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Tiriac senza eredi. La Romania (in attesa di Halep) salvata dalle donne

La Romania può vantare tre top 100 Wta: Sorana Cirstea (29), Ana Bogdan (64) e Jaqueline Cristian (74). Piccoli segnali di un Paese con una grande tradizione, poi naufragata dentro a scelte discutibili. Un Paese che oggi si ritrova a rimpiangere non solo i Tiriac e i Nastase, ma pure i Pavel, gli Ungur, i Voinea, i Copil, gli Hanescu

18 aprile 2024

Sono settimane di semi-rinascita per il tennis rumeno, che in questi giorni sta mostrando al mondo il rinnovato Atp di Bucarest (Tiriac Open), che dal 2017 era stato sostituito dall’evento di Budapest. Ma il 250 che si gioca in contemporanea a tornei di prestigio come Monaco di Baviera e (soprattutto) Barcellona, non è l’unico motivo per cui la Romania del tennis ha ricominciato a bussare alla porta dei grandi. Di pochi giorni fa la clamorosa impresa in Billie Jean King Cup, dove la Romania ha rimontato l’Ucraina in campo neutro (negli Stati Uniti) da una situazione di svantaggio netto (0-2), ottenendo l’accesso alle Finals di Siviglia. 
 
La chiave - in una serie di partite che si sono giocate ad Amelia Island per l’impossibilità dell’Ucraina di ospitare eventi del genere - è stata la rimonta firmata da Ana Bogdan e Jaqueline Cristian, in grado di portarsi sul 2-2 dopo due maratone con Svitolina e Tsurenko, prima del doppio decisivo voluto del capitano Horia Tecau. Uno dei big del tennis rumeno, capace di vincere 38 titoli proprio nella specialità di coppia, con tre Slam e un argento olimpico all'attivo: in campo ancora le due singolariste, capaci di completare l'opera superando le gemelle Kichenok e consegnando al proprio Paese un successo da ricordare. 

Un’impresa che ha fatto rumore in Romania, data anche l’assenza di Simona Halep, fiore all’occhiello del tennis rumeno che ha saltato la Billie Jean King Cup per infortunio. La ex numero 1 del mondo, che è uscita da poco dall’incubo del caso doping in cui era stata coinvolta (visto che le è stata ridotta la squalifica per aver assunto il farmaco dopante Roxadustat, Simona è stata ritenuta inconsapevole delle sostanze contenute dal prodotto), è pronta a lasciarsi il peggio alle spalle. E Halep, con un rientro graduale, potrebbe già essere un problema per le regine del tennis di oggi nella seconda parte di stagione.

Uscita subito da Miami contro Paula Badosa, la rumena è stata comunque capace di portare al terzo set la spagnola, mostrando discreti segnali di ripresa, nonostante un’astinenza da partite ufficiali che durava dagli Us Open 2022. E’ vero, il ritmo partita va ritrovato, ma chi la vedrà a Parigi dall’altra parte del campo dovrà fare i conti con una che nel 2018 ha vinto la finale del Roland Garros (in rimonta contro Sloane Stephens). Una campionessa capace di battere Serena Williams con un poderoso doppio 6-2 in finale, sull’erba di Wimbledon. A quasi 33 anni, Halep non ha forse moltissimo tempo a sua disposizione, ma in queste 2-3 stagioni può ancora dire la sua ad alto livello.

Fondamentale che il tennis rumeno si “rifugi” nelle ragazze, visto che all’orizzonte di nuovi Ion Tiriac non se ne vedono. L’ex tennista e imprenditore milionario, che gestisce anche il torneo di Bucarest, è stato campione di doppio al Roland Garros 1970 col suo amico Ilie Nastase, senza dubbio il più grande di sempre del tennis rumeno. Oggi, fra gli uomini, il numero 1 di Romania è Filip Cristian Jianu, numero 282 del mondo. Troppo poco per un Paese con questa tradizione tennistica, che al Roland Garros non avrà nessuno in gara nemmeno nelle qualificazioni.

Ecco perché gli occhi ormai sono tutti sulle donne. Non solo Halep, visto che di top 100 la Romania può vantarne tre: Sorana Cirstea (29), Ana Bogdan (64) e Jaqueline Cristian (74). L'età media è alta, ma dietro si potrebbe far largo la 19enne Anca Todoni (peraltro già convocata in Nazionale). Piccoli segnali di un Paese con una grande tradizione, poi naufragata dentro a scelte discutibili. Un Paese che oggi si ritrova a rimpiangere non solo i Tiriac e i Nastase, ma pure altri protagonisti degni del tennis di vertice, ancorché non campionissimi: i Pavel, gli Ungur, i Voinea, i Copil, gli Hanescu. Un patrimonio di talento evaporato, che chiede aiuto alle ragazze.


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