Chiudi
Dopo la sconfitta contro Anisimova, la campionessa di Indian Wells aveva pubblicato una storia (poi eliminata) segnalando insulti pesantissimi ricevuti su Instagram. Nel frattempo, anche Swiatek è stata presa di mira da un "fan" a Miami
di Samuele Diodato | 26 marzo 2025
Il lato tossico dello sport si manifesta costantemente. Purtroppo se ne parla di più, come in questo caso, quando vittima ne sono i personaggi più illustri, ma il “male” rimane vivo, evidente e difficile da estirpare. L’ultimo episodio è di poche ore fa, e riguarda la n. 6 al mondo Mirra Andreeva, 17 anni e fresca campionessa – appena una settimana fa – nel WTA 1000 di Indian Wells.
L’odio, contro la giovane allieva di Conchita Martinez, si è scatenato dopo che la russa (ufficialmente senza bandiera sul circuito) è stata sconfitta in tre set da Amanda Anisimova (n. 17 WTA) nel match di terzo turno al Miami Open, quarto “1000” del calendario tennistico femminile.
Decine e decine di commenti d’odio sono apparsi sono apparsi sui suoi profili social, e darne testimonianza è stata Andreeva stessa, non si sa se tramite figure che gestiscono i suoi profili o autonomamente. Dopo la sconfitta, infatti, su Instagram è apparsa una storia, a mo’ di screen su Instagram, che rendeva perfettamente visibili alcuni gli insulti, arrivati in più lingue.
La storia è stata poi cancellata: per questo motivo, rispettando la decisione della ragazza, non si pubblicherà qui alcuna testimonianza diretta. Come al solito, però, insieme a chi le ha deprecabilmente augurato una lunga serie di sconfitte, c’è chi si è spinto anche oltre, rivolgendole una serie di insulti personali, che prescindono dal tifo e dal tennis (e hanno spesso a che fare, purtroppo, con le scommesse).
Quanto accaduto ieri è solo l’ultima prova del clima pesante che c’è intorno al tennis professionistico. Ancor più pesante, nelle ultime settimane, in particolare per quanto riguarda il circuito femminile. A febbraio, anche la ceca Linda Noskova (n. 31) aveva pubblicato una storia che raccoglieva alcuni pesanti messaggi in privato da parte degli haters.
È altrettanto facile, se non più importante, ricordare l’episodio che ha coinvolto Emma Raducanu (n. 60 WTA) a Dubai, con uno stalker prontamente allontanato dalle tribune dopo che la stessa britannica era scoppiata a piangere, scoppiata in lacrime dopo esserci accorta della presenza di quest’ultimo, fattasi costante intorno a lei nei giorni precedenti.
Emma Raducanu (foto Getty Images)
Qualcosa di simile si sta verificando anche in quel di Miami, dove un recente video immortala la n. 2 WTA Iga Swiatek mentre riceve insulti di ogni tipo in polacco. Nulla di ufficiale è emerso sulla vicenda, ma alcuni fan più attenti hanno notato la presenza, nel suo box, di alcune figure con la scritta “guard” sull’abbigliamento, da ricondurre proprio a tale spiacevole evento, mentre la tennista di Varsavia si è già sfogata pochi giorni fa, lamentando giudizi estremamente negativi sul suo tentativo di modificare la propria espressività in campo.
L'episodio è stato commentato sulle pagine di Super Express Sport dal manager per le pubbliche relazioni di Swiatek che ha dichiarato come "si stiano monitorando casi simili a questo. Le critiche costruttive sono una cosa, le minacce, i commenti intrisi d'odio o infamare il team tutt'altra e non può essere tollerata". "Abbiamo riferito dell'accaduto agli organizzatori del torneo e alla Wta che ha subito preso azione aumentando le precauzioni. Garantire la sicurezza delle giocatrici è la cosa più importante".
Pensare che qualche sportivo debba accettare di buon grado tali comportamenti è profondamente sbagliato in quanto il mondo moderno consente spesso di poter individuare chi supera un limite alla volte sconfina addirittura nel reato.
Non ci sono commenti