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Vent’anni dopo la Russia ripropone un’altra protagonista assoluta: da bambina prodigio a fenomeno sul massimo palcoscenico, contro le più forti e nei grandi tornei, da Dubai a Indian Wells
di Vincenzo Martucci | 14 marzo 2025
Le due bionde terribili del tennis sono nate entrambe in Siberia, a 20 anni di distanza, curiosamente tutt’è due ad aprile: una è emigrata nell’Eldorado della Florida per poi passare nel paradiso della California, l’altra ha messo le tende a Cannes, sulla costa Azzurra, fianco a fianco di Daniil Medvedev.
Masha è diventata la divina Maria Sharapova, simbolo vincente - in campo e fuori - di donna realizzata, che se la sa cavare in ogni frangente, Mirra si sta facendo un nome, anche lei con le credenziali di bambina prodigio, con una volontà, una abnegazione e una lucidità da veterana nel gestire la palla gialla sul campo, ma soprattutto le emozioni dei momenti topici della vita. E a 17 anni non s’accontenta di certo di essere entrata fra le top ten ma marcia decisa puntando molto più in alto con le sue ambizioni. Anche se le limitazioni alla Russa che ha invaso l’Ucraina negano al tennis donne di pubblicizzare il giusto la sua nuova star.
Mirra, che ha trovato la guida ideale nell’ex pro Conchita Martinez, ammette di avere un carattere indomito e lunatico che la può portare spesso a prendere decisioni controcorrente, magari anche folli e autolesionistiche, nel culto dell'ego smisurato di un puledro di razza. Il suo punto di riferimento è sempre stato proprio la divina Sharapova che due anni fa marcava stretto per farsi raccontare come s’era sentita quand’aveva vinto Wimbledon a 17 anni, pur prendendo le distanze dal pericoloso paragone: “La gente ipotizza che potrei fare il suo stesso percorso ma non mi concentro su quello, ho la mia carriera e la mia vita, faccio solo di tutto per crearmi un bel percorso”.
Il piccolo computerino che somiglia a Martina Hingis, per come governa tutti i colpi e tutte le parti del campo, ma ha più peso di palla, ha sempre ammesso di aver guardato e riguardato le immagini della Sharapova su YouTube, ma alle telecamere di Netflix che presto la racconteranno con una produzione tutta sua, puntualizzava di mostrare lo stesso interesse per tante altre campionesse, in attesa che succedesse il contrario: “Più vinco, più saranno le avversarie a cercarsi i miei video per studiarmi, perché mi temono”.
Mirra trionfa: è una nuova regina?
Star naturale, Mirra ha con la stessa distaccata attitudine della divina Maria: “Tutta questa attenzione a volte non mi fa sentire a mio agio, capisco che la gente mia chieda selfie e autografi, non voglio dire di no e scappar via perché mi sostengono e tifano per me, ma ho anche bisogno di riposo e di fare le mie cose. Perciò sono ben felice che ci siano i body guard, gli grido: “Andiamo, andiamo” e loro fanno benissimo il loro lavoro”.
Decisa, fredda, altera, se non nell’aspetto e nei centimetri d’altezza (1.75 lei, 1.88 Maria) la Andreeva è talmente simile alla stella siberiana numero 1 da farsi notare anche dalla distaccata Sharapova che le pronosticava una super stagione già l’anno scorso: "Penso che abbia una forte attitudine e un gioco che la sostiene. Mi piace molto il suo approccio e la sua sensibilità al gioco. Penso che abbia un grande futuro davanti a sé”.
Certo, i numeri della Sharapova, coi 5 urrà Slam fra i 36 titoli di singolare e il numero 1 del mondo e soprattutto gli enormi introiti extra tennis da prima donna-manager del tennis donne, sono lontanissimi da Mirra, baciata dal talento e da sempre vincente che quest’anno a Dubai ha fatto saltare per la prima volta il banco importante in un 1000, ovviamente da super precoce, ma soprattutto infilando tre campionesse Slam, Vondrousova, Swiatek e Rybakina.
La polacca l’ha ritrovata in semifinale a Indian Wells dopo 10 vittorie di fila della ragazzina terribile sempre più in fiducia, sempre più determinata. Sempre più sorpresa, a parole, di se stessa: “Non so che succede, ma imparo in fretta, in partita ci sono sempre i momenti difficili, ma in quei momenti penso a come hanno fatto Federer e Nadal e i grandi campioni che ho visto, anche se ancora non sono un campione. Devo ancora realizzare che sono top ten e di sicuro devo lottare su ogni punto e correre come un coniglio, difendere come Rafa e attaccare come Roger”. Chissà se la sua madrina, Sharapova, troverà il tempo per darle un’occhiata.
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