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E se vincere il "WTA Coach of the Year" portasse un po' male?

Un ironico tweet di Mark Petchey, allenatore ed ex tennista britannico, sottolinea come non porti proprio benissimo vincere il premio della Women's Tennis Association come coach dell'anno

di | 01 aprile 2025

Renzo Furlan

Renzo Furlan

"Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova", diceva Agatha Christie. Figuriamoci sette! E sì perchè è nato nel 2018 il premio che la Women's Tennis Association (WTA) assegna ogni anno al miglior coach della stagione. Fin qui nulla di strano perchè due anni prima, nel 2016, anche l'Association of Tennis Professionals (ATP) aveva istituito un riconoscimento analogo. Il problema è che la versione del tour femminile del premio porta..."sfiga"! No, non è superstizione ma semplice conseguenza dell'analisi di fatti concreti. Dai quali si arriva alla considerazione che tutti gli allenatori che sono stati premiati, hanno poi chiuso entro pochi mesi il rapporto di collaborazione con la loro giocatrice.

L'ultimo caso è stato quello di Renzo Furlan con Jasmine Paolini, con l'ex tennista veneto che aveva ricevuto il riconoscimento per l'anno 2024. Ma la stessa cosa era accaduta nel 2023 con Tomasz Wiktorowski, che aveva seguito Iga Swiatek portandola sul trono mondiale. Stessa conclusione nel 2022 con David Witt, ex allenatore di Jessica Pegula. Nel 2021 a vincere è stata Conchita Martinez per la sua grande annata con Garbiñe Muguruza, ma ha subìto lo stesso destino degli altri allenatori citati. Nel 2020 ad aggiudicarsi il premio è stato un altro allenatore di Swiatek, anch'egli dal nome improninciabile, Piotr Sierzputowski. Fa un po' eccezione il caso di Craig Tyzzer, "coach dell'anno" del 2019 per i risultati di Ashleigh Barty, che ha allenato la fuoriclasse australiana fino alla sua decisione di ritiro anticipato (da regina del tennis mondiale e a 26 anni ancora da compiere), a marzo del 2022. Infine a vincere la prima edizione del premio, nel 2018, è stato Sascha Bajin, coach di Naomi Osaha, liquidato un paio di mesi dopo. Magari quest'anno non ci sarà tutta questa voglia di aggiudicarsi il riconoscimento...


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