-
Wta

Le ambizioni di Giorgia Pedone: "Sto imparando ad avere coraggio"

La palermitana di 19 anni è numero 294 Wta ed è la giovane italiana più promettente del Tour in rosa. Lo scorso anno il primo titolo Itf da professionista, un 25 mila dollari a Santa Margherita di Pula. Quest'anno una semifinale nel W75 di Florianopolis, poi la presenza agli Internazionali BNL d'Italia. Ecco le sue ambizioni...

25 giugno 2024

Giorgia Pedone è la seconda azzurra al secondo turno del torneo in scena sui campi in erba del Tennis Club Gaiba (foto Creativite Idea)

Giorgia Pedone è la seconda azzurra al secondo turno del torneo in scena sui campi in erba del Tennis Club Gaiba (foto Creativite Idea)

Ha 19 anni, è numero 294 Wta (con un best ranking fissato poco più in alto, a quota 259) ed è la giovane italiana più promettente del Tour in rosa. Per risultati, attitudine e percorso. Giorgia Pedone, palermitana, sta cercando di farsi largo nel circuito e lo sta facendo senza lasciare nulla al caso. Lo scorso anno il primo titolo Itf da professionista, un 25 mila dollari a Santa Margherita di Pula. Quest'anno una semifinale nel W75 di Florianopolis, poi la presenza agli Internazionali BNL d'Italia e una vittoria di prestigio a Parma sulla ex top 40 Alycia Parks. Il tutto con un atteggiamento positivo che non manca mai, nemmeno di fronte a una superficie poco conosciuta come l'erba.

“Ho buone sensazioni su questa superficie – spiega Giorgia dal Wta 125 di Gaiba, dove ha centrato gli ottavi – e posso dire di trovarmi bene anche se non ci gioco quasi mai. Per le mie caratteristiche e per il mio fisico, però, l'erba mi aiuta. Si adatta bene a ciò che sono. Quest'anno ho avuto più tempo per preparare questa parte di stagione e ho fatto ulteriore progressi”. A proposito di caratteristiche, ecco spiegato il tennis di Giorgia, dalla diretta interessata: “Non ho grande forza, mi appoggio sui colpi delle mie rivali. E l'erba in questo mi aiuta. Il mio gioco è vario, mi piacciono smorzate e back. Anche al servizio sto facendo miglioramenti e sul veloce uso di più i tagli. Negli spostamenti sono reattiva, sono leggera e non ho problemi. Sulla terra ci gioco fin da quando sono piccola e ovviamente sono a mio agio anche lì”. 

Giorgia Pedone (foto Sposito)

Il lavoro però deve essere continuo e costante. “Sto lavorando tanto sul diritto, che sentivo più insicuro rispetto al rovescio. Sto cambiando impugnatura e tecnica, e piano piano sta andando meglio. Ugualmente sto allenando tanto il servizio, per aumentare la velocità e variare gli angoli. Fisicamente sto lavorando su forza ed esplosività. Il team? Fino a due settimane fa ero seguita da Omar Giacalone, poi abbiamo dovuto interrompere il rapporto. Ora sono da sola, in cerca di una guida, con Tathiana Garbin come supporto della federazione. Mi appoggio a Palermo al circolo del tennis che mi lascia la struttura per allenarmi. Poi sempre a Palermo c'è il fisioterapista e il resto dello staff”.

Una presenza importante, quella della capitana della Nazionale, per tutte le ragazze italiane. “Mi sono allenata tre anni a Formia e lei era una delle figure principali. È la prima che può dare consigli, ora supervisiona il mio lavoro e può aiutarmi parecchio. Quando ne ho l'opportunità cerco di prendere tutto quello che mi può dare. Lo stesso faccio con gli altri allenatori della FITP, che mi stanno aiutando tanto. Domande a Tathiana? Dal punto di vista mentale, le chiedo come gestire le emozioni, la pressione di giocare su campi come quelli del Foro Italico a Roma. Poi mi corregge tecnicamente e tatticamente, ma la cosa principale è capire da lei la gestione complessiva dell'atleta. La differenza con le prime al mondo sta soprattutto lì. Sta nella freddezza in un momento di tensione, per non pensare al punteggio ma a quello che devi fare. Io ci sto lavorando e cerco di isolarmi, ma ancora sono giovane e a volte mi faccio travolgere dalle emozioni”.

Giorgia Pedone (foto Combi/MEF Tennis Events)

Le ispirazioni sono tante, diverse e per certi versi inaspettate. “Mio fratello Riccardo per primo. Poi vedere tanti italiani al vertice oggi è un stimolo. A parte gli uomini che sono tantissimi, mi sento molto motivata dal percorso di Jasmine Paolini, ragazza umile e semplice che ha lavorato duramente tanti anni e adesso si merita le soddisfazioni che ha raggiunto. Con le big italiane non ho avuto molto modo di confrontarmi, ma le poche volte sono sempre state molto disponibili. Per esempio mi sono allenata con Sara Errani ed è stato fantastico. Con quelle della mia età abbiamo un bel rapporto e ci sentiamo spesso”.

Ma uno sguardo fuori dallo Stivale è inevitabile: “Il mio idolo da sempre è Rafa Nadal, lo ammiro per ciò che ha fatto in campo e fuori. Ho avuto modo di vederlo dal vivo perché ho giocato gli Slam juniores. E salutava sempre lui per primo, già questo significa molto. Poi in campo non molla mai, anche il giorno in cui ha male ovunque cerca di non darlo a vedere. Tra le donne, mi ispiravo alla Radwanska perché mi rivedevo in certe caratteristiche".

Nel periodo della transizione, ancora in corso, da junior a pro, sono tante le lezioni che si imparano. “Con una junior, anche se sbagliavo qualcosa, l'altra regalava e potevo ugualmente vincere il match. Tra le pro devi prenderti sempre tu i punti. Hanno spesso più esperienza di me, hanno la mentalità giusta per andare a vincere la partita, senza aspettare regali. Ho imparato che devo cambiare atteggiamento e avere coraggio. Alcune volte, quest'anno, ho perso partite in cui avrei preferito fare io e sbagliare, piuttosto che incassare un vincente”. Piccole grandi lezioni da apprendere, per diventare adulta.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti