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L'Italia e l'erba: siamo tra i 5 Paesi al mondo a giocare su ogni superficie

La grandezza dell'Italia del tennis, oggi, sta anche nelle possibilità che concede sul proprio territorio, nell'organizzazione dei grandi eventi, come di quelli più piccoli ma altrettanto fondamentali per creare la base e renderla sempre più solida. Persino su erba

26 giugno 2024

È un'Italia sempre più polivalente. Sempre più erbivora, persino. Fosse un giocatore, lo chiameremmo 'universale'. E non ci sono solamente i risultati a sottolinearlo, con Berrettini, Sinner, Musetti (ma pure Elisabetta Cocciaretto) ad arrivare in fondo ai tornei sui prati. La grandezza dell'Italia del tennis, oggi, sta anche nelle possibilità che concede sul proprio territorio, nell'organizzazione dei grandi eventi, come di quelli più piccoli ma altrettanto fondamentali per creare la base e renderla sempre più solida.

Esempi? Gaiba, Wta 125. Un piccolo miracolo nella provincia veneta – in una piccola realtà di nemmeno mille abitanti – che di per sé rappresenta già un modello di buona gestione. Ma che in verità va inquadrato in un contesto più ampio. Grazie all'idea (e all'impresa) di alcuni ragazzi col sogno di creare qualcosa di mai fatto sul nostro territorio, l'Italia oggi è uno dei soli 6 Paesi al mondo a ospitare un torneo del circuito – Atp o Wta – sull'erba, uno dei 5 a metterne in calendario uno su ogni superficie. Gli altri? Sono Germania, Olanda, Spagna, Stati Uniti e ovviamente Gran Bretagna, patria del verde ma senza eventi su terra. Scorrendo l'elenco, ci sono assenze che spiccano, come quelle di Francia e Australia.

Alycia Parks è la campionessa dell’edizione 2024 del Veneto Open promoted by Regione del Veneto, suo primo titolo sull’erba in carriera (foto Creativite Idea)

Un torneo unico, quello in provincia di Rovigo. “Giocare a Gaiba – sottolinea Tathiana Garbin, capitana della Nazionale azzurra – per le italiane è molto importante: possono sfruttare questa chance che tra l'altro è emersa proprio nella mia regione, il che rende tutto particolarmente piacevole per me che sono nata poco distante. È una occasione di crescita per tutte in termini di gioco, perché l'erba ti porta a essere offensivo, a frequentare maggiormente la rete. Permette di sviluppare un piano di gioco che può essere portato con successo anche altrove. Ma non solo: giocare in questo torneo, contro giocatrici di livello internazionale, fa in modo che le nostre acquisiscano competenze superiori. Infine, esibirsi in casa, avere il pubblico a favore, è confortante ma allo stesso tempo porta ad apprendere come gestire la pressione”.

L'erba italiana è una piacevole sorpresa che è nata dalla passione per quel particolare tipo di tennis, così anacronistico eppure così bello da vedere e da giocare. “A Gaiba – prosegue Tathiana – la passione si vede e si nota subito che i ragazzi dietro all'organizzazione hanno saputo sognare. All'inizio era un Open e si giocava davvero tra amici. Ora l'evento è riuscito a svilupparsi affacciandosi in ambito internazionale. Un sogno che si avvera. Una dimostrazione che con la perseveranza si possono raggiungere risultati inimmaginabili. Gaiba è un esempio, è come un atleta che cresce passo dopo passo fino ad arrivare a competere coi migliori”.

Tathiana Garbin

E chissà che a qualcuno non venga voglia di imitare il progetto. Certo le condizioni meteo in Italia, in estate, non sono le stesse che si trovano in Gran Bretagna o in Olanda, o ancora in Germania. Non abbiamo quel clima fresco e umido che è ideale per gestire i prati. Però abbiamo passione in abbondanza e un movimento tennistico ormai capace di generare piccoli miracoli. La regina dell'erba resta la Gran Bretagna, che attorno a Wimbledon ha costruito un circuito di tornei Atp, Wta e Challenger che porta molti giocatori a crearsi un percorso di avvicinamento tutto british. 

Ma nella tradizione verde ci sono anche l'Olanda (con s'Hertogenbosch) e soprattutto la Germania, con quell'evento di Halle che è stato durante tutta la carriera terreno di conquista di Roger Federer. Qualche anno fa si era affacciata all'erba la Turchia (Lorenzo Sonego vinse ad Antalya nel 2019), mentre adesso c'è la Spagna (con Maiorca) che ci prova con il 250 che precede i Championships. Proprio Maiorca, con Gaiba, condivide il 'giardiniere', Gordon Johnstone. Inglese, ovviamente, cresciuto professionalmente curando i sacri prati di Church Road. Perché va benissimo l'innovazione, ma poi il tennis su erba è una questione talmente complessa da aver bisogno di grande esperienza, per essere portata avanti con successo.

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