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Miami: è di nuovo finale per Rybakina, affronterà Collins

Sul cemento della Florida la kazaka (n.4) batte al tie-break del set decisivo Azarenka (n.27) e per il secondo anno consecutivo approda alla sfida per il titolo. Nell’altra semifinale la statunitense Collins lascia appena cinque game alla russa Alexandrova (n.14)

di | 29 marzo 2024

Elena Rybakina esulta (foto Getty Images)

Si complica la vita con un paio di passaggi a vuoto pericolosissimi Elena Rybakina, ma si ritrova giusto in tempo per centrare la sua seconda finale consecutiva al “Miami Open”, quarto WTA 1000 stagionale (combined con il secondo ATP Masters 1000 del 2024) dotato di un montepremi di 8.770.480 dollari che si sta avviando alle battute conclusive sui campi in cemento dell’impianto dell’Hard Rock Stadium (la “casa” dei Miami Dolphins di football NFL), in Florida.

Nella semifinale della parte alta la 24enne kazaka di origini moscovite, n.4 del ranking e del seeding, ha battuto per 64 06 76(2), dopo una battaglia di oltre due ore e mezza, la bielorussa Victoria Azarenka, n.32 WTA e 27esima testa di serie.

La 34enne di Minsk - che a Miami ha trionfato nel 2009 (stoppando Serena Williams), nel 2011 (superando Sharapova) e nel 2016 (battendo Kuznetsova e firmando il “Sunshine Double”) - ad un certo punto ha dato la sensazione di poter tornare in finale, ad otto anni di distanza dall’ultima volta, quando nel set decisivo ha recuperato da 3-5 a 6-5 ma Rybakina ha ritrovato il servizio e la lucidità perduta proprio al momento ed ha dominato il tie-break per 7 punti a 2. Per Elena si è trattato del quarto successo in altrettante sfide con Vika.

Solita ottima prestazione della kazaka al servizio, nonostante il “bagel” rimediato nel secondo set: 11 ace contro 3 doppi falli, il 58.3% di prime in campo con l’81.6% di punti portati a casa, bassa invece la percentuale di punti vinti con la seconda di servizio (37%). E sempre a causa del 6-0 rimediato nel secondo parziale, Elena ha conquistato complessivamente ben sette punti in meno rispetto a Vika (88 contro 95), ad ulteriore riprova che nel tennis non tutti i punti hanno lo stesso valore.  

Rybakina lo scorso anno aveva vinto 11 partite su 12 al “Sunshine Double” conquistando il titolo ad ad Indian Wells e perdendo la finale di Miami contro Kvitova: dodici mesi dopo in California non è potuta nemmeno scendere in campo a causa dei postumi di un virus influenzale che l’aveva colpita a Dubai (impedendole di scendere in campo nei quarti contro l’azzurra Jasmine Paolini, poi vincitrice del torneo), ma in Florida si ripresenta alla sfida per il titolo, anche se per riuscirci è dovuta rimanere in campo per oltre undici ore.

Il movimento di chiusura del diritto di Elena Rybakina (foto Getty Images)

Per Rybakina quella di sabato sarà la 18esima finale della carriera, la quarta in questa stagione dopo quelle vinte ad Adelaide ed Abu Dhabi e quella persa a Doha: l’obiettivo è l’ottavo trofeo, il terzo in questo 2024 dove vanta un bilancio di 22 vittorie a fronte di sole 3 sconfitte.

Ultimo ostacolo per lei - sabato - Danielle Collins, per la prima volta in carriera approdata alla sfida per il titolo in un “1000”. Rybakina è avanti per 3-1 nel bilancio dei confronti diretti, e si è imposta proprio negli ultimi tre (il più recente negli ottavi ad Abi Dhabi lo scorso febbraio).

Il diritto di Danielle Collins (foto Getty Images)

Nella semifinale della parte bassa - giocata nella notte italiana -, infatti, Collins, n.53 WTA, ha regolato 63 62, in un’ora e 15 minuti di partita, Ekaterina Alexandrova, n.16 del ranking e 14 del seeding, raggiungendo la sua prima finale in un “1000” in quella che ha già annunciato da un pezzo essere la sua ultima stagione sul circuito.

A sei anni di distanza la 30enne di St.Petersburg, Florida, ritrovava la “semi” al “Miami Open” (era già stata semifinalista nel 2018, fermata da Ostapenko). Contro la 29enne di Chelyabinsk, protagonista di un torneo esaltante illuminato dai ho inflitti a Swiatek e Pegula (decima ed undicesimo vittoria in carriera contro top ten), la statunitense ha fatto un po’ fatica solo nel primo set dove ha dovuto recuperare un break di svantaggio (sotto 1-2 ha infilato quattro giochi di fila).

Collins è stata dominante al servizio: 5 ace e nessun doppio fallo, il 51.1% di prime in campo con il quale ha ottenuto il 79.2% dei punti ma anche un 73.9% di punti vinti con la seconda. Ed ha annullato tre delle quattro palle-break concesse.

Danielle è la seconda giocatrice con il ranking più basso ad arrivare in fondo a Miami dopo Naomi Osaka, che era n.77 WTA quando raggiunse la finale nel 2022. “Ho disputato un paio di edizioni buone qui ma questa è sicuramente la più memorabile - ha detto l’americana -. Avevo seguito tutte le partite di Alexandrova nel torneo ed era stato divertente guardarla. Abbiamo uno stile di gioco simile, quindi è complicato quando è così. Per questo motivo, ho dovuto concentrarmi di più, ho dovuto reagire più velocemente, e mi ha davvero costretto a giocare al mio massimo livello”.

Per Collins quella di sabato sarà la quarta finale della carriera, la prima ad oltre due anni di distanza da quella raggiunta all’Australian Open 2022 e persa poi contro la beniamina di casa Ashleigh Barty. Danielle punta a conquistare il terzo titolo dopo Palermo e San Jose, vinti nel 2021.

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