltivare il suo carattere così aperto e curioso. “Io mi sento molto siciliana, anche se forse ho acquisito da mamma una certa testardaggine russa. Da piccola rifiutavo di imparare la lingua, poi piano piano ho cominciato a praticarla, soprattutto coi miei nonni. Poi a me piace molto il Sudamerica e dunque ho imparato lo spagnolo. Ma mia zia da tempo vive a Parigi, e con lei parlo francese. L'inglese l'ho imparato a scuola. Ho fatto il linguistico, ma poi la verità è che le lingue straniere le impari praticando, non a scuola”.

Fin qui, quello che è accaduto e che sta accadendo. Ma dentro alla storia di Anastasia c'è anche un pericolo scampato, che avrebbe potuto far prendere tutt'altra piega alla sua vita. “Da piccola ho avuto un problema serio, una osteomielite al piede sinistro per via di un batterio. Avevo 6-7 anni e i medici non sapevano come risolverla, a un certo punto dissero ai miei genitori che c'era il rischio di un'amputazione. E che difficilmente avrei potuto camminare normalmente. Figuriamoci a fare sport. Poi è accaduto che abbiamo risolto il problema, grazie alla bravura dello staff medico che mi seguiva e forse anche grazie al mio corpo che si è ribellato a quel destino. E dopo oltre un anno finalmente potevo tornare a correre normalmente. Per non stressare troppo il piede, tuttavia, mi dissero che avrei potuto fare un solo sport: e tra danza e tennis ho scelto il tennis”. Il tutto per poter coltivare un grande sogno: “Portare con me la mia famiglia nei più grandi tornei al mondo, così da non sentire la solitudine”.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti