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Leylah Fernandez: studentessa, attivista e… tennista

Il successo a Hong Kong ha rilanciato la canadese Leylah Fernandez, a due anni dalla sua finale allo Us Open. Un personaggio interessante per le doti tennistiche ma anche per quelle umane, in sostegno delle donne e dei meno fortunati. E malgrado il successo con la racchetta ha anche deciso di continuare gli studi di business

21 ottobre 2023

Secondo il suo profilo Instagram è una giocatrice di tennis, secondo l’account LinkedIn è una studentessa di Business Administration all’Indiana University East di Richmond. In realtà, Leylah Fernandez è entrambe le cose e non solo, perché è impegnata anche come attivista per i diritti delle donne e nel business è già lanciata, con qualche piccola attività costruita coi proventi della racchetta. Malgrado gli appena 21 anni sono già discreti, perché nel suo palmarès figura già una finale Slam, giocata nel 2021 allo Us Open, e anche se da allora non è più riuscita a tenere costantemente certi standard, il futuro continua a sorriderle e si è appena presa a Hong Kong il terzo titolo WTA in carriera.

La mancina canadese, di papà ecuadoriano (ex calciatore) e mamma filippina, ha avuto bisogno di un po’ di tempo per capire che quanto le riuscì due anni fa a New York poteva diventare la normalità però non lo era ancora, ma di certo ha saputo fare meglio di quella Emma Raducanu che con lei condivise (vincendola) una delle finali Slam più inattese della storia. La britannica da allora ha collezionato una valanga di contratti pubblicitari ma anche di cambi di coach, e fra un problema e l’altro sembra aver completamente smarrito la bussola. Leylah, invece, non ha perso di vista i suoi obiettivi, sportivi e non, e fra le due oggi pare quella con più chance per ripetere quel tipo di risultato.

E pazienza se non batte una top-10 proprio dallo Us Open di due anni fa, quando ne stese tre una via l’altra (Osaka, Svitolina e Sabalenka), e nel 2023 nei Major non è mai andata oltre il secondo turno. Una finale Slam è tornata a giocarla – seppur in doppio, a Parigi con Taylor Townsend – e ha finalmente ritrovato il successo nel circuito maggiore. Niente male per una che alla vigilia di Wimbledon era dentro alle prime 100 solamente per un soffio, mentre ora ha ritrovato la top-50.

Portare avanti gli studi quando la carriera obbliga a viaggiare e competere per 10 mesi all’anno non dev’essere facile, ma la Fernandez non ha mai pensato nemmeno un secondo di lasciar perdere. Nemmeno quando la finale a New York le ha stravolto la vita e affollato il vialetto di casa, pieno di aziende intenzionate a sfruttarne l’immagine.

Ha detto di “sì” a molte e si ritrova con sponsor di rilievo (Google e Gatorade per citare i due più famosi, ma anche un’azienda messicana produttrice di… avocado), ma è rimasta la ragazza di sempre. “Quando non sono in campo per match e allenamenti – ha raccontato – cerco di ricavarmi uno spazio per studiare. È un po’ complicato, ma mi piace imparare cose nuove”. E le permette anche di staccare per un po’ dai pensieri e dallo stress del tennis, che di solito combatte con film o serie tv. Uno su tutti? Lilo & Stitch, cartone animato Disney che – parole sue – potrebbe riguardare un milione di volte senza mai annoiarsi.

Oppure si diletta coi Lego: proprio oggi, bloccata in hotel dalla pioggia che ha colpito Nanchang e le ha impedito di giocare il suo match di secondo turno, ha mostrato su Instagram la sua ultima realizzazione coi celebri mattoncini colorati: un camioncino dei gelati che ha richiesto tre ore di tempo. La vita dei tennisti è anche così, in particolare quella di una ragazza che malgrado la fama ha cercato – con successo – di rimanere fedele a se stessa, pensando subito a come aiutare le ragazze meno fortunate di lei.

Così, oltre ad aver partecipato a degli incontri (organizzati da uno dei suoi sponsor) di testimonianza del potere sociale delle donne, insieme alla famiglia ha creato la Leylah Annie & Family Foundation, organizzazione che aiuta le famiglie meno abbienti ad accedere a dei finanziamenti per garantire una buona istruzione ai propri figli, oltre alla possibilità di fare sport. Un gesto nobile, che le fa onore. Come altri già seminati negli ultimi anni, alcuni dei quali contano quanto le vittorie sul campo da tennis. O anche di più.


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