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Anna Kalinskaya è ormai diventata popolare (soprattutto in Italia) per essere la fidanzata di Jannik Sinner. Ma la russa, numero 17 Wta, sta costruendo una carriera di tutto rispetto che merita attenzione, sotto la guida della ex pro argentina Patricia Tarabini
27 giugno 2024
Non chiamatela Miss Sinner. Anna Kalinskaya, 25 anni, nata a Mosca e nel momento migliore della carriera (occupa il numero 17 Wta, suo best ranking), è prima di tutto una giocatrice di altissimo profilo. Scuola russa, repertorio completo e buon talento nel braccio, è entrata fra le top 100 per la prima volta nell'ottobre del 2019 (per una sola settimana), ma poi ha avuto bisogno di tempo per assestarsi, con il 2022 come vero e proprio anno di lancio ad alto livello nel circuito maggiore.
Non è stata, in sostanza, né un talento precoce, né un fenomeno di quelli che fanno sognare fin dai tornei giovanili. Anna è stata sì numero 3 nella classifica mondiale Juniores (nel 2016), mentre se parliamo di Slam Under 18 vanta la finale al Roland Garros 2015 (persa contro Paula Badosa) e altri due quarti di finale. Un bottino importante, ma meno eclatante rispetto a quello di altre colleghe, che magari a quella stessa età già potevano competere nel Tour delle grandi. Un po' la stessa cosa che sta accadendo oggi a un'altra russa, Mirra Andreeva.
Anna Kalinskaya, non chiamatela Miss Sinner
Eppure Anna, crescendo al suo ritmo, sta trovando adesso una piena maturità che le consente di giocare alla pari con tutte, ovunque. Esempi? Restiamo a quest'anno. Quando approda ad Adelaide è costretta ancora a giocare le qualificazioni, ma la sua vita sportiva è sul punto di cambiare rapidamente: agli Australian Open gioca il miglior Major della carriera, raggiunge i quarti e vola nelle top 40. Prologo a una serie di risultati che la spingono ancora più in alto: finale nel Mille di Dubai (persa contro Jasmine Paolini), ottavi a Miami (dove si arrende a un problema fisico) e poi soprattutto l'ultimo atto a Berlino, con quei 5 match-point mancati di fronte a Jessica Pegula.
Fin qui, la moscovita ha dunque in tasca soltanto un titolo di un Wta 125 (vinto nel 2023 negli Stati Uniti), oltre a 7 prove Itf, ma l'impressione è che ormai manchi poco per sfatare questo tabù. Allenata da Patricia Tarabini, argentina ed ex top 30 Wta, Anna sta completando pezzo dopo pezzo un mosaico che adesso comincia a dare frutti importanti. E in tutto questo la coach sudamericana ha meriti importanti, essendo riuscita a portare stabilità e continuità in un tennis che aveva già punte di rendimento importanti.
Anche se nel percorso non è stato tutto rose e fiori: “Ho persino pensato di smettere – spiegava la russa qualche tempo fa – quando non riuscivo nemmeno a superare le quali degli Slam. Mi ci è voluto del tempo per capire come funzionava il Tour maggiore, quanto era diverso e più complicato rispetto ai tornei Juniores”. Poi quel pensiero è rientrato e Anna ha trovato soprattutto serenità. Tanto che quest'anno ha castigato diverse top players: Krejcikova, Ostapenko, Gauff, persino Iga Swiatek (battuta a Dubai), ma anche – in quel di Berlino – Vika Azarenka.
Nel frattempo il sodalizio con Patricia Tarabini – con la Florida come base – si è consolidato, sotto ogni punto di vista. Con l'argentina che ha saputo portare anche una dose di buonumore in casa Kalinskaya, come quando – a Berlino – ha chiesto con un sorrisone sul volto alla sua allieva se volesse una fetta di torta alle carote. Ma il segreto dell'esplosione sta pure in una preparazione fisica diversa e nell'attenzione ai dettagli, per esempio a come (e cosa) si mangia. L'obiettivo è il più alto possibile: “Vincere uno Slam – diceva Anna – e sono convinta di poterci arrivare, coi miei tempi”.
Tutto sommato quest'anno ha dimostrato che quell'obiettivo non è affatto fuori portata, anzi. In Australia ha giocato il suo miglior torneo, poi ha piegato la numero 1 del mondo, e in generale non sembra avere punti deboli tali da doversi mettere limiti. Al contrario. Nemmeno la sua innegabile avvenenza è motivo di distrazione: “Fare la modella? Al momento non mi interessa, sono troppo concentrata sulla mia carriera”. Mentre su Instagram i quasi 300 mila followers promettono di diventare presto molti di più. Non tanto per la sua relazione con Jannik Sinner, quanto per meriti propri.
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