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La spagnola, n. 11, ha confessato di aver sentito un dolore molto simile a quello della frattura che ne aveva pregiudicato il 2023: "Fortunatamente ho solo un'ernia. Fermarsi e dover rientrare ogni volta è difficile, ma amo troppo il tennis"
di Samuele Diodato | 29 marzo 2025
Rientrata in Top 10 a gennaio per la prima volta dall’ottobre del 2022, Paula Badosa (oggi n. 11) può godersi solamente a metà, la sua “rinascita”. La schiena, infatti, è tornata a farle male. Ora si tratta “solo” di un’ernia, ha detto. Non è certo come nel 2023, quando una frattura da stress la tenne fuori per tutta la seconda parte della stagione, facendole attraversare anche un “calvario” sportivo anche per parte del 2024.
Ma la paura, quando il loro nella zona lombare si è ripresentato, ha fatto preoccupare moltissimo l’iberica, che si è ritirata nel quarto turno del Miami Open, e ha già annunciato il suo forfait per il WTA 500 di Charleston della prossima settimana.
“Questa volta ero un po’ più spaventata del solito: ho sempre avuto fastidi a destra, invece ora è a sinistra. E la cosa che mi faceva più paura era che potesse essere un’altra frattura da stress, soprattutto con il dolore così intenso che ho sentito in campo – ha detto in un’intervista a El Larguero -. Fortunatamente non è così, però si tratta comunque di una piccola ernia e anche una vertebra che si è un po’ spostata. La cosa positiva è che potrò rientrare a Madrid, tra circa un mese”.
Niente di drammatico, per ora, ma i trascorsi suggeriscono a Badosa di rapportarsi alle difficoltà con un atteggiamento molto particolare, un approccio quasi filosofico: “Mi sento come una fenice, a dover risorgere ogni volta più forte, venendo fuori da questi alti e bassi. A volte penso ‘non ce la faccio più’, ma la verità è che amo troppo questo sport, amo troppo competere”.
“Fa male, perché so che – se la schiena mi desse tregua – il livello ci sarebbe. Tennisticamente e mentalmente mi sento più forte che mai. È ironico, perché siamo tristi pur sapendo che da lunedì salirò nuovamente al n. 9 del mondo”, ha continuato.
Il dolore alla schiena si è ripresentato in Messico, durante il WTA 500 di Merida, costringendola al ritiro nel corso del suo quarto di finale. Epilogo simile a quello verificatosi a Miami, dove prima dell’ottavo di finale contro la sorpresa del torneo, Alexandra Eala, è arrivato l’annuncio del forfait. “A Mérida, da un colpo all’altro ho sentito un dolore molto acuto. Abbiamo iniziato a trattarlo, sembrava che migliorasse".
Intanto, però, si è trovata costretta a saltare il WTA 1000 di Indian Wells, dove nel 2021 vinse il suo titolo più prestigioso, dando inizio alla scalata che l’avrebbe portata al n. 2 nella stagione successiva. “L’ho presa male, perché Indian Wells è un torneo a cui pensavo da dicembre. A Miami sembrava che andasse bene, ma appena ho ricominciato a competere, ho rifatto lo stesso movimento che avevo fatto in Messico e ho sentito dolore. Mi sono fatta un’infiltrazione prima di giocare il quarto turno contro Eala per vedere se riuscivo almeno a scendere in campo, ma nemmeno così il dolore è passato”.
Le infiltrazioni, d’altronde, sono diventate un compagno di viaggio indesiderato per Badosa, un compromesso per poter continuare a fare ciò che ama: “Negli ultimi due anni, ne avrò fatte sei o sette, una quest’anno. La verità è che questo è l’unico modo per continuare a giocare. Se mi operassi – ha aggiunto – non rientrerei neanche in 10 anni: ho la zona lombare piuttosto compromessa, per avere 27 anni”.
Di mollare, tuttavia, non se ne parla proprio: “Dopo il primo infortunio mi chiedevo se sarei tornata a questo livello. Ora so che, se la schiena mi assiste, il livello c’è, per questo la vivo un po’ male, ma non ho mai pensato di mollare, anche perché la classifica mi sorride. Quello che trovo più difficile nel fermarmi e poi tornare, è che quando torno sento un’ansia in più per recuperare il tempo perso”.
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