Chiudi

-
Wta

Le russe che emigrano: senza bandiera ma con una nuova patria

Le ultime in ordine di tempo a cambiare nazionalità sono state Elina Avanesyan e Varvara Gracheva. Ma sono tante le russe che negli anni hanno deciso di cambiare bandiera, per motivi diversi (e non solo per la guerra)

15 agosto 2024

Le tante russe (e le bielorusse) del circuito Wta sono oggi senza bandiera, ma in molti casi sono ormai anche senza patria. Nel senso di patria nativa. Non è una tendenza recente, quella di cambiare nazionalità, per coloro che trovano in Paesi diversi più possibilità di emergere, ma non c'è dubbio che l'attuale situazione geopolitica e la guerra in Ucarina abbiano portato a un'ulteriore espansione del fenomeno.

Le ultime in ordine di tempo a cambiare nazionalità sono state Elina Avanesyan e Varvara Gracheva: la prima nata a Pjatigorsk, sulle colline del Caucaso settentrionale, la seconda nei sobborghi di Mosca. Nel maggio del 2023, Varvara (69 Wta) ha ottenuto la cittadinanza francese, dopo aver vissuto Oltralpe per sette anni, precisamente a Cannes, dove si allena con l'ex pro Lisnard. Motivo del cambiamento, a sentire la diretta interessata, una maggiore facilità negli spostamenti e 'nel gestire il lavoro', ma come minimo la guerra avviata dal suo Paese non ha aiutato ad avere qualche dubbio in più.

Le giocatrici sospese tra 2 (o più) paesi

Diverso il discorso per Elina Avanesyan (60 Wta), che ha optato semplicemente per la nazionalità dei suoi genitori, armeni del Nagorno Karabakh e trasferitisi in Russia nel 1992. Parliamo di inizio agosto, per l'ufficializzazione del cambiamento, dunque si tratta del trasferimento più recente dalla Russia ad altri Paesi. Elina peraltro si allena in Spagna da un paio di stagioni, quelle che le hanno permesso di fare un bel salto di qualità agganciando stabilmente le top 100 al mondo.

Ma anche guardando più in alto, si scoprono tante atlete nate nel Paese più esteso al mondo e poi emigrate per rappresentare una bandiera diversa. La migliore di tutte è quella che, oggi, sarebbe potuta essere la numero 1 russa. Invece Elena Rybakina è la più forte tennista kazaka, malgrado sia nata a Mosca e abbia vissuto lì la maggior parte della sua vita. Elena passa al Kazakistan nel 2019, col motivo che spinge più o meno tutti coloro che fanno lo stesso passo: un supporto (sostanzialmente economico) che in Russia la Federazione non può dare.

La grinta di Elena Rybakina (foto Getty Images)

La campagna acquisti del Kazakistan è evidente anche in campo maschile (Bublik, Shevchenko Kukushkin), ma ha trovato grande popolarità nel circuito femminile proprio grazie alla presenza di una top player (e futura vincitrice di Wimbledon) come la Rybakina. La quale, tuttavia, non è stata la prima del gruppo. Ad anticipare tutte ci ha pensato Yulia Putintseva (34 Wta), che aveva solamente 17 anni quando – nel 2012 – accettò i soldi dei kazaki e del presidente Nursultan Nazarbaev, grande appassionato di sport e di tennis (sport che ha praticato regolarmente) in particolare. La prima giocatrice nata in Kazakistan? È attualmente Zhibek Kulambayeva, 24 anni, 427 al mondo.

Ha solamente radici russe – ma è nata e vissuta negli Stati Uniti – Amanda Anisimova (49 Wta), mentre l'altra americana Sofia Kenin (56 al mondo) è sì nata a Mosca da genitori russi, ma in un contesto famigliare che somiglia molto a quello della connazionale Amanda, considerato che gli States erano stati eletti a nuova patria dei genitori da molto tempo prima della nascita della figlia.

Un altro Paese che ha accolto diverse russe decise ad emigrare è stato l'Australia. Daria Saville (ex Gavrilova, poi sposata con l'aussie Luke Saville) è oggi numero 92 Wta e fino al 2015 ha rappresentato la Russia, salvo poi decidere di mettere base nella terra dei canguri, giocando anche in Nazionale per il team down under. Nel gruppo anche la 34enne Arina Rodionova (oggi 119 Wta, best ranking a quota 97), nata a Tambov (non lontano dalla regione del Kursk, protagonista delle cronache di questi giorni) e poi divenuta australiana nel 2014, insieme alla sorella.

Nelle top 100 della classifica Wta oggi ci sono 12 giocatrici russe, che dal febbraio 2022 giocano da neutrali. Ma ce ne sono anche altre cinque che hanno cambiato bandiera. Un processo irreversibile e forse inevitabile, in un tempo come questo. 


Non ci sono commenti
Loading...