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Barbara Schett sul caso Rybakina: “La WTA fa bene a proteggere le sue giocatrici”

In una lunga intervista su Kicker.at l’ex top ten austriaca, oggi presentatrice televisiva e ambasciatrice del torneo di Linz, ha affrontato tanti argomenti, compresa lo strana gestione dei casi di doping di Sinner e Swiatek

di | 26 febbraio 2025

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Barbara Schett

Un lungo excursus sullo stato dell’arte. La migliore giocatrice austriaca di tutti i tempi, Barbara Schett, in una lunga intervista pubblicata su Kicker.at ha affrontato diversi argomenti interessanti e di attualità. Due su tutti: le relazioni “tossiche” nel mondo del tennis ed i “curiosi” casi di doping di Sinner e Swiatek. Ex top ten mondiale - con tre titoli all’attivo ed un “best” di n.7 raggiunto nel 1999 -, ritiratasi a fine 2005, oggi è presentatrice televisiva e ambasciatrice del torneo di Linz.

Proprio la sospensione di Stefano Vukov, accusato di aver causato problemi psicologici e fisici ad Elena Rybakina con i suoi metodi duri, ha riportato sotto i riflettori un problema ben noto al circuito femminile. “Credo che l’abbia sottoposta ad un completo lavaggio del cervello. Si può vedere come la tratta e come le parla - ha detto Schett -. La situazione si è poi aggravata agli US Open 2024 ed il team e la famiglia hanno cercato di allontanarlo. Sappiamo che lei ha molti alti e bassi mentali, probabilmente anche a causa di lui. Ha sicuramente abusato mentalmente di lei e per questo credo sia giusto che sia stato bandito dalla WTA. Lei lo difende perché le è stato fatto il lavaggio del cervello! Ho parlato a lungo della questione con Goran Ivanisevic (ex allenatore della Rybakina). Ha detto che il problema è che hanno una relazione privata. Vukov vuole intrufolarsi e riprendersi il suo posto in squadra. È un disastro, ovviamente. Deve uscire dalla sua vita dopo tutto quello che ha fatto. Ho assistito di persona in Australia a ciò che ha gridato dal box dei giocatori. Non è una cosa da fare. Per questo ritengo che sia fantastico che la WTA stia proteggendo le sue giocatrici e abbia preso provvedimenti”.

Quello di Rybakina non è un caso isolato ma chi conosce le situazioni, comprese le altre tenniste, preferisce non compromettersi. “Il problema è che molte giocatrici non osano dire nulla perché hanno paura delle conseguenze personali. Io ad esempio, avevo una paura folle del padre di Jelena Dokic Ma non avrei mai detto nulla perché pensavo che probabilmente mi avrebbe ucciso", ha rivelato Schett. 

"Forse con Dokic è stato un po' diverso che con Rybakina, ma quando hai 25 anni magari non sai cosa sta succedendo davvero. Forse non è già così grave come lo diventerà in seguito. Ma credo che alcune giocatrici abbiano già parlato con la WTA di Rybakina e Vukov. È importante mantenere l'anonimato perché hanno semplicemente paura. Sono anche curiosa di vedere cosa succederà al padre di Leylah Fernandez, perché è assurdo il modo in cui tratta la figlia... È terribile che una cosa del genere esista ancora: ne sono stata testimone anche quando ero una tennista professionista e già allora si sapeva che queste relazioni erano sbagliate. Ma al giorno d'oggi, quando si parla molto più apertamente di queste cose e la società è molto più ricettiva, è ancora più inaccettabile. Il problema nel tennis è che la gente continua a intrufolarsi e a costruire un rapporto di dipendenza con le donne per ottenere soldi e successo. Questo probabilmente accadrà sempre. L'unica domanda è come affrontarlo. Ecco perché è importante avere un ambiente intatto che metta in evidenza certe cose. Naturalmente, diventa difficile quando si inizia una relazione privata, perché la dipendenza delle donne diventa ancora maggiore”.

Barbara Shett all'Australian Open

Barbara Shett all'Australian Open

Barbara Schett ha anche espresso la sua opinione sulle squalifiche di Sinner e Swiatek per dei “curiosi” casi di doping. “La notizia mi ha sorpreso perché inizialmente si diceva che la decisione sarebbe stata presa in aprile - ha commentato a proposito dello sto di tre mesi inflitto al numero uno del mondo -. Trovo interessante la dicitura che è stata trovata una soluzione comune. Mi sembra un po' strano. È colpevole o no? La WADA ha detto che non si è dopato volontariamente e gli ha comunque comminato una squalifica.... È un po' un pasticcio, ma ovviamente i tre mesi gli fanno bene. Soprattutto, il momento è ideale perché può tornare a giocare a Roma. Naturalmente la cosa ha scatenato un putiferio, soprattutto sui social media, perché di questi tempi tutti hanno un'opinione. Personalmente credo alla sua storia. Ma vorrei anche dire anche che solo perché si conosce qualcuno e gli si vuole bene non significa che sia innocente, ovviamente. Ma credo davvero che sia stato un errore da parte del suo fisioterapista. E Jannik deve ora affrontarne le conseguenze. A mio parere, il problema è il processo opaco e il modo in cui WADA e CAS hanno gestito il caso. Molti giocatori hanno avuto l'impressione di poter negoziare con la WADA la durata del loro divieto. Ci vogliono regole più precise e più severe, in modo che ci sia più chiarezza in futuro”.

Barbara Schett

Barbara Schett

Ma non c’è solo il caso Sinner, anche Iga Swiatek, in quel momento regina del tennis mondiale, ha fallito un test antidoping…. “Non è positivo sicuramente che sia accaduto ai due numeri uno del mondo: sicuramente non ha messo il tennis in buona luce. La cosa strana di Iga è che la sua punizione è stata frazionata. L'intero sistema deve essere rivisto. Deve essere più facile per i giornalisti, gli appassionati di tennis e tutti coloro che amano questo sport capire cosa sta succedendo. E se c'è un test positivo, il pubblico deve essere informato immediatamente. E non è accaduto né per Sinner né per Swiatek".

Credo che i tennisti vengano testati più spesso di qualsiasi altro atleta. Ne ho parlato di recente con Dominic Thiem: i giocatori sono molto sotto pressione e a volte sono paranoici. Se mangi carne in Argentina, per esempio, potresti risultare positivo perché contiene troppi antibiotici. Quando giocavo io i controlli non erano così intensi. Venivo testata ogni tre o quattro tornei, per un totale di cinque-dieci volte all'anno. Ora devi dichiarare dove ti trovi ogni giorno e quando puoi fornire un campione”.

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