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“Sono felice - spiega Naomi - di essere riuscita a vincere in due set contro Sara, una giocatrice molto dura da affrontare in un contesto come questo. Arrivo alla stagione sulla terra battuta con una mentalità diversa, dopo la delusione di Madrid ho scelto di partecipare al Wta 125 di Saint-Malo per mettere più partite possibili nelle gambe"
07 maggio 2025
Naomi Osaka ha aperto il suo cammino agli Internazionali BNL d’Italia con una vittoria in due set (6-2 6-3) su Sara Errani. Ora numero 48 del ranking Wta, la tennista giapponese (arrivata ai quarti al Foro Italico nel 2019), si appresta ad affrontare al secondo turno la spagnola Paula Badosa, accreditata della nona testa di serie. “Sono felice di essere riuscita a vincere in due set contro Sara, una giocatrice molto dura da affrontare in un contesto come questo - ha detto la 27enne, vincitrice di quattro titoli Slam in carriera -.Arrivo alla stagione sulla terra battuta con una mentalità diversa, dopo la delusione di Madrid ho scelto di partecipare al Wta 125 di Saint-Malo per mettere più partite possibili nelle gambe e si è rivelata una mossa azzeccata”.
Nel giro di una manciata di giorni, Osaka si è ritrovata a passare da un torneo Wta 125 a un ‘1000’, senza tuttavia accusare il colpo: “Penso soltanto a divertirmi, indipendentemente dalla categoria degli eventi a cui partecipo. Non mi importa giocare sul Centrale o sul Campo 16. Dopo la sconfitta con Bronzetti a Madrid mi sono promessa che avrei dato il cento per cento negli appuntamenti successivi e ora sono qui a festeggiare la sesta vittoria consecutiva. Quando si gioca a tennis, capita molto spesso di pensare a cose che non hanno nulla a che vedere con le partite: a Saint-Malo, per esempio, ho sentito molto la mancanza di mia figlia e non ho ragionato sul peso che avrebbe potuto avere una sconfitta in quel torneo. “L’immagine è tutto” è una frase letta nel libro di Agassi che mi è rimasta impressa nella mente e a cui ho pensato anche la scorsa settimana”.
“Provo delusione dopo le sconfitte soltanto se mi rendo conto di non aver dato il massimo o di aver fatto un passo indietro a livello mentale. Sono una persona particolare, penso più del dovuto e spesso mi ritrovo a ragionare sulle stesse situazioni anche per cinque volte: non amo raccontare i miei problemi alla gente, preferisco muovermi in autonomia- ha affermato Osaka in conferenza stampa -. A volte, anche a Mouratoglou non dico esattamente quello che penso: prima della partita di oggi, però, gli ho fatto capire che ero molto nervosa perché cercavo conferme dopo la vittoria a Saint-Malo. Su una superficie come la terra battuta, è fondamentale avere una buona forza fisica: ricordo la partita con Swiatek al Roland Garros dello scorso anno, anche in questo mio esordio a Roma ho giocato tanti ottimi colpi grazie al lavoro dei muscoli delle gambe”.
Per una giocatrice come Osaka, che ha già debuttato con un successo, ce n’è un’altra che avrà invece ancora qualche ora a disposizione prima di fare la sua prima apparizione sui campi del Foro Italico. La statunitense Jessica Pegula, terza testa di serie, torna a Roma dopo un’assenza di due anni e ha raccontato, in attesa di conoscere la sua prossima avversaria che uscirà dal confronto tra Krueger e Bondar, di avere ottime sensazioni: “Sono pronta a giocare, spero di sentirmi a mio agio e di riuscire a disputare delle buone partite. Non ho nulla da difendere e questo può mettermi anche un po’ di pressione, ma dall’altra parte sarebbe complicato anche affrontare ogni settimana con tanti punti in scadenza. È da un po’ che non gioco una stagione intera sulla terra battuta, quest’anno spero di riuscire a trarne il massimo vantaggio e far bene in ogni torneo”.
“L’anno scorso sono successe tante cose, una frattura alle costole non mi ha consentito nemmeno di allenarmi ma sapevo che non mi sarei dimenticata di come si gioca a tennis. Sono tornata e ho vinto a Berlino, riuscendo poi ad accedere alle Wta Finals grazie a una bella rincorsa”, ha detto Pegula, reduce dalla sconfitta al terzo turno a Madrid per mano della giapponese Uchijima.
Classe 1994, la statunitense ha ammesso di provare delle sensazioni differenti quando dall’altra parte della rete le capita di incontrare una coetanea, soprattutto se già affrontata in passato negli eventi Juniores: “La verità è che mi sento anziana quando affronto ragazze di dieci anni più giovani. Io e Ons Jabeur siamo cresciute insieme, le nostre carriere sono andate avanti di pari passo: siamo state entrambe condizionate da alcuni problemi fisici e credo che nessuna delle due si sarebbe mai immaginata di arrivare in Top-10. Il tennis è uno sport particolare, in cui ogni anno bisogna affrontare degli ostacoli: a contare di più sono il percorso di crescita, il recupero dagli infortuni e la capacità di rialzare la testa dopo le brutte sconfitte”.
In passato protagonista della serie “Break Point”, Pegula è ben consapevole di cosa voglia dire ritrovarsi di fronte a una telecamera a raccontare la propria vita. Recentemente, anche Carlos Alcaraz è stato coinvolto in una situazione analoga, sfociata nella realizzazione di una docuserie che si è posta l’obiettivo di ripercorrere tutte le tappe affrontate dallo spagnolo nella scorsa stagione: “Queste iniziative permettono ai fans di entrare nella mente di un giocatore e di relazionarsi con lui in un modo diverso. È importante che la gente comprenda che un’atleta è una persona normale, non un robot che pensa soltanto a vincere gli Slam - ha chiosato Pegula -. Ho sempre apprezzato chi ha avuto il coraggio di raccontarsi in questo modo, non soltanto nel tennis ma anche in altri sport come golf e Formula 1”.
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