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Suo padre Ben ha appena salvato il torneo di Cincinnati dal trasloco a Charlotte, mentre lei – che dodici mesi fa era fuori dalle prime 100 – nel 2024 ha vinto più incontri di tutte. Si è presa i quarti a Indian Wells battendo Aryna Sabalenka, ha prenotato la top-20 ma vuole ancora di più. E ha (lontane) origini italiane
14 marzo 2024
Iga Swiatek è saldamente al comando della classifica WTA, Aryna Sabalenka ha conquistato (per la seconda volta) l’Australian Open e Coco Gauff punta a prendersi il titolo a Indian Wells, ma per trovare la giocatrice più vincente nella prima fetta del 2024 bisogna scendere ben più giù della top-3 del ranking mondiale, fino alla 23esima posizione occupata da Emma Navarro. Una che solo dodici mesi fa viaggiava ancora fuori dalle prime 100 e aveva appena iniziato il suo percorso professionistico dopo anni di successi al college, mentre oggi è uno dei volti nuovi del tennis americano.
Chi ancora non l’aveva notata l’ha fatto al BNP Paribas Open, dove la 22enne nata a New York e cresciuta a Charleston (Carolina del Sud) si è presa i quarti di finale facendo fuori la Sabalenka e diventando la prima statunitense a battere una delle migliori 2 del mondo nel deserto dal lontano 2001, quando Serena Williams superò Lindsay Davenport. Due connazionali che magari Emma non raggiungerà in termini di risultati, ma la sua scalata si sta rivelando tanto dirompente da far vacillare persino certi limiti.
Nel 2024 Emma ha già vinto la bellezza di 18 incontri (perdendone soltanto cinque), prendendosi a Hobart il primo titolo nel circuito maggiore e poi trovando una continuità di risultati davvero niente male. A lei non sembrerà nulla di strano, visto che lo scorso anno di match ne ha vinti la bellezza di 64 per arrivare a chiudere la stagione da numero 38, ma la difficoltà degli impegni continua ad aumentare eppure il risultato non cambia: vince, piace e ha appena prenotato un posto nella top-20.
Un ruolino di marcia davvero niente male per una giocatrice che nel 2023 diceva ancora di faticare a ritenersi una professionista al cento per cento, visto che nella sua vita c’è anche altro oltre al tennis. “Ho dedicato alla racchetta gran parte della mia vita – raccontava solo qualche mese fa –, ma non mi sono mai considerata una vera e propria giocatrice. Ho sempre pensato che solo le migliori del mondo potessero definirsi tali, mentre io sono semplicemente Emma, una ragazza che ama competere e lavora ogni giorno per migliorarsi. Mi fa ancora un certo effetto vedere il mio nome a certi livelli”. Invece, adesso quelle che definiva “le migliori del mondo” ha iniziato a batterle, fino a diventare una di loro.
Il suo segreto? Le vittorie al terzo set, figlie di una condizione atletica ottimale. In questo 2024 si è trovata per tredici volte al set decisivo, e in 11 casi ha vinto lei. Addirittura tre su tre al BNP Paribas Open, dove prima di battere la Sabalenka aveva già sconfitto anche Elina Svitolina e Lesia Tsurenko. “Ho sempre lavorato tanto a livello fisico – ha raccontato dopo l’ultima impresa –, e sono consapevole di avere la forza e l’energia per combattere a lungo. Questo mi dà fiducia, mi aiuta a scendere in campo sapendo di poterci rimanere tutto il tempo necessario, e che se perderò non sarà certo a causa della fatica. Lavoro con lo stesso preparatore atletico da quando ho 12 anni: insieme ci siamo impegnati tantissimo”.
In più, Emma (che ha lontane origini italiane: un trisavolo era – parole sue – “della zona di Napoli”) adora la battaglia e si esalta nelle difficoltà. Brad Gilbert la definirebbe una specialista del suo caro winning ugly. “Il mio allenatore mi dice sempre che do il meglio di me quando non tutto funziona a dovere. Mi piace soffrire in campo, giocare al gatto col topo. È una delle cose che più apprezzo del tennis”.
Insieme alla Gauff, Emma è rimasta l’unica statunitense in gara in California, uomini compresi. E Coco potrebbe trovarsela di fronte in semifinale, anche se prima lei deve battere Maria Sakkari e la connazionale superare la cinese Yuan. Un traguardo che regalerebbe un’altra gioia immensa alla nonna, sua fonte d’ispirazione e prima tifosa. “È una persona speciale – ha detto Emma –, dico sempre che in futuro mi piacerebbe essere come lei. Insieme a mia madre è la persona più premurosa che abbia mai incontrato. Ha 92 anni, ma energia e positività da vedere. Quando dico che non si perde una mia sola partita, dico davvero. Nemmeno quando ero in Australia: si alzava alle 4 del mattino per seguire i miei incontri. E dopo ogni singola partita mi manda un messaggio: se vinco si congratula, se perdo mi spinge a rialzare la testa e guardare avanti. E firma sempre i suoi messaggi, Love Gram. Mi dà una spinta incredibile”.
Con i suoi risultati, Emma sta regalando grandi soddisfazioni agli appassionati americani, che già nei mesi scorsi hanno ringraziato suo padre Benjamin, uomo d’affari proprietario del Western & Southern Open di Cincinnati, acquistato nel 2022 dalla USTA. Proprio quando il torneo pareva prossimo allo spostamento a Charlotte, è stato lui a decidere di mantenerlo per almeno altri 25 anni al Lindner Family Tennis Center di Mason, contribuendo a conservare una tradizione che va avanti dal 1899, come evento che da più tempo si gioca nella sua stessa città d’origine. In sostanza, lui la sua parte per la storia del tennis a stelle e strisce l’ha fatta. Ora tocca alla figlia, determinata a salire sempre più in alto.