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L'inizio delle Wta Finals di Cancun, con il match dominato di fronte a Maria Sakkari, è stato forse fin troppo soft per dare una valutazione definitiva sulla condizione attuale della bielorussa. E per questo sarà probabilmente la seconda partita, quella contro l'americana Jessica Pegula
31 ottobre 2023
Lo scorso anno, quando Iga Swiatek continuava a vincere a ripetizione (37 partite, ma la striscia positiva era arrivata per gran parte sulla terra), pensavamo di aver trovato una giocatrice in grado davvero di restare in vetta a lungo, dopo un periodo che nel circuito Wta sembrava tirare in ballo il concetto di anarchia, più che quello di alternanza.
Invece il regno della polacca è durato relativamente poco. Adesso, a studiare da leader c'è Aryna Sabalenka, prima numero 1 'senza bandiera', visto che la sua Bielorussia è accostata alla Russia nell'invasione dell'Ucraina. E dunque punita con l'oscuramento della nazionalità. Il problema di affrontare il tema della guerra ha inevitabilmente colpito anche Aryna, chiamata in causa più volte dalle colleghe ucraine per un atteggiamento – a loro dire – quantomeno poco attento alla questione.
La nativa di Minsk, tuttavia, cerca di evitare le polemiche e prova a rimanere concentrata sul tennis. E a quanto sembra ci sta riuscendo piuttosto bene. In quelle Wta Finals che lo scorso anno la videro sconfitta nell'ultimo atto (contro Caroline Garcia), stavolta Aryna prova ad arrivare in fondo, a dimostrarsi una leader vera. Capace di andare oltre difficoltà e polemiche per prendersi il trofeo di fine anno, da affiancare al ruolo di numero 1. Per mettere ulteriore distanza proprio fra lei e la Swiatek, che è molto vicina è potrebbe riprendersi lo scettro in ogni momento.
Pare che, rispetto al passato, Miss Sabalenka abbia trovato una quadra sotto il profilo mentale, oltre che fisico. Riesce a distrarsi, la bielorussa che adesso vive a Miami, e non si fa mancare qualche scatto social da destinare al suo milione e passa di follower. Forte di un carattere solare e di un fisico da pin up, gioca coi suoi punti di forza ma riesce a mantenere il focus sulla sua vita sportiva. Un equilibrio non banale, che altre colleghe in passato non hanno saputo trovare. Lei ci sta riuscendo e anche in campo – di questa tranquillità emotiva – si vedono i benefici. La 25enne di Minsk ha vinto gli Australian Open, il 1000 di Madrid e il 700 di Adelaide, ma è stata pure semifinalista agli Us Open e semifinalista a Parigi e a Wimbledon. Una costanza di rendimento che non aveva mai avuto (e mai nemmeno sfiorato) in precedenza.
Certo qualche rimpianto resta, perché gli Slam potevano essere almeno un paio. Ma resta pure la fiducia, senza dubbio non evaporata di fronte a una parte finale di stagione meno entusiasmante del previsto. Proprio per questo, le Wta Finals di Cancun (pur con tutte le incertezze legate alla location) rappresentano un possibile, ulteriore momento di svolta. Certificare il primato con un titolo in quello che (teoricamente) dovrebbe essere il quinto torneo dell'anno per importanza, garantirebbe ad Aryna uno slancio decisivo per l'inizio del 2024.
Una stagione che si aprirà immediatamente con cambiali importanti da onorare, fin dal mese di gennaio. L'inizio, con il match dominato di fronte a Maria Sakkari, è stato forse fin troppo soft per dare una valutazione definitiva sulla condizione attuale della bielorussa. E per questo sarà probabilmente la seconda partita, quella contro l'americana Jessica Pegula, a dare qualche indicazione più veritiera. A farci capire se Aryna è pronta per vestire i panni della leader di lungo periodo, o se quel numero 1 si rivelerà ancora una volta un trono per una regina 'temporanea'.