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A Washington la spagnola rivince un “500” dopo la frattura da stress alla schiena, lo stop e il forte rischio di un prematuro addio, a Parigi olimpica il greco accusa l’ennesima batosta
di Vincenzo Martucci | 06 agosto 2024
Chissà com’è il dietro le quinte della love story Paula & Stefanos, cioé Badosa & Tsitsipas. La curiosità spunta spontanea dopo l’ultima settimana conclusa in modo trionfale ed esaltante dalla spagnola e in modo diametralmente opposto, deludente e drammatico dal greco: l’una che torna a vincere un torneo importante riaprendosi di forza le porte del tennis di vertice e lanciando nella campagna sul cemento nordamericano che culmina con gli US Open, l’altro che riparte con gli occhi e il morale bassi intuendo intorno a sé i risolini beffardi sui volti dei colleghi e degli appassionati di tutto il mondo dopo il secondo set che ha buttato via clamorosamente, per paura, all’Olimpiade contro Djokovic.
EMOZIONI
Sicuramente i due bellissimi ragazzi, autentici dei di uno sport già ricco di splendidi atleti, vivono fortissimamente le emozioni che agitano i loro animi come il mix di esperienze che hanno vissuto.
Paula, che il 15 novembre compie 27 anni, è nata a New York da genitori spagnoli, per il suo tennis è transitata da Valencia a Barcellona, ed è stata a lungo tentata dalla passione di famiglia, la moda, che probabilmente seguirà.
Stefanos, che il 12 agosto ne fa 26, ha papà greco e mamma russa, con tanto, troppo, sport in famiglia, s’è formato da Mouratoglou, in Francia e non ha mai concluso il suo percorso tecno-tattico.
Dopo aver brillato già fra gli juniores, hanno pagato lo scotto degli alti e bassi del professionismo: lei salendo al numero 2 del mondo nell’aprile di due anni fa e poi scendendo al 140 a maggio di quest’anno, lui ascendendo al 3 nell’agosto 2021, ora 11 ma a serio rischio di sorpasso da troppi inseguitori.
Lei è esplosa aggiudicandosi Indian Wells 2021, ma l’anno dopo denunciava problemi d’ansia nel sostenere le aspettative e i recuperi di molteplici infortuni, lui ha vinto un Masters e due Montecarlo, ma soffre tuttora il delicato rapporto cogli onnipresenti genitori almeno quanto i limiti sul rovescio a una mano, e rimane sempre fuori dalla porta dei primi della classe, fino a incassare il ko numero 12 consecutivo da Djokovic a Parigi olimpica, dove aveva perso la tragica semifinale del Roland Garros 2020 da 6-3 6-2 e la finale del 2021, dopo aver rimontato da 7-6 6-2 sotto.
RISCATTO
Dopo l’ultimo, terribile, infortunio, una frattura da stress alla schiena che l’ha tenuta ferma gli ultimi sei mesi dell’anno scorso, Badosa ha temuto di dover concludere la carriera: secondo i medici poteva giocare solo con continue iniezioni di cortisone, lei non chiarisce come ha fatto, ma è riuscita a tornare a una finale WTA dal gennaio 2022 a Sydney e conquistare un secondo titolo “500”, a Washington, superando dopo una maratona Bouzkova e poi lasciandosi andare sul campo a un pianto liberatorio.
Dopo essersi confermata implacabile in finale col 4 su 4 dopo Belgrado ed Indian Wells 2021 e Sydney 2022. “Dopo quello che ho passato l’anno scorso, tornare e vincere un titolo così, battendo le migliori del mondo (Kenin, Samsonova, Raducanu, Dolehide e Bouzkova) e lottando con tutte loro, significa molto per me”, ha raccontato in diretta ai fans.
“Adesso provo un mix di emozioni: ero molto, molto, nervosa perché volevo vincere con tutta me stessa, ma penso anche che un anno fa ero stesa a letto, c’è una bella differenza rispetto ad oggi che sono di nuovo un’atleta. Qui mi sono sentita subito bene e in fiducia, avevo proprio bisogno di vincere qualcosa e ora ho questo grosso titolo che soddisfa la mia personalità: io non sono una da finali e semifinali, io voglio i trofei. Sono una perfezionista. Questo, ovviamente, qualche volta mi butta giù ma credo che poi nei momenti importanti mi dia quel qualcosina extra. Quello di cui sento tanto il bisogno nei momenti topici del match”.
Bentornata, magari dai una mano anche a Stefanos che ne ha tanto bisogno....
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